| inviato il 02 Marzo 2015 ore 14:43
In questo post mi piacerebbe che ognuno di noi raccontasse (anche col supporto di una o due foto) la sua passione per la fotografia ed il suo modo di viverla. Spero che Jeronim non sia contrario all'apertura del post in questa sezione, se lo fosse, può sempre spostarlo. Qual'è il rapporto con lei, cosa sentiamo quando scattiamo, cosa ci spinge a fare determinati scatti, come viviamo i risultati? Perché abbiamo scelto determinati generi? Se non riusciamo ad ottenere quello che abbiamo in testa, come reagiamo? Come ci vengono le idee? Non vorrei che questo post diventasse un elenco di proposizioni. Preferirei che a fronte di una proposizione, si aprisse un minimo di discussione. Basta qualche battuta, prima di passare al prossimo. Parto io ma poi mi piacerebbe che voi seguiste a ruota. Fotografo dal 1990 e la mia fotografia ha seguito molte evoluzioni. Se però qualcuno mi chiedeva cosa prediligevo? La risposta si faceva ardua ed ho capito che le origini di quel dubbio mi avrebbero continuato a bloccare fotograficamente. Con l'avvento del digitale mi sono specializzato nella ritrattistica ma sono entrato in una spirale distruttiva. Pretendevo sempre di più da me stesso, dai miei risultati, quello che mi rendeva orgoglioso un anno prima, lo consideravo il minimo sindacale l'anno dopo. Insomma, ho spinto sull'acceleratore fino a quando non mi sono schiantato. Sono arrivato ad un punto che non mi bastava più quello che facevo, che i miei risultati erano insoddisfacenti, un po' come se uno migliora nel salto in alto e salta 1,70 poi 1,80 poi 1,90 ma oltre non va ed io invece volevo saltare 2,00 metri. Questo ha provocato in me molta frustrazione a tal punto da abbandonare la fotografia. Per diversi anni (3-4) ho smesso di fotografare, l'attrezzatura è rimasta in naftalina. Ho ripreso con la nascita di mio figlio ma ho anche maturato una valvola di sfogo che mi fa prendere il tutto meno sul serio di una volta. Ho proprio sviluppato una dicotomia tra i due generi che prediligo. Uno l'ho sviluppato di recente ed è la fotografia di paesaggio, l'altro l'ho affinato negli ultimi anni ed è la ritrattistica (il mio primo amore) specializzata sui bimbi. Però questi due generi li vivo in maniera totalmente diversa. Nella ritrattistica, sento di esprimere quel poco che ho da dare in termini fotografici, però lo vedo proprio come un canale comunicativo, è il genere nel quale mi esprimo e provo a comunicare con chi osserva le mie foto. A questo proposito metto l'ultimo scatto fatto qualche giorno fa che vuole seguire un progetto che però è stato percorso da un artista che ho visto linkato sul forum ma non ricordo da chi.
 Lui rappresenta il mondo fantastico che vive un bimbo all'interno di casa sua, ho fatto questo scatto l'altro giorno, prendendo spunto dall'unico suo scatto che ho visto ma che mi ha fatto accendere una lampadina. Se qualcuno si ricorda il nome di quel fotografo (la mia foto è molto simile alla sua), mi fa un favore. Mentre la paesaggistica la vivo come momento di relax, complice anche il fatto che ti ritrovi spesso da solo in luoghi belli a livello naturale e mentre aspetti la luce giusta hai modo di riflettere su molte cose. Diventa quasi una terapia, mi rendo conto che ultimamente è diventata proprio una valvola di sfogo, un qualcosa che devo fare almeno un weekend si ed uno no. Quindi faccio di tutto per ritagliarmi quelle 2-3 orette che mi spingono verso i laghi prealpini a respirare un po' di aria buona e a rimanere da solo con i miei pensieri e la mia fotocamera.. Questo è uno scatto dell'altra domenica che sintetizza un po' lo stato emotivo che vivo quando faccio questo tipo di foto.
 Quindi due generi che frequento con due approcci differenti e che spero di continuare in futuro. E voi....? |
| inviato il 02 Marzo 2015 ore 15:01
Caro Paco, apprezzo molto questo tuo post, un modo molto semplice per aprire un mondo molto complesso, ovvero il nostro io. Credo che arrivare ad una propria coscienza fotografica sia uno dei passi più difficili da realizzare. Scegliere e cercare quello che si vuole fotografare e non semplicemente immortalare quello che in quel momento ci circonda è uno dei miei crucci più grandi e sono da sempre alla ricerca di quella strada che tu hai trovato, ed in maniera molto semplice ma profonda ci hai raccontato. Grazie davvero... Roberto |
| inviato il 02 Marzo 2015 ore 15:18
Il rapporto? Amore/odio in generale, e quindi rapporto intenso e non asettico. Altalenante tra il produrre ed il consumare. Iniziato scattando banalità da foto ricordo. Un commento di un amico mi ha punto nell'orgoglio, procurandomi quel genere di satori (o risveglio) zen per cui ho iniziato a leggere. Dal leggere allo studiare il passo è breve se ti piace l'argomento. Attratto fin da subito dai classici, mi trovo più a mio agio con Feininger che con Freeman, anche se Freeman parla al presente e Feininger va attualizzato ad goni riga che leggi. E da lì il passo è uno in avanti (far foto), uno di lato (guardare foto), uno avanti, uno di lato ed ogni tanto uno indietro. Scatto meno da quando consumo. Spendo più in libri che in obiettivi, e senza farlo apposta ovviamente i libri seguono il gusto. E quindi al genere ci arrivi, non è una scienza infusa nel mio caso. A complicare tutto c'è l'essere un Informatico di prassione e professione, quindi in pochissimo tempo mi si è aperta la voragine del "dopo lo scatto": color correction, post produzione, ecc ecc ecc. L'essere mitologico che ne esce, metà photoshop e metà ansel adams, ha fatto il resto. Come fare e post produrre foto con la filosofia di allora ed i mezzi di oggi. I risultati poi, beh... non ci sono. Ho capito che lavorativamente sarei più un curatore che un fotografo. Per fortuna non è un mestiere e quindi mentre cerco di aggiudicarmi un libro raro su un'asta di ebay magari scatto qualche semiporcheria che mi da soddisfazione. Più che dire quindi cosa "so fare", posso parlare di cosa mi piace guardare, e spesso nei post traspare tutto ciò. Sono un pesce fuor d'acqua su questo forum, almeno per com'è nato. Ma è una bella comunità e mi piace parteciparvi, anche se non me ne può fregare di meno dell'avifauna e poco dei paesaggi. Quel che non mi passa mai è la fame, che poi è curiosità. Oggi vorrei essere capace di stampare col platino palladio ad esempio, ed è la stessa fame che avevo mille anni fa quando volevo capire a tutti i costi la profondità di campo. Migliora il palato, e dalla trattoria mi avvicino al ristorante stellato. Ma se cucino io è capace che la pasta sia scotta. |
| inviato il 02 Marzo 2015 ore 16:21
Rapporto con la fotografia? Molto ambivalente, Quando cammino per strada, guido non faccio altro che immaginarmi le fotografie che scatterei se avessi la macchina fotografica tra le mani, ma quando si tratta di andare a far foto, non ne ho mai voglia, preferisco consumare quanto prodotto da altri. Professionalmente nasco grafico e webdesigner, attività iniziata a 18 anni, per poi arrivare a 20 al campo grafico/adv, ma come grafico non fotografo. A 21 anni metto su il mio studio e mi servo di fotografi locali che deludono totalmente le aspettative, e poiché un po' di mano a scattare (soprattutto paesaggio e in diapositiva) decido di iniziare a studiare per evitare di regalare soldi a professionisti che all'epoca si facevano pagare molto bene, per fornire scatti che nella migliore delle ipotesi richiedevano un pomeriggio di ps per essere accettabili. Per cui ho iniziato con "industriale" e quanto serviva alla mia committenza dello studio grafico, non parliamo di Moda, ma di macchine, dalla gru all'imbottigliatrice e tanti interni, punti vendita, alberghi, etc.. quindi poca creatività e inizio dell'esplorazione del mondo digitale. Oltre alla paesaggistica, che praticavo nelle vacanze in giro per l'europa in camper, ho iniziato ad amare la fotografia architettonica, e al camper ho sostituito l'aereo per gli spostamenti. Nel 2004 passeggiando per corso Dante a Milano ho visto la stupenda mostra "La terra vista dal cielo" di Yann Arthus Bertrand e ho capito quello che avrei voluto fare da "grande", ma per anni non se ne fece nulla. Nel mentre tra alterne vicende sono arrivato alla trentina, dopo aver impaginato centinaia di cataloghi, decine di libri (di altri) e un infinità di altre cose che uno studio grafico è costretto a fare per sopravvivere in un mondo dove il fai da te è diventato simile a quello fotografico, ho deciso di cambiare vita e dedicarmi (a tempo pieno) a progetti fotografici, vedendoli come l'unico modo per produrre qualcosa di qualità che vada oltre al singolo scatto wow. Visto il mio amore per il volo, l'idea naturale fu quella di fare fotografia aerea, ovviamente invece che fotografare il mondo, mi sono concentrato sulla provincia dove abitavo all'epoca, e il caso vuole che incontrai per puro caso un pilota commerciale che aveva la mia stessa idea, ma non trovava il fotografo. Il giorno dopo eravamo per aria a scattare. Da allora in 4 anni ho pubblicato 5 libri e il sesto è uscita in questo mese, e oggi inizio il settimo, che vedrà luce probabilmente a Maggio. Nel mentre ho chiuso lo studio grafico, e ho dedicato ogni secondo della mia vita, non solo lavorativa, a trovare idee per progetti futuri e soprattutto a studiare come migliorare sia io, che i miei prodotti e capire come districarmi ad un settore in cui lavoravo da anni, ma con una visione solamente limitata alle mie competenze specifiche. 10 anni fa scattavo molto, in qualsiasi viaggio partivo con 2 corpi, 4 o 5 lenti, cavalletto etc.. oggi se non lavoro, raramente prendo in mano la macchina fotografica, perché non provo nessun piacere a scattare foto già viste e riviste, quindi se ho un idea la porto a termine, se trovo un tramonto fantastico mentre sono in giro, il cellulare basta e avanza per averne il ricordo. Sono piuttosto pigro, quindi non farei mai una scarpinata di ore con l'attrezzatura per portare a casa una foto, che probabilmente più bella o più brutta hanno già in 10 100 1000. Credo che per migliorarsi valga molto di più stare ore a scoprire il lavoro di altri, noti e non, sfogliare libri e capire come e soprattutto perché certi scatti esistono. Nonostante qualcuno recentemente mi abbia definito artista, non spetta a me definirmi tale, anzi penso che nel nome dell'arte si siano fatte le più grandi ×te. La fotografia per me è uno spunto di riflessione, non deve per forza comunicare emozioni, ma deve far pensare o se va bene porre interrogativi.Poiché viene fruita in maniera soggettiva, di quello che provo io mentre scatto non credo importi a nessuno. Da quando mi dedico alla fotografia aerea, credo di aver fatto enormi progressi, in parte legati anche all'evoluzione dei mezzi, ma maggiormente grazie ad un continuo bisogno di alzare l'asticella, e fino ad ora credo di non aver ancora raggiunto il mio limite, ma sottoscrivo quanto detto da Paco, riguardo alla costante insoddisfazione per quanto fatto l'anno prima. Ecco qualche foto degli ultimi anni: www.fabiopolosa.com/#!/portfolio/G0000TbR92SkcUPg/I0000J9L7cwZ_NFw www.fabiopolosa.com/#!/portfolio/G0000TbR92SkcUPg/I0000ct2wtzMefv8 www.fabiopolosa.com/#!/portfolio/G0000ehdYEYXAkrs/I00009nY0IJF4wng www.fabiopolosa.com/#!/portfolio/G0000ehdYEYXAkrs/I0000fJsAKtUK0VU www.fabiopolosa.com/#!/portfolio/G0000ehdYEYXAkrs/I0000RGm4v2y8uzQ www.fabiopolosa.com/#!/portfolio/C0000gtWDaHdc9eQ/G0000EaCL_b9__mk/I00 www.fabiopolosa.com/#!/portfolio/C0000gtWDaHdc9eQ/G00005Y.N6KkINoU/I00 www.fabiopolosa.com/#!/portfolio/G0000o_vkduaJBxI/I0000EPQ2Pwo_3LE |
| inviato il 02 Marzo 2015 ore 16:27
topic simili se n'è sono aperti a bizzeffe ma come li riesci a render poetici tu Paco non ci riesce nessuno XD Forse è meglio che salti la breve storia del mio approccio alle reflex in quanto difficilmente mi ritengo un fotografo,ma più un collezionista d'immagini(è inutile star qui a cantarsela per creare un immagine basta poco per fare una foto ci vuole poco sei hai il giusto occhio e non l'ho mai avuto). Dal passare ed essere un recluso da videogame e (mmorpg che occupavano tutte le ore restanti fuori dalle 8 lavorative) e ore ore a sottotitolare anime, mi son ritrovato improvvisamente fidazato (e poi sposato) con un incredibile voglia di conoscere e recuperare tutte quelle cose che non mi sono mai interessate prima. Un albero era un albero un fiore era un fiore un uccello un uccello o al massimo un passero o un piccione. quindi si direi che la smania della reflex è nata insieme alla mia sete di conoscenza e più conoscevo meglio volevo ricordare e catalogare per quello mi ritengo un raccoglitore d'immagini più che un vero fotografo. Purtroppo la mia mania di collezionismo è l'unica cosa che mi porto dalla nascita e ora colleziono "effetti particolari" quindi mi ritrovo ad acquistare ottiche vintage per un bianco e un nero e verificare che risultato danno in condizioni sempre diverse. Mi spaventa solo l'idea di cosa potrà avere fame la scimmia la prossima volta. |
| inviato il 02 Marzo 2015 ore 17:38
Molto bene, è interessante vedere i diversi approcci alla fotografia che ha ognuno di noi. Newbobolix, grazie per l'apprezzamento, in realtà sto provando a percorrere un solco ma ci ho messo parecchio per trovarlo... c.ca 20 anni.... Quindi non farti prendere dall'ansia ma datti tutto il tempo che ti serve per cercare il tuo di solco. Shambola, il tuo approccio è quello del fruitore d'immagini, t'incuriosisce la produzione dei grandi artisti. E' un approccio un po' differente ma da grande appassionato, questo lo dico perchè molti cosidetti fotografi, sono più appassionati al mezzo che alla fotografia. Quindi tu saresti un utente "qualificato" a visionare gli scatti, diciamo che data la tua passione, tu saresti uno di quelli a cui chiederei un parere per i miei scatti. Fabio, la tua esperienza è appassionante, sei l'unico di quelli intervenuti che campa di fotografia e quindi rischia del suo in quello che fa. I tuoi scatti sono molto suggestivi, molti li avevo già visti e ci sono un po' affezionato dato che ritraggono la mia città ma altri sono ugualmente interessanti, effettivamente la fotografia dall'alto apre scenari nuovi. La mostra di via Dante a cui hai fatto riferimento me la ricordo benissimo, toglimi una curiosità, prima di allora tu non avevi mai avuto la passione del volo? Vigna, grazie mille ma io molto candidamente pensavo di avere aperto un post nuovo, non sapevo l'esistenza di altri post simili. Bella la tua visione di collezionista d'immagini e va benissimo, ti permettere di vivere in maniera serena questa passione. Sinbad, io adoro il camper ma mia moglie lo odia.... non sai quante volte ho sognato di viaggiare in camper, programmare i miei viaggi in base alle mete fotografiche.... purtroppo è una cosa che mi è preclusa e quindi andiamo sempre di B&B ed auto a noleggio.... ma non è la stessa cosa.... |
| inviato il 02 Marzo 2015 ore 17:52
Be diciamo che impastati o imbastiti in maniera diversa i topic "come avete cominciato a fotografare e perchè" "perchè fotografate e come" ne hanno creati aiosa ma mai senza un reale interesse anche perchè dopo aver fatto il post si disinteressavano della lettura e partecipazione dello stesso quindi onore a te se riuscirai a star dietro all'utenza juzziana. |
| inviato il 02 Marzo 2015 ore 18:13
Parole grosse @Paco68. La realtà è che la mia via di Damasco è decisamente piena di illuminazioni. Da qui a definirmi qualificato ne passa, ma grazie per l'opinione. |
| inviato il 02 Marzo 2015 ore 19:09
“ Fabio, la tua esperienza è appassionante, sei l'unico di quelli intervenuti che campa di fotografia e quindi rischia del suo in quello che fa. „ No pain, no gain. Il campare di fotografia e prodotti correlati, porta a farsi meno seghe mentali. “ I tuoi scatti sono molto suggestivi, molti li avevo già visti e ci sono un po' affezionato dato che ritraggono la mia città ma altri sono ugualmente interessanti, effettivamente la fotografia dall'alto apre scenari nuovi. „ Sto cercando di avere uno stile riconoscibile, non amo fotografare da grandi altezze, e raramente scatto in verticale, adoro riprendere scene di vita quotidiana, perché aiutano a capire il modo in cui le persone si relazionano con il contesto, sia esso urbano, agricolo e turistico, Alla fine mi piace pensare che chi guarda le foto si interroghi sul rapporto tra la i luoghi e chi li abita, io non voglio dare le risposte, ma spero che ognuno si faccia la sua idea, non sono un vate o un qualcosa -ista di convenienza. Amo il progresso e amo la natura, quindi non sono a priori da una parte o dall'altra, anche se mi rendo conto che sposare una causa sia il modo migliore per farsi apprezzare e crearsi un mercato. Ma sinceramente non mi sentirei così × da voler appiccicare un bollino ambientalista su un lavoro fatto con uno dei mezzi più inquinanti (in relazione al lavoro svolto) com'è l'elicottero. Sinceramente uno degli aspetti che mi affascinano di più della fotografia aerea è la possibilità di vedere l'impatto dell'uomo sul territorio, una città o un paesaggio dall'alto raccontano moltissimo, la storia, il sviluppo, la stratificazione dell'impianto urbano attraverso i secoli, le caratteristiche del territorio che hanno portato allo sviluppo attuale e ai possibili scenari futuri. “ La mostra di via Dante a cui hai fatto riferimento me la ricordo benissimo, toglimi una curiosità, prima di allora tu non avevi mai avuto la passione del volo? „ Si, sempre avuta, ma mi vedevo più a pilotare che a scattare foto. Anche perché prima di toccare con mano l'opera di YAB ho sempre visto la fotografia aerea come strumento documentativo per archeologi e manutentori di impianti Ps. Soffro terribilmente di vertigini |
| inviato il 02 Marzo 2015 ore 19:12
@shambola, mi unisco all'invito di Paco per una lettura critica del portfolio :D |
| inviato il 02 Marzo 2015 ore 19:18
Non sono affatto contrario, Paco, ad inserire questo post tra le attività del "gruppo". Anzi ne approfitto per chiarire che ciascuno può aprire nuove discussioni con la sola condizione di rispettarne i temi e le finalità. Visto che ora non mi sembra bello scappare via, già che ci sono, vi beccate anche il mio racconto... . Dunque: nacqui nel lontano...no...scherzo ! A tredici anni eredito da mio padre una vecchia Leica con l'Elmar 50mm. Imparo i fondamenti della fotografia da un libretto d'istruzioni bello e completo. Fotografo un po' di tutto. A 18, faccio posto alla Leica (e alle pellicole) tra il ridotto bagaglio da portare in un lungo viaggio in moto attraverso l'Africa. Torno da quel viaggio profondamente cambiato. La Leica non torna proprio. Me la rubano assieme a gran parte dei rullini impressionati. Con gran sacrificio compro una Canon FTb (è con me nel mio avatar). Mi appassiono. Mi chiudo in camera oscura per serate intere. Dopo un po' il B&N non mi basta più e decido di provare anche il colore. Sperimento di tutto: sviluppo e stampa da diapositive, negativi colore, Cibachrome.... Comincio a partecipare, con discreto successo, a concorsi di vario prestigio e a frequentare ambienti e circoli fotografici. Per pagarmi, almeno parzialmente, l'università, accetto di stampare in B&N e a colori per diversi appassionati ed anche per qualche professionista. Giro con 2 corpi, cinque obiettivi, treppiede e una montagna di accessori. Tutto in una borsa di alluminio che oggi non accetterebbero come bagaglio da stiva! Appena ripongo la borsa mi chiudo in camera oscura per evadere "gli ordini"e sviluppare le mie cose. A Venezia c'è la manifestazione "Venezia '79 - La fotografia". Mi immergo in una kermesse di immagini, workshop, conferenze. Spero di trovare degli stimoli ed invece mi accorgo di avere la nausea da fotografia. Mi fermo. Leggo dei libri, vado a qualche mostra (mi piace anche la pittura) ma fotografo e stampo pochissimo. La camera oscura si riempie di polvere ma è una pausa utilissima. Dura un paio d'anni. Ricomincio lentamente cercando di fare solo quello che mi piace, con calma, senza aspettative di sorta. Prendo consapevolezza di cercare una fotografia più intimista che spettacolare o di reportage. Mi interessano il paesaggio urbano, i "non luoghi", l'astrattismo. Torno, quasi del tutto al B&N. Le vicende della vita e l'amore per l'altra mia grande passione, la vela, mi allontanano per circa 15 anni dalla fotografia che continuo a praticare solo per documentare viaggi, vacanze... Nel 2004/2005 compro un'ottima compatta digitale giurando a me stesso di non tornare mai più alle attrezzature da 15 kg sulle spalle. Dopo solo un mese di compatta, fedele al mio giuramento , compro la prima reflex digitale e tre obiettivi. Un amico mi "costringe" ad iscrivermi su Juza e a postare qualche foto. La cosa mi diverte, conosco gente interessante e poco dopo, con alcuni utenti, fondo il blog "pensierifotografici" pensierifotografici.wordpress.com/ Questa è la storia. Oggi ho un approccio con la fotografia molto riflessivo ma anche divertente e, direi, rilassante. Anche se poi mi capita di pensare di notte a certe soluzioni, a certi scatti. Non ho comunque l'ansia di perdere qualcosa se non ho la macchina con me. Non pratico, come non ho mai fatto, la macrofotografia, la fotonaturalistica, il reportage. L'ambiente urbano ed il paesaggio in chiave concettuale o estetica, sono, da sempre, ciò che sento più vicino alla mia sensibilità. Ora più che mai sono infatti convinto che l'operazione più difficile in qualsiasi percorso fotografico sia, per dirla col solito Mulas, individuare la "nostra realtà". Poi le foto vengono da sole. |
| inviato il 02 Marzo 2015 ore 19:41
Partecipo, con un'idea sintetica, presa a prestito da un grande del passato, E. Weston... "Il mio vero programma si riassume in una sola parola: vita. Voglio fotografare qualsiasi cosa che la vita stessa mi suggerisce" Curiosità verso il mondo come molla, con lo spirito di essere principiante a vita. Spero, lasciando che resti un gioco (e visto che qui l'età avanza, ci sono buone possibilità che sia tardi per cambiare rotta ) Un caro saluto F |
| inviato il 02 Marzo 2015 ore 20:13
Grazie Paco per avermici fatto pensare, ogni tanto un resoconto della situazione ci sta bene. La fotografia è una di quelle cose che negli ultimi anni mi ha aiutato nella battaglia ai miei demoni interiori. Quando si parla di guarire se stessi non è mai facile...da quattro anni a questa parte la mia vita è cambiata in moltissime cose e questo perché mi sono ritrovato dal giorno alla notte cambiato io. Su suggerimento di mio padre (che all'epoca della mia infanzia scattava con la Nikon FM e il 50) mi ha aperto all'idea che la fotografia e tutto quello che ne consegue potesse farmi bene, provaci almeno. E così è stato, nel tempo in modo diverso, continua a farmi bene quando ne sento il bisogno e quando ne ho voglia, quando non voglio pensare o non so cosa fare. Non mi aspetto che sia la soluzione di tutto e neanche per sempre, accetto il fatto a priori che esisterà finchè avrà il suo perché. Per ora cerco di godermela più che posso, nel limite delle mie possibilità e cercando di non far attecchire l agonismo malsano con se stessi e verso l'esterno. Per quanto mi riguarda la ricerca ha tantissimi vantaggi e pregi, ma a volte non ci rendiamo conto che ci basta molto meno di quello che andiamo cercando. Fotografo a periodi, c'è il mese dei ritratti, quello dei paesaggi, adesso mi sono preso via per lo sport. www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1235274&l=it Alle volte mi sforzo (facendo male) di portare a casa gli scatti che avevo in testa, poi li vedo al pc e mi sento deluso. Altre vivo il momento, lo scatto, il luogo, i rumori, tutto in un unico flusso, mi diverto, sto bene, non penso ad altro, IO SONO QUI. e sono le volte che mi escono le foto migliori. Il chè porta solo altro positivismo alla giornata già vissuta bene. Questa è la mia formula personale: nessuna pretesa finale, vivi il momento adesso. Ed è una cosa che non è sempre fattibile, ma la differenza si nota quando ci sei dentro. |
| inviato il 02 Marzo 2015 ore 20:23
io ho sempre amato far foto, ma sono entrato nel mondo qualche anno fa, comprando la mia prima reflex digitale, che però come un bambino ho abbandonato dopo qualche mese, per passare all'analogico e soprattutto alle lomo... amavo la loro imprevedibilità e scarsa qualità d'immagine. Ho continuato poi con Olympus OM1 e camera oscura, per poi ritornare al digitale. Con un sacco di problemi, dal momento che il digitale non mi provocava il brivido e la magia dei sali d'argento. Dopo questi anni di "luci rosse", soprattutto con l'acquisto di una 6d, son riuscito a convivere tranquillo con i sensori, ma come a Vigna, manca l'occhio da fotografo ma in compenso un occhio critico verso il miei scatti che mi fa valutare tutto come mxxxa. Mi piacerebbe fare ritratti, ma trovo poche modelle, forse per la primavera riesco ad averne un paio, quindi nel frattempo mi dedico con scarsi risultati ai paesaggi e soprattutto alla lettura di libri di fotografia... Spero solo con il tempo, tanti scatti e situazioni giuste, di riuscire a fotografare quello che il mio occhio fotografa e almeno avere qualche scatto di cui andar fiero |
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