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La Scuola di Yokohama







avatarsenior
inviato il 21 Marzo 2016 ore 11:54

La foto giapponese di fine 800/inizio 900 è molto particolare e interessante, tutto parte quando tra il 1859 e il 1863 vengono aperti al commercio estero i porti di Yokohama, Hakodate e Nagasaki, dove grazie ai contatti con i numerosi viaggiatori europei appassionati di fotografia, i giapponesi apprendono le tecniche fotografiche e acquistano le prime attrezzature. Le immagini di questo periodo consistono principalmente in ritratti in posa di persone abbienti, architetture e paesaggi.

Dal 1863 la situazione inizia a cambiare e nel volgere di trent’anni il paese diventa la maggior potenza industriale in Asia. A questo fa seguito un diffuso senso di nostalgia per i tempi passati, sia negli occidentali che nei giapponesi, e che finisce per influenzare la visione fotografica stessa; grazie anche al successo delle opere e dei trattati che in occidente alimentano il mito del giapponismo, questo tentativo di ricreare e divulgare attraverso le immagini l’ideale di un Giappone antico ed ancorato alle tradizioni trova larga adesione: complice la “selettività” del mezzo fotografico, è possibile focalizzarsi su una sola parte della realtà escludendone altra, oppure ricrearla appositamente in studio quando anche questa realtà “parziale” non è più individuabile in natura.
Dal 1864 il fotografo Felice Beato dà inizio alla vendita dei cosiddetti "album souvenir", rilegati e arricchiti da un assortimento di immagini tipiche del Giappone: veri e propri gioielli di artigianato, hanno copertine in legno laccato con intarsi in argento, oro, avorio, corno e madreperla. Il turismo “per diletto”, che seguiva gli itinerari di viaggio allora permessi, crebbe in seguito notevolmente.
Le fotografie ritraggono spesso i cosiddetti luoghi celebri, ovvero luoghi divenuti ormai noti per l’immaginario collettivo e rappresentati anche nelle stampe ukiyo-e.
Come la scelta dei soggetti e la composizione stessa dell' immagine siano influenzate dalla tradizione artistica giapponese lo si può ben vedere anche nelle fotografie ritraenti scene di vita quotidiana, di cui sono protagonisti donne, samurai, portatori di risciò e palanchini, venditori ambulanti, contadini al lavoro nelle risaie, lottatori di sumo e via dicendo.
Queste stampe all'albumina erano colorate a mano da coloristi abilissimi che in passato si erano già dedicati alla pittura su carta e tessuto e alla realizzazione di xilografie policrome, tanto che questa tecnica può essere considerata una particolare prosecuzione estetica dell'ukiyo-e. Un artista che applicava un singolo colore, servendosi di pennelli sottilissimi, poteva impiegare fino a 6 ore per immagine.
Senz'altro la mancanza del colore nelle fotografie ottocentesche era avvertita come un limite e la policromia di queste stampe, insieme alla loro raffinatezza ed esoticità, deve aver contribuito al senso di stupore e meraviglia con cui esse furono accolte.

www.turismo.it/typo3temp/pics/b2418250fc.jpg

www.sifest.it/wp-content/uploads/2015/09/MFC-A-004626-0045.jpg

www.ilas.com/public/ilas_news/japanese-dream-beato-felice-e-la-scuola-

blog.unicomitalia.org/wp-content/uploads/2013/06/A-Genova-la-fotografi

avatarsenior
inviato il 21 Marzo 2016 ore 11:57

A parma c'è una mostra molto bella fino al 5 giugno 2016, l'ho apprezzata moltissimo e devo dire che mi hanno colpito per la precisione della pittura queste lastre :

www.artapartofculture.net/new/wp-content/uploads/2014/10/11-02.-Maiko-

Sembrano davvero a colori e non dipinte

avatarsenior
inviato il 21 Marzo 2016 ore 12:02

Bellissime e affascinanti... Non sapevo nulla a proposito.
Grazie per la condivisione Sorriso

avatarsenior
inviato il 21 Marzo 2016 ore 12:02

Grazie. Splendida segnalazione. Ci andrò sicuramente

avatarsenior
inviato il 21 Marzo 2016 ore 13:34

Felice ed Antonio Beato, fratelli inglesi partiti dall'ex veneziana Corfù.
Antonio aprì studio a Luxor, documentando e contribuendo alla "scoperta" del grande pubblico per le antichità egizie.
Felice seguì l'esercito di Sua Maestà Britannica nelle guerre di Crimea, dell'oppio (Cina) e di ribellione in India, per poi aprire bottega in Giappone, inventando quella che poi venne definita, appunto, scuola giapponese.
Tra i primi fotoreporter di guerra, molto prima di Brady con le foto della guerra di secessione americana, hanno anche contribuito enormemente nella documentazione e rappresentazione dei luoghi esotici e sperduti nelle più remote colonie. Il tutto in perfetta continuità, ma con mezzi nuovi, dei taccuini di viaggio tanto cari al romanticismo.
Due grandi personaggi, forse un po' dimenticati.

Saluti
Roberto

user39791
avatar
inviato il 21 Marzo 2016 ore 17:28

Grande segnalazione, grazie 1.000!!! ;-);-)

avatarjunior
inviato il 22 Marzo 2016 ore 13:11

Interessantissima segnalazione! Non ne avevo mai sentito parlare, grazie! ;-)

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2021 ore 20:56

Felice Beato e' MITICO ! L'ho trovato per caso girovagando per Instagram.
Volevo segnalarlo qui su juza, ma ho visto che l'avevi gia' fatto tu: riesumo percio' questo 3D perche' vale proprio la pena approfondire MrGreen

Il Giappone come non lo avevate mai visto !
it.m.wikipedia.org/wiki/Felice_Beato

avatarjunior
inviato il 30 Ottobre 2021 ore 15:35

Bravissimi sia Jacopo che l'autore del post. Grazie.

avatarsenior
inviato il 30 Ottobre 2021 ore 16:37

Bravissimi sia Jacopo che l'autore del post. Grazie.


Concordo

avatarsenior
inviato il 30 Ottobre 2021 ore 17:13

Grazie

avatarsenior
inviato il 30 Ottobre 2021 ore 17:37

MrGreen MrGreen MrGreen

avatarsenior
inviato il 30 Ottobre 2021 ore 23:53

Qui trovate un libro gratuito in inglese con la sua storia e le sue immagini

www.getty.edu/publications/resources/virtuallibrary/9781606060353.pdf

avatarsenior
inviato il 31 Ottobre 2021 ore 8:56

Fichissimo ! Grazie MrGreen

avatarsenior
inviato il 31 Ottobre 2021 ore 9:00

Grande, ottima condivisione

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