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Per una critica del giudizio esperto







avatarsupporter
inviato il 30 Marzo 2016 ore 18:45

Rilancio uno degli ultimi articoli di Smargiassi, mi sembrano considerazioni interessanti che aiutano a contestualizzare meglio anche la reale portata di tematiche calde che tanto appassionano il forum, dalla critica alle immagini ai 50mp...passando ovviamente per i 100 stop d'apertura delle ombre;-)MrGreen
smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2016/03/28/per-una-critica
Buona lettura

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2016 ore 18:47

Molto interessante. Grazie della segnalazioneSorriso

avatarsupporter
inviato il 30 Marzo 2016 ore 18:59

Ciao Blixa, per te e i Genovesi di segnalazione ne ho anche un'altra...anche se siamo proprio all'ultimo momento...
www.facebook.com/36fotogramma/photos/gm.572788456218840/91729884505213

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2016 ore 19:20

No dai che ultimo momento....è solo stasera...MrGreenMrGreenMrGreen
Scherzi a parte mi sa che non potremo andarci anche se mi piacerebbe. Discussione succosa sicuramente. Peccato. Grazie comunque ;-)

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2016 ore 19:38

Mi chiedo se sia sempre stato così o se si tratti di un problema che affligge solamente noi "moderni", quelli dell'Arte per l'Arte, gioco di parole che troppo spesso nasconde unicamente la volontà di non trasmettere più nulla all'osservatore e che spinge sempre più a nascondersi dietro improbabili marchingegni filosofici o, nel caso della fotografia, dietro al paravento della perfezione tecnica. Perché è evidente che quando la cosa parte da livelli così alti non si tratta più nemmeno della solita "scimmia" per la scorpacciata di megapixel o per l'ottica più performante che sia mai stata prodotta; queste sono manie "volgari", da gente dei "quartieri bassi", da kitsch popolare e populista. Il problema vero si pone quando è la critica d'alto bordo che diventa maniacale ed ossessiva. Se fare il pelo alla qualità di una stampa diventa più importante di ciò che l'osservatore riceve da quell'immagine, se l'imperfezione invisibile a tutti tranne che all'occhio del supercritico diventa più rilevante del messaggio da trasmettere, alla fine mi convinco sempre di più che aveva ragione G. C. Argan quando, già negli anni "60, decretava che l'Arte era morta!
Ormai non siamo più alla normale ricerca del miglioramento personale, siamo schiavi della perfezione tecnologica; come diceva quella canzone? ... bella senz'anima ...

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2016 ore 20:06

Ma allora aveva ragione IFelix, quando diceva che troppa cultura inquina, rende troppo sofisticato il giudizio, porta a un godimento meno spontaneo, filtrato dalla specializzazione ? MrGreenEeeek!!!

A me piace il Blues, magari un po' sporco, imperfetto, ma suonato col cuore, quando si alzano i peli....ci siamo !
La spontaneità porta a qualche nota imprecisa, a qualche " orizzonte storto "?

La capacità di giudizio può prescindere dal " cuore" per fermarsi al cervello ? !

Cercare la perfezione a tutti i costi non è una forma di superficialità, un approccio frustrante.?

Poi e' vero che in fotografia, ma anche nella musica, probabilmente, c'e' bisogno di una distinzione di genere.

Eppure è altrettanto vero che la cultura e la comprensione del linguaggio devono andare di pari passo.


avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2016 ore 20:07

Ma non ho mica capito........
Questi vanno a vedere una mostra fotografica e con essa il messaggio che trasmette oppure vanno a guardare il lavoro dello stampatore ???
A me pare assurdo....
Credo che nel momento in cui ci lasciamo distrarre da elementi "esterni" che ci distraggono dal vero succo della cosa ci sia qualcosa da rivedere in noi e non in chi ha proposto la fruizione della sua arte !
O no ?

avatarsupporter
inviato il 30 Marzo 2016 ore 20:17

@Blixa, io ci sarò, se per caso ce la fate magari si ci vede;-)
Max, non nominarlo invano che è di nuovo tra noi...Eeeek!!!
Daniele e Red, concordo con voi e soprattutto con le considerazioni di Michele, molto equilibrate.

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2016 ore 20:24

Ci sono discussioni che si scatenano rapidamente con una serie di risposte,che riguardano argomenti di carattare generale dove è possibile in qualche modo attingere ad un proprio bagaglio personale,invece quando si fa una domanda diretta la richiesta rimane sospesa a tempo indeterminato.
Ci sono alcuni passaggi che mi sfuggono,sembra una argomentazione generale insita nella capacita' dell'individuo di vedere a seconda di quanto sia allenato l'occhio e quindi nelle differenti visioni dell'artista,fotografo,fotoamatore giornalista,appassionato,visitatore delle gallerie di vivere l'approccio la passione per l'immagine in relazione ad un rapporto con l'esterno,ma poi il blog sembra aggiungere qualche tassello fondamentale per sviluppare ulteriormente l'idea che si voleva mostrare e riscoprire..e il messaggio assume una connotazione profondamente diversa.In questo caso il tipo di stampa è un veicolo alla scoperta,rafforza e impreziosice il messaggio,del tipo tutto quello che hai fatto(e non sei cosi' unico) e creduto si dissolve o si trasforma di nuovo,con rivelazione su cui riflettere celata,che apporta valore al tutto.Mi ricorda un perdersi nella trama in qualche modo,di altri artisti,il tentativo di svelare il filo sottile,fino ad arrivare ai...

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2016 ore 20:31

What ? ! Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2016 ore 20:35

L'articolo è interessante Caterina, la competenza non è mai un limite, ma una capacità supplementare di superare le limitazioni che la superficialità delle analisi riduce e banalizza.
Il grande pubblico di ogni settore si è sempre discostato in maniera variegata degli esperti e questo non certo un limite che appartiene alla nostra epoca.
Certo per la fotografia, con i vari mezzi in mano alla quasi generalità delle persone, il fenomeno ha assunto importanza e rilievi come non è mai avvenuto nelle epoche precedenti.
La tecnica esasperata addormenta le emozioni e per guardare una fotografia esiste sempre un dualismo che riguarda la tecnica con le capacità di chi fotografa e poi le emozioni che uno scatto suscita, filtrate da quello sguardo che ha colto una realtà ponendola su un piedistallo per evidenziarla.
Un doppio binario da non confondere.

Ciao e grazie per la segnalazione.

Patrizio

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2016 ore 20:38

@Caterina
Purtroppo non riusciamo come anticipato. Non abitando proprio a Genova non è praticissimo. Sarà per la prossima volta;-)

user39791
avatar
inviato il 30 Marzo 2016 ore 20:44

A casa loro io ascoltavo i Pink Floyd, loro ascoltavano i fruscii.


Geniale. Riflettete gente, riflettete! Bella segnalazione Cate!:-P

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2016 ore 20:50

C'è un passo dove si citano alcune fotografie scattate a lume di candela,del fotografo che si isola da tutto,con se stesso e l'ambiente nella luce naturale e la pietra,ci sarebbe una qualita' nella riproduzione delle stampe legata al rumore,che non permette poi di tradurre perfettamente in immagini la materia...
e allora qualcuno dice sono bellissime....non cambia il messaggio,fra il perfetto o imperfetto,no l'intento era mostrare che siamo legati a dei limiti,quella tecnologia che deve tradurre l'immagine tradisce e rivela i pixel...e forse far alzare qualcuno dalla sedia e porsi delle domande.

avatarsenior
inviato il 30 Marzo 2016 ore 20:54

Sono pienamente d'accordo con Patrizio sul fatto che la competenza del fruitore della comunicazione (in qualsiasi forma espressa) non costituisce un limite, ma una ricchezza. Tornando all'esempio da cui l'articolo prende le mosse è evidente che chi conosce la musica dispone di un mezzo in più rispetto al quisque de populo per poter godere dell'opera musicale. Questa maggiore competenza può portare a riconoscere difetti che sfuggono agli altri, ma anche ad apprezzare ancora di più un'esecuzione che, invece, sia stata magistralmente eseguita. Così in una mostra fotografica si dovrebbe tendere ad esprimere e comunicare i propri messaggi anche curando la tecnica in fase di stampa, la presentazione ecc.; altrimenti se pure il messaggio passa rimane comunque un po' di delusione, per la mancata cura con cui è stato espresso. Ferma la libertà dell'autore di andare, ma consapevolmente, contro corrente e magari di ribaltare i canoni a cui i lettori sono troppo abituati.
Del resto la storia dell'arte, da sempre, è piena di casi in cui gli "esperti" hanno visto qualcosa che è sfuggito al grande pubblico, oppure quest'ultimo ha apprezzato un autore per aspetti che oggi sembrano a tutti veramente secondari, così come in tanti casi il successo di pubblico è giunto inaspettato per alcuni "esperti" che invece avevano bocciato l'opera.
In conclusione mi pare un articolo che per forza di cose lascia il tempo che trova, non potendo concepirsi una risposta definitiva in una materia in cui in definitiva regna la massima libertà.
Fabio

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