| inviato il 13 Febbraio 2016 ore 21:46
Salve a tutti, sarà che Febbraio è il mese più noioso che esista, sarà il lavoro che mi destabilizza, ho deciso, quindi, di appassionarmi a qualcosa di nuovo per me: la fotografia analogica. Sono troppo giovane (che poi manco tanto) per averla vissuta appieno, ho imparato col digitale e l'unica macchina col rullino che ho avuto è stata una compatta Giochi Preziosi delle tartarughe ninja. Curiosando su internet sto iniziando a scoprire le affascinanti compatte a telemetro degli anni 60-70, su ebay te le lanciano addosso, si trovano modelli messi bene a 30-35 euro massimo, poi dipende dal modello. Ho appena acquistato una bellissima Canonet 28 (vi ricordate il film Pecker?) e un'ancor più bella Olympus Trip, che telemetro non è. Ho deciso di iniziare una piccola collezione in comunità con mio padre, grazie anche al costo irrisorio di queste macchine, comprando anche qualche rullino per sperimentare finalmente la fotografia analogica. Avete qualche consiglio da darmi o qualche modello da suggerirmi? Ne vorrei una a priorità di diaframmi, la Canonet è totalmente automatica, così come l'Olympus, ma che abbia la messa a fuoco tramite telemetro. Qualcuno ha qualche informazione da darmi? Grazie a tutti! |
| inviato il 14 Febbraio 2016 ore 9:31
Salve Les.spi, provengo dal mondo della camera oscura e, anche se ormai scatto prevalentemente in digitale per questioni pratiche, non rinuncio a far visita spesso alla mia discreta collezione di fotocamere a pellicola, che mi ha accompagnato nel corso della vita. Quando anni fa cercai una fotocamera piccola, compatta, discreta e silenziosa, ma con una notevole qualità ottica, da avere sempre con me, dopo attenta documentazione, scelsi la Konica S3. Modello introvabile in Italia, al punto che la ordinai sulla Baia inglese. Le caratteristiche tecniche le puoi leggere su www.cameraquest.com, assieme a tante informazioni, anche su altre fotocamere. Riassumendole: compattissima, ma con un' ottica 38/1,8 stratosferica per incisione (6 lenti in 4 gruppi), otturatore centrale con scatto inudibile, senza vibrazioni, telemetro incorporato, esposimetro in grado di bilanciare luce ambiente e luce flash (nella slitta flash c'è un interruttore collegato con la ghiera di messa a fuoco). Rilevata la presenza del flash, la fotocamera varia con continuità l'apertura del diaframma al variare della distanza di messa a fuoco (soggetti vicini-diaframma più chiuso; soggetti lontani-diaframma più aperto) lasciando all'esposimetro la gestione del tempo di scatto in base alla luce ambiente rilevata. In pratica, col flash opera in priorità di diaframmi, sincronizzando però il diaframma con la distanza di messa a fuoco (corretta esposizione luce flash), domandando all'esposimetro la gestione della luce ambiente. Senza flash la fotocamera opera in priorità di tempi (da 1/8 a 1/500). Un autentico gioiellino con questo esclusivo ed efficace sistema di bilanciamento della luce flash/ambiente. Un'altra fotocamera a telemetro di pregevole qualità è la Minolta 7sII, con ottica Rokkor di grande resa tonale, ma di ingombri decisamente maggiori. In livrea nera è decisamente più rara. Entrambe sono ad ottica fissa. Purtroppo, il limite della pellicola è sempre stato nella mediocre/infima qualità di sviluppo e stampa di tanti laboratori italiani che hanno ormai relegato autentici gioielli del passato a tristi fermacarte. Oggi le eredi di queste fotocamere, per approccio, disposizione comandi, feeling, resa cromatica e tonale sono le Fuji. Spero di esserti stato di aiuto |
user86925 | inviato il 14 Febbraio 2016 ore 12:03
Certamente la piccola collezione che vuoi intraprendere è una cosa bellissima, ma a distanza di tempo potresti renderti conto che avere diversi corpi significa che non potresti usarli tutti continuamente e molti resterebbero sulla mensola, se le intenzioni restano quelle di usarle potrebbe aver senso investire su un corpo tecnicamente più valido. Forse come fascia di prezzo non rientrerà tra quello che cerchi, ma se non la conosci devi almeno sapere che esiste, a priorità di diaframmi mi viene in mente la Minolta CLE, (versione elettronica dell' ottima Leica CL) vedi qui e naturalmente funziona anche in manuale, ha le cornici del telemetro per il 28mm, 40mm, 90mm e risulta ottima con un 40mm se piace la focale (le leica M non hanno la cornice per il 40mm), sarebbe davvero un gioiellino abbinata all' ottimo voigtlander 40mm f 1,4 ma caschi benissimo anche con l' ottimo minolta rokkor 40mm f2 che non ha nulla da invidiare al blasonato leica summicron 40mm f2. comunque ce ne sono tante, dai un occhio a questo link per continuare la tua ricerca... |
| inviato il 14 Febbraio 2016 ore 14:15
Grazie a tutti dei consigli! Ho visto la Minolta CLE, che spettacolo! Purtroppo è troppo onerosa per le mie finanze, sto seguendo aste anche della Minolta 7sII e della Konica, però sono molto rare e i prezzi fioccano. Ho appena trovato una Yashica Electro MG-1 con obiettivo 45 f/2.8, ho appena visto che lavora a priorità diaframmi o in automatico, che ne pensate? Sarebbe preferibile sennò puntare a una Electro GS con il suo obiettivo 45 f/1.7? @Giampaolo, sto iniziando ad appassionarmi alla pellicola grazie alle Fuji! |
| inviato il 14 Febbraio 2016 ore 21:32
La Leica CL (compact Leica) era in realtà costruita in numerose parti da Minolta, con la quale la blasonatissima casa Tedesca iniziò una partnership agli inizi degli anni '70 per la costruzione della reflex R3 e mantenuta per numerose fotocamere e ottiche successive. La Minolta CLE era integralmente costruita da Minolta e poteva montare anche il pregiatissimo Rokkor 28mm, costruito per l'occasione e inizialmente non previsto per la Leica CL. Entrambe le fotocamere hanno un certo valore collezionistico ed i prezzi richiesti per un corredo completo di ottiche 28-40-90, tutte eccelse, superano le quotazioni di un pari sistema mirrorless Fuji. Leggendo le premesse del tuo intervento, mi sembrava evidente non fosse questo il tuo target. Anche disponendo di un migliaio di euro per l'operazione, non so quanto la sfrutteresti per delle stampe mortificanti e costose che ti propinerebbero laboratori pasticcioni. Se però vuoi imparare a sviluppare e stampare il b/n, tali fotocamere hanno ancora molto senso, ma la strada è lunga, tortuosa e tutta in salita. Tornando alla tua richiesta, la Yashica era un'altra ottima macchina, sicuramente preferibile il modello con l'ottica più luminosa, però valuta bene ingombri e peso. Queste fotocamere si estinsero all'epoca, perché sostituite da reflex di pari dimensioni e peso, ma con ottiche intercambiabili. Aggiungo alla lista anche le Olympus 35RC (42/2,8), 35RD (40/1,7) e la SP (42/1,7), la piccolissima Ricoh 500G e la pregevole Petri Color 35. E valutare il sistema reflex Olympus OM, capolavoro di miniaturizzazione dell'ingegnere nipponico Maitani? P.s. Le fotocamere digitali Fuji sono macchine fotografiche "a pellicole". Hanno caratteristiche metrologicamente non rilevabili dai test, ma che l'occhio esperto, cresciuto nei tempi della pellicola, apprezza. Quando voglio ritrovare certe emozioni, la scelta ricade sulle mie due fide Fuji S5 con ottiche Nikkor Ais, manual focus, la cui ricchezza cromatica, unita ad un equilibrato contrasto, valorizzano le peculiari caratteristiche del Super CCD a celle ottagonali su matrice diagonale, ottimizzato per la stampa :-) |
| inviato il 14 Febbraio 2016 ore 21:54
Se le prendi per collezionarle ok, ma se le vuoi usare c'è da tenere presente quello che ha detto Giampaolo: “ Purtroppo, il limite della pellicola è sempre stato nella mediocre/infima qualità di sviluppo e stampa di tanti laboratori italiani che hanno ormai relegato autentici gioielli del passato a tristi fermacarte. „ Metti in conto anche la necessità di adattarti ad un tipo di fotografia completamente diverso. Ho ancora cinque o sei macchine a pellicola ma non so se sarei ancora in grado di usarle con profitto. |
user71191 | inviato il 14 Febbraio 2016 ore 22:06
Rolley 35. Non ricordo che cavolo di obiettivo avesse ma era una bomba. Aveva però solo il mirino galileiano "a stima" e per caricare la pellicola erano grasse bestemmie. Credo però che un esemplare sano costi più di 30 o 40 euro. |
user86925 | inviato il 14 Febbraio 2016 ore 22:30
senza telemetro e con mirino galileiano a stima c' è anche la MINOX 35 GT che entra in un pacchetto di sigarette. |
| inviato il 14 Febbraio 2016 ore 23:56
Ottime segnalazioni per la categoria fotocamere senza telemetro. Mi permetto di integrare alcune informazioni. Rollei 35S (ottica 40/2,8 Zeiss Sonnar, 5 lenti, la più pregiata) e la sorellina minore 35T (ottica 40/3,5 Zeiss Tessar, 4 lenti, il famoso "Occhio d'aquila") preferibilmente "made in Germany" e non in "Singapore" Minox GT, oppure, la successiva GT-E con obiettivo Color minotar 35/2,8, di sole 3 lenti, otticamente inferiore anche alla più economica delle due Rollei. Purtroppo, a tutti modelli GL e a vari, successivi modelli GT, si rompeva l'otturatore centrale senza preavviso, né sintomo alcuno. Si armava l'otturatore con la leva di carica, in due colpi, si avvertiva il click dello scatto, ma l'otturatore non si apriva più. Te ne accorgevi solo quando ritiravi le foto dal laboratorio: negativo trasparente, inesposto. Personalmente, persi le foto di un'intera estate. Costo della riparazione pari al prezzo della fotocamera nuova. Nella categoria compatte con telemetro un autentico best seller fu la Olympus XA, a priorità di diaframmi, del 1979. Ottica Zuiko 35/2,8 con 6 elementi racchiusa in un guscio a "uovo", che fece scalpore per le elevate prestazioni e la geniale architettura ottica supercompatta, progettata dal leggendario Yoshihisa Maitani. Anche la versione semplificata XA2, totalmente automatica, del 1980, nonostante un più economico 35/3,5 di derivazione Tessar, si difendeva egregiamente bene. Fu anche prodotta nel 1985 la versione XA4 con ottica 28mm. Per tutte era prevista l'unità flash esterna A11 sul lato sinistro. L'enorme successo e diffusione della serie XA, complice la qualità delle ottiche e l'affidabilità dimostrata sul campo a distanza di oltre 30 anni, si traducono ancora oggi in un acquisto poco oneroso e di grande soddisfazione. Sicuramente, un pezzo immancabile in una collezione di queste piccole, grandi fotocamere. |
| inviato il 15 Febbraio 2016 ore 8:40
Grazie a tutti delle risposte! @Giampaolo sei una miniera di informazioni! Sto valutando seguendo un'asta per una Minox GT e una Rollei 35. Ho appena preso una Yashica Mg-1 praticamente pari al nuovo, con scatola, istruzioni e flash per 24 euro! Vorrei iniziare un piccolo progetto fotografico scattando solamente con l'analogico. Ho trovato un laboratorio a Napoli molto rinomato, vecchio stampo. Avete qualche dritta da darmi? Dovrei avere qualche accortezza? Avrei scelto come pellicola una Kodak tri-x 400 per il bianco e nero e la Fuji superia x-tra 400 per quelle a colori. Ho letto che molti consigliano di sovraesporre con la pellicola in bianco e nero e poi comunicarlo al laboratorio, però non ho capito il perché... Grazie a tutti delle risposte, sono veramente ignorante riguardo al mondo dell'analogico! |
| inviato il 15 Febbraio 2016 ore 9:19
Ricordo che si poteva esporre la pellicola per una sensibilità diversa da quella nominale (comunicandolo al laboratorio ma non a tutti), ma non ricordo nulla riguardo la sovraesposizione del bianco e nero. In compenso posso dire con sicurezza che a volte per avere i colori più saturi si sottoesponevano di mezzo stop le diapositive. La diapositiva era la scelta preferita da chi non poteva o non voleva sviluppare e stampare in proprio, in quanto garantiva maggiore fedeltà cromatica rispetto al negativo. La proiezione delle diapositive è forse la cosa più bella dell'analogico, un'esperienza che tutti dovrebbero provare. |
| inviato il 15 Febbraio 2016 ore 10:20
La mia scelta, ai tempi, fu la Olympus XA, il famoso ovetto! Piccola, arrotondata una simil saponetta! www.nadir.it/ob-fot/OLYMPUS_XA/olympus_xa-nad.htm L'obiettivo era uno zuiko 35mm f2,8 con messa a fuoco telemetrica: quasi quasi la tiro fuori di nuovo! Stefano |
user71191 | inviato il 15 Febbraio 2016 ore 10:20
Be'sì, le pellicole in b/n si potevano "tirare"per ottenere certi effetti, pena una grana molto più "ruvida". Prima dei figli sviluppato io, ma qualche volta sbagliavo i tempi (oppure, da bravo taccagno, riutilizzato troppo il bagno rivelatore)e mi trovavo con in mano un intero rullo da buttare. Il digitale ha salvato il mio matrimonio. |
| inviato il 15 Febbraio 2016 ore 10:59
Ahahaha io non ho matrimoni in corso (che io sappia), ma la mia casa è troppo piccola per allestire una sorta di camera oscura. Proverò ad affidarmi a questo laboratorio di cui mi hanno parlato bene, lavora dal 1930 e, non so il perché, mi ispira fiducia. Oggi mi attrezzerò per pulire la Canonet e rifare tutte le guarnizioni, la gomma si è macerata e ha fatto un casino. Fortunatamente non dovrebbe essere un'operazione difficile. @Stepie, ho visto la XA! Ne ho letto molto su internet e ne parlano tutti veramente bene! @Stefano, io ancora devo capire la differenza tra pellicole e diapositive... |
| inviato il 15 Febbraio 2016 ore 11:04
se è solo collezionismo prendi corpi "non funzionanti" e giusto 1-2 da uso |
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