user39791 | inviato il 18 Gennaio 2016 ore 13:57
Dato che questa sezione dedicata alla cultura è un po agonizzante e allo stesso tempo mi sta molto a cuore ho deciso che, tempo permettendo, aprirò periodicamente un post dedicato a un importante fotografo. Alcuni saranno molti famosi e altri un po meno, ma spero tutti interessanti. Userò l'ordine alfabetico. Metterò i suoi dati essenziali e qualche foto, l'arricchimento del post sarà lasciato al vostro buon cuore. Sono molto gradite segnalazioni di eventuali imprecisioni e/o spunti e consigli per il miglioramento di quanto da me postato. Come espressamente richiestomi: Riferimento al/ai sito/i da dove ho preso ciò che ho postato nel profilo dell'artista in questione: www.marieclaire.it/Attualita/Fotografi/Richard-Avedon Richard Avedon (New York, 15 maggio 1923 - San Antonio, 1 ottobre 2014) La sua carriera di fotografo comincia nella Marina mercantile: assegnato alle autopsie e alle foto d'identità, scatta dei ritratti dei suoi compagni di camerata. Nel 1944 ha un incontro decisivo con Alexey Brodovitch, leggendario art director di Harper's Bazar. Da qui inizia una collaborazione artistica che li porterà nel 1959 a realizzare Observations, libro di ritratti che desta molto scalpore, per il quale Brodovitch ha curato la veste grafica e Truman Capote i testi. Poco prima, nel 1955 ha realizzato Dovima con elefanti, Abito da sera di Dior , Crice D'Hiver, Parigi, agosto 1955, la sua più celebre fotografia di moda, e di certo una delle più originali del periodo. Il 22 novembre 1963 realizza in Times Square una serie di foto a persone che mostrano il giornale che parla dell'assassinio di Kennedy. Nel 1965 passa da Bazaar a Vogue. Nei primi anni '70, con Arbus, pubblica un libro su Alice nel paese delle meraviglie, nel quale, come in un lavoro dello studio di Andy Warhol, le fotografie hanno un aspetto teatrale per la sequenzialità e la gestualità studiata dei personaggi fotografati. Nel 1974 espone al MOMA di New York una serie sulla lenta morte del padre Jacob Israel Avedon sconvolgendo critica e pubblico: una commovente testimonianza dell'inevitabile declino di una personalità forte nonché una tenera testimonianza del suo rapporto con il genitore. Più tardi, pubblica In the American West, libro che infrange il mito del West a stelle e strisce (tipico dei cowboy) focalizzando l'attenzione su minatori, braccianti, piccoli impiegati e disoccupati. In seguito realizza una serie dedicata ai malati di mente del Louisiana State Hospital e, come disgustata presa di posizione contro la guerra, una sequenza sulle vittime del napalm in Vietnam. Sono queste le uniche sue opere in cui appaiano chiaramente cenni di violenza che Avedon ha sempre rifiutato di rappresentare: «le immagini di violenza producono nuova violenza», sosteneva. Le sue opere sono esposte a New York al MOMA, al Metropolitan Museum e al Whitney Museum of American Art. Nel 1994 il Museum Ludwig organizza una retrospettiva imponente e una rassegna delle sue fotografie di moda. Innovativo, tagliente, attentissimo. Richard Avedon è considerato uno dei più grandi fotografi della storia e il suo stile è inconfondibile in qualunque genere abbia visitato. Alcuni suoi ritratti costituiscono vere pietre miliari della storia della fotografia: i membri della "Warhol factory", la famiglia Ginsberg, i "Chicago Seven", il ritratto di Charlie Chaplin. Avedon non ha mai avuto alcun riguardo a portare alla luce, su sfondo bianco, gli aspetti più intimi dei protagonisti-soggetti. Ciò ha attirato diverse attenzioni sulla sua figura professionale ma anche qualche "timore" da parte dei soggetti; «Sia clemente con me», ha dichiarato Henry Kissinger prima di una session. Grande successo deriva anche dalla sua attività nel mondo della moda: è il primo a voler abbandonare per sempre la fotografia "artificiosa" ideata in studio portando le modelle on the road, a Parigi, nei café e nei salotti. Ciò segna l'inizio di una "nuova era" della fashion photography: il suo approccio sempre più minimal, diviene d'ora in poi esemplare per un'intera generazione di fotografi. Molti ritratti di Avedon esprimono "atteggiamenti battaglieri": da quello del diavolo-Chaplin, alla vigilia del suo esilio dagli Usa a causa delle sue convinzioni politiche, a quello alla caduta del muro di Berlino in cui fotografa la folla in festa la notte di San Silvestro 1989 accanto alla Porta di Brandeburgo. Anziché tradizionali reportage fotografici, Avedon propone sempre una sua personale selezione di significati simbolici, che spesso esprimono le sue stesse idee politiche e ideologiche. Una sua famosa frase: «Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia, è come se avessi trascurato qualcosa di essenziale. È come se mi fossi dimenticato di svegliarmi». www.oggiscopri.it/wp-content/uploads/2015/08/dovima_elefanti1200.jpg graffica.info/wp-content/uploads/2015/05/padre-Avedon.jpg www.stefanomartellucci.com/wp-content/uploads/2015/09/avedon_beekeeper s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/8c/64/d8/8c64d82ef182f99d337aa447838 nassau.happeningmag.com/wp-content/uploads/2011/07/ncma-dylan.jpg www.agendalugano.ch/system/rich/rich_files/rich_files/000/000/038/full www.blakemag.com/wp-content/uploads/2013/01/Andy-Warhol-and-members-of cultstories.altervista.org/wp-content/uploads/Cult-Stories-Allen-Ginsb www.theavedonfoundation.net/data/photos/1764_1Chicago_Seven.jpg kinoimages.files.wordpress.com/2012/07/avedon_charles_chaplin_leaving_ www.theavedonfoundation.net/data/photos/1576_1henry_kissinger__secreta senzaudio.it/wp-content/uploads/2015/02/d.jpg www.beatricebrandini.it/wp-content/uploads/2015/04/11-richard-avedon-f jespro.files.wordpress.com/2011/05/richard-avedon.jpg blog.modartech.com/wp-content/uploads/2014/10/richard-avedon-kate-moss 25.media.tumblr.com/tumblr_lampnzHFcz1qa2nzso1_1280.jpg |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 14:19
Ennesimo post molto interessante! Grazie! :) Giusto per curiosità, il primo ritratto di Marylin è una rielaborazione del secondo sempre di Avedon? Chiedo perché mi da l'impressione che sia un po "estraneo" al suo stile... |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 14:28
Per ora mi viene solo da dire che Avedon, con grande capacita', rappresenta il fotografo che, in prevalenza, costruisce immagini a differenza di altri grandi fotografi che colgono immagini senza costruirle , Capa o HCB etc. |
user39791 | inviato il 18 Gennaio 2016 ore 14:32
Grazie Luca per la segnalazione, ho tolto l'immagine perchè ha fatto venire qualche dubbio anche me!! Grazie anche a te Peppe per la partecipazione. |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 14:38
Tolto che può non interessare/interessarci il genere, Avedon è come Elvis. C'è un prima ed un dopo.... Famoso per i ritratti e per qualche roportage, a lui si deve quello che da Avedon in poi è la fotografia di moda. |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 15:12
È stata l'unica e la sola mostra che in vita mia per vederla (una ventina di anni fa) mi sono fatto 500 km: Padova-Milano-Padova. |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 15:52
Senza polemica, chiamare Avedon fotografo di moda o influente nella moda e' altamente riduttivo, e' stato il piu' grande ritrattista nel vero senso del termine. In The American West e' un lavoro geniale che unisce il reportage al ritratto usando una tecnica di ripresa impegnativa come il banco ottico nel ritratto. Lui lo ha semplificato e ha scattato come nessuno un panorama dell'America di quei giorni. Nei suoi ritratti ha saputo cogliere e raccontare l'essenza delle persone in foto apparentemente semplici. |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 16:06
Ho avuto la fortuna di vedere una sua mostra in Danimarca nel 2007 al "Louisiana Museum of Modern Art". Da quel giorno mi avvicinai alla fotografia. Piu che per le foto di moda lo ho apprezzato per la potenza comunicativa dei sui ritratti, nel suo lavoro The American West si e' dimostrato un maestro assoluto nel raccontare una storia con una sola immagine. Mi ha colpito la scelta di ritrarre l'america operaia, una raccolta estremamente viva e reale. |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 16:15
@Marinaio, se ti riferivi al mio intervento, nessuna polemica anzi! Quel che volevo dire è che oltre a quanto dici tu e che sottoscrivo in toto, c'è il prima/dopo Avedon nell'ambito moda... |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 16:33
D'accordo Shambola, e' vero, pero' cosi' sembra che quello sia stato il suo lavoro primario. Nella moda di sicuro e' stato un grande ed ha lavorato tantissimo; la sua produzione artistica pero' e' stata superiore e come ritrattista e' stato ancora piu' influente. Ci tenevo a precisarlo e ad aggiungerlo. Ciao Gian Luca |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 17:41
Correggetemi se sbaglio, ma è anche stato uno dei primi a proporre foto scioccanti posate. Ha cavalcato due epoche della fotografia, da protagonista. Un grande interprete. Ancora grazie Filiberto, per la splendida iniziativa! |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 19:10
Trovo i suoi ritratti stupendi, direi quasi ipnotici, davvero un grande interprete. |
| inviato il 19 Gennaio 2016 ore 10:13
Bellissima iniziativa Filiberto! RItratti magnifici! |
| inviato il 19 Gennaio 2016 ore 10:47
Mi viene da dire solo Genio!!! |
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