| inviato il 17 Agosto 2016 ore 11:40
Nel visitare una mostra di Garry Winogrand ho seguito anche un documentario recante l'intervista rilasciata dal fotografo nel 1977 alla Rice University di Houston. Winogrand, nel parlare della sua formazione di fotografo cita con ammirazione alcuni tra i più grandi suoi contemporanei e predecessori. In un tratto dell'intervista si riferisce a Robert Frank e al suo famoso lavoro "The American". Parla dell'opera di Frank come distante almeno tre lunghezze in avanti rispetto ai propri lavori e proprio citando "The American" racconta di aver sperimentato l'emulazione di alcune foto. Spiega di avere ottenuto un buon risultato ma di non essersi minimamente avvicinato alla grandezza dell'originale eseguito da Robert Frank. La differenza, sostiene Winogrand con apparente semplicità, stà nel fatto che le foto di Frank "Accadono". E' un termine che ho già sentito usare in alcune occasioni ma del quale non ne ho mai risolto completamente il significato. Tra una foto che Accade e un'altra che differenza c'é? Forse il nostro sguardo a volte coglie scene della realtà che sembrano fotografie? Mi date una vostra opinione? Per chi interessato quì l' Intervista (su you tube i sotto titoli sono in inglese). Un saluto. |
| inviato il 18 Agosto 2016 ore 12:07
Forse é un quesito difficile...? |
| inviato il 18 Agosto 2016 ore 12:17
Non è un quesito facile in effetti. Secondo me intende che Robert Frank sembra quasi non aver messo qualcosa di suo, semplicemente era li e ha ripreso scena così come era, senza dover far nulla, senza aver provocato nulla. Apparentemente in molte foto il fotografo è come se non fosse presente, tutto è molto naturale, una documentazione che potrebbe apparire asettica, mostrando come davvero sono gli americani. Io credo si riferisca a questo, come se Robert avesse solo scelto di fare click ma tutte le scene erano gia li e lui non ha fatto nulla se non scegliere quando scattare |
user94858 | inviato il 18 Agosto 2016 ore 12:27
La foto può accadere e può essere costruita; ovviamente la foto che "accade" è un pezzo di realtà che dovrebbe (sottolineo dovrebbe) mostrare la scena esattamente come si è svolta; l'autenticità per l'appunto di tale scena, anche se magari non tecnicamente perfetta, può creare se non altro un impatto maggiore rispetto ad una foto costruita e tenicamente perfetta, forse dovuto per l'appunto al fatto che la realtà non è perfetta e rendere una foto tale può snaturare il suo effetto. |
| inviato il 18 Agosto 2016 ore 12:33
Credo, ma potrei sbagliarmi, che il concetto sia affine a quello che ho trovato spesso citato dall'auto della pagina FB "Fotografia - il Nuovo cassetto" (https://www.facebook.com/il.nuovo.cassetto/) di "provocare il caso" come unico atto veramente significativo che il buon fotografo (si parla essenzialmente di foto di reportage) dovrebbe prefiggersi. Mettere da parte (senza dimenticarle, ma senza nemmeno farcisi condizionare troppo) tutte le regole e regolette per giungere a un'immagine che non sia necessariamente "bella", ma che sia "buona", in senso comunicativo ed espressivo, ben prima che artistico. Immagini immediate e comunicative (ma non per questo, anzi forse proprio per questo, facili o alla portata di chiunque), che comunicano una storia senza artifici e retorica. E' un concetto assai difficile, sul quale sto cercando, con scarso successo, di lavorarci sopra da un po'... |
| inviato il 18 Agosto 2016 ore 12:40
credo che la grande differenza tra una foto che "accade" e una foto "cercata" si possa individuare nei lavori di Cartier Bresson e il lavoro di Giacomelli sui manicomi ... il primo coglieva l'attimo, il secondo pettinava e metteva in posa le persone; ciò non significa necessariamente, meglio o peggio, sono chiavi di lettura/interpretazione molto diverse. Pesonalmente non ho la capacità di cogliere gli attimi e necessito di molto tempo per prendere una immagine. |
| inviato il 18 Agosto 2016 ore 13:47
Secondo me discorso è più complesso. Winogrand è comunque un grande fotografo, un riferimento tra i fotografi di street americani di un certo periodo, non credo che problema stia nel cogliere attimo, anzi Frank non coglieva l'attimo, non seguiva la filosofia di Bresson , per Frank la fotografia rispetta l'assurdità dei fatti, dove nulla attira l'attenzione. Secondo me la forza di Frank è quella di apparire distaccato, come se lui non stesse dando un opinione o un interpretazione ma stesse solo “ camminando attraverso il paesaggio, attraverso la città fotografando e andandomene via „ come lui stesso diceva. |
| inviato il 18 Agosto 2016 ore 13:48
Vi ringrazio per il vostro intervento. Mi rendo conto del quesito inusuale e dello sforzo necessario a dare una risposta. Io mi sono fatto l'idea che l'apprezzamento di Winogrand con il concetto di "accadono" sia inteso come frazione di tempo che dura per sempre. Si tratta di quel dono che hanno alcune fotografie di accadere ogni volta che le guardiamo e che pur rappresentando un istante del passato, come tutte le fotografie, si manifestano ad ogni loro visione. A proposito di "bella" o "buona" fotografia, può darsi che il concetto differenziale sia insito in questa caratteristica. Spero in altri contributi. Un saluto. |
| inviato il 18 Agosto 2016 ore 14:20
Non credo che Cartier Breson si possa affiancare a R. Frank, la fotografia di Bresso è studiata, Frank sapeva cogliere l'attimo la dove un'altro non ne sarebbe stato capace. |
| inviato il 18 Agosto 2016 ore 15:41
... La fotografia di Bresson non è studiata !!! |
| inviato il 18 Agosto 2016 ore 15:44
Certo che è studiata e lo è proprio pesantemente, secondo te non si piazzava in un posto aspettando il famoso attimo? credi che una produzione come la sua avvenga per colpi di culo in successione? La fotografia di Bresson è progettata bene, è fatta con occhio, capacità e tanto girovagare |
| inviato il 18 Agosto 2016 ore 23:08
Il tema era un altro. Vi chiedo di attenervi . Se vi interessa un confronto su HGB aprite un topic apposito. |
user12181 | inviato il 19 Agosto 2016 ore 0:26
"Le foto accadono" Urca! Titolo heideggeriano, "Die Fotografie fotografiet" o per metterla sull'aulico (anche perché viene meglio il verbo): "Das Lichhtbild lichtbildet", insomma: "La foto foteggia"(con una sola "t", mi raccomando). Se mi ricordo bene, c'è chi ha proposto di tradurre "sich ereignen" con "ek-stanziarsi dicevolmente". La proposta non si è affermata... |
| inviato il 19 Agosto 2016 ore 9:47
Grazie mille per il link su youtube ...Frank e Winogrand sono i miei eroi preferiti PS : io ho ritenuto un'altra frase di Winogrand : "scatto solo per vedere come la realta viene trasformata dalla fotografia" |
| inviato il 19 Agosto 2016 ore 9:57
Non ti saprei teorizzare la foto che "accade" ma confrondando le foto dei 2 citati si vede...nonostante la mia ammirazione per frank, credo che l'approccio di winogrand sia più "attuale"...non so é come la scoperta della chitarra elettrica? |
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