| inviato il 07 Dicembre 2014 ore 23:44
Sulla veridicità dei nostri scatti, sull'uso improprio dei programmi di fotoritocco e dello sconfinamento nell'arte della pittura ci sono sul web, compreso questo forum, infiniti dibattiti. Credo che valga la pena parlarne, ma senza essere sterili. Voglio condividere, con chi ha pazienza a leggere, due letture riferite a un progetto fotografico molto importante, costato tanto lavoro e, dopo la pubblicazione, processato perchè alcune delle foto sono risultate ''truccate" con interventi"importanti" in post produzione ed in fase di scatto. Sono convinto che se il trucco c'è lo si deve ammettere, è una questione di onestà. Per altre considerazioni molto severe apprese nella lettura che propongo, non sono in grado di schierarmi pro o contro .... è uno spunto di riflessione anche per me. Mi piacerebbe che lo fosse anche per voi. Ecco i link: smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2014/12/05/se-sembra-una-f www.ilpost.it/renataferri/2014/12/03/la-fotografie-tarocche/ Del secondo link, sono molto interessanti i commenti nella discussione che ne è sorta. Buona lettura. |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 11:06
Il problema dei trucchi fotografici e relative manipolazioni,non è solo un lato del digitale di adesso,ma è nato con la stessa Fotografia.Ve ne sono parecchi di esempi nella storia della fotografia,spesso usati a fini politici o denigratori dei rivali.Un caso famoso è quello della foto,pubblicata dai Piemontesi,che ritraeva nuda la regina di Napoli e delle due Sicilie,ottenuta con montaggio del corpo di una prostituta con la testa della regina.Per non parlare poi dei salti mortali che dovevano fare i fotografi ufficiali sovietici ed affini,per togliere dalle foto ufficiali qualche membro caduto in disgrazia.In certe foto del dopo intervento russo in Cecoslovacchia del 1968,per far sparire qualche filo-Dubceck,si togliva il personaggio,ma in una di queste qualcuno andò a contare le scarpe presenti sulla scena,e ve ne erano qualche paio di troppo.Ma qui siamo in politica,dove giocare sporco è,purtroppo,ritenuto valido.NON lo ritengo valido nel caso che hai segnalato,e non solo in quello,per cui concordo con te,se si è ricorsi alla PP massiccia,ditelo,o forse pensano che gli altri portino l'anello al naso e la sveglia al collo,e non se ne accorgono?Doppiamente "ingenui"(eufemismo). |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 11:25
A chi interessa sapere se le foto sono o no rimaneggiate tramite una "certificazione"? Se uno si intende e neanche tanto, se ne accorge, per esempio se uno fotografa da dentro un tunnel e l'immagine è perfettamente dettagliata sia nella parte interna che in quella in luce, è evidente che la foto non è "naturale". Però, magari per la maggior parte delle persone me compreso, è bella ugualmente. Per quelle con colori e con altre enfatizzazioni spettacolari ma innaturali, la cosa è così evidente che non è necessario dichiararla. A me piacciono le idee, sia che si tratti di foto formalmente eseguite e sviluppate, sia che si tratti di foto ritoccate più meno marcatamente. Ammetto però che scattare e sviluppare foto formalmente e farle belle ed interessanti, non è affatto facile (io ancora non ci riesco.....). |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 11:34
Il problema come al solito è di chi si fà beccare tutti gli altri beatamente più furbi continueranno a taroccare e anche a criticare chi tarocca protetti dalla loro furbizia ! Ricordo a chiunque che i nodi vengono al pettine per tutti prima o poi ! |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 11:54
Come detto da Andro...il problema del taroccamento è nato il giorno in cui inventata la fotografia. I sovietici come detto facevano i salti mortali per aggiustare gli scatti ma ugualmente hanno fatto in molti, anche un reporter noto, cacciato da AP per aver sistemato qualche scatto clonando qua e là. Ricordate i missili iraniani clonati e moltiplicati ed in scoperti, o le manifestazioni in cui partecipanti si moltiplicano come d'incanto. Se vogliamo parlare di aggiustamenti in lightroom, con parametri base come saturazione, contrasto, vividezza e bilanciamenti colori, temperaura ci sta tutto (nei limiti del buongusto). Anche interventi più invasivi non mi "disturbano"...se si toglie qualche rametto, qualche filo volante, se si cerca di abbellire lo scatto o cose piccole può starci. Il nodo vero è quando si stravolge il senso dello scatto cercando di creare qualcosa che non esiste. A questo punto si dovrebbe definire cosa si intende per "tarocco". Perchè anche spacciare una scena apparentemente creata ad arte e fatta passare per vita reale...allora anche quello, secondo me, rientra nella categoria dei tarocchi. E di questa sindrome anche fotografi famosi ed osannati (a ragione o torto, non discuto questo) non sono immuni. Certo è che come dice massimo61 se uno scatto è palesemente manipolato lo si capisce con un pò di pratica, la questione importante è quando le foto vengono usate per fare reportage, notizie, inchieste e propaganda e che possono arrivare alla "massa" spacciandole come vere, influenzando o modificando le opinioni, in questo caso sono contro senza se e senza ma. L'argomento è vasto ed interessante, vediamo come si sviluppa (con pacatezza) Stefano |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 11:59
Argomento, molto interessante Paolo! Siamo ad una sottile linea tra la foto fantastica e la bella |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 12:42
Mi pare che gli articoli citati abbiano centrato il tema. Le finalità di una foto e il contesto nel quale vengono proposte dovrebbero porre i limiti su quello che si può e quello che non si può fare. Oggi tutti hanno una "macchina fotografica" sempre in tasca e sanno cosa succede se si preme il tasto di scatto, se nella foto si è fatto altro chi la vede deve essere, esplicitamente o meno, informato. |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 12:56
Nelle letture proposte, ci si sofferma in particolare su alcuni generi, ma di più nel reportage, dove il trucco fotografico in post, ma persino mettere in posa i soggetti, non è ammesso. È foto se la scena ripresa è integralmente naturale. Come anche scritto da qualcuno, io credo che un reportage passi anche per la conoscenza dei soggetti, il discutere con loro e la loro osservazione. Ritengo necessario che quando si vuole riportare qualcosa, l'oggetto del messaggio deve essere ben noto al fotografo. Probabilmente non si tratta di mettere in posa i soggetti, ma di attendere il momento in cui hanno qualcosa da dirci ... un gran lavoro di ricerca delle loro espressioni e delle pose naturali, delle situazioni.... Taroccare mi pare che supplisca a ciò ma probabilmente nella mente del fotografo, il messaggio non è altrettanto chiaro. Forse la disonestà è in questo ed è principalmente verso se stessi. Spero la discussione prosegua..pacatamente. |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 13:05
Non vorrei suscitare un vespaio...ma anche alcuni mostri sacri hanno tradito i dettami indicati da Paolo (ti dò virtualmente del tu). Ho visto la mostra di Brassai a parigi e molte delle foto sono chiaramente in posa...Se pensate che utilizzava il cavalletto, alcune foto per soggtti, scena e momento sono quanto meno sospette. Di Capa si mormora sul famoso scatto del combattente spagnolo ferito a morte ed anche Cartie Bresson non è scevro da sospetti su alcuni scatti. Ma se pensiamo che sono foto pensate per descrivere attimio congelati di vita passata ci può stare...questo è per dire che la storia vera che si nasconde dietro uno scatto è nota al fotografo ed ai soggetti. Se si celano questi particolari l'interpretazione di uno scatto può essere stravolta. Come in tutte le cose della vita...dietro ogni scatto c'è molto di più di quanto lo scatto stesso riesca a dire... Stefano |
user3834 | inviato il 08 Dicembre 2014 ore 13:59
Le uniche foto VERE sono quelle utilizzate per la cronaca, tutti il resto è più o meno manipolato, lo hanno fatto i grandi, lo fanno gli amatori e non ci vedo nulla di strano, chi è bravo lo fa senza che gli altri se ne rendano conto. |
user14286 | inviato il 08 Dicembre 2014 ore 14:34
si fa prima a partire dal presupposto che la foto autentica NON esiste. |
user46920 | inviato il 08 Dicembre 2014 ore 15:40
Paolo:“ Forse la disonestà è in questo ed è principalmente verso se stessi. „ ... sai cosa gliene f..te al "pittore" dell'onestà, quando il flusso dei "denari" in ingresso, aumenta in proporzione all'imbroglio ??? Io sono assolutamente d'accordo nel dichiarare quando la foto è diventata un disegno al computer !!! ... sono gli altri che non lo sono |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 15:42
Occhio...concordo... |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 16:04
Premesso che mi piacerebbe capire cosa si intende per "taroccamento" (uso del timbro clone, dell'alterazione marionetta? o anche le semplici curve o maschere di luminosità?), a me sembra che richiedere dichiarazioni espresse di aver "alterato la realtà" (ammesso che questa espressione abbia significato) sia del tutto inutile. Se la foto ha finalità documentali (reportage, fotogiornalismo, ecc.) l'inserimento o la rimozione di elementi, la modifica di forme e volumi, l'utilizzo di soggetti in posa, non devono esistere. Punto. Se se ne fa uso il valore documentale dell'immagine è perso, e nessuna dichiarazione orale, scritta o firmata con il sangue possono ripristinarlo. in tutti gli altri casi i vincoli sono, e sono sempre stati, dati solo dall'aderenza al messaggio, dal buon gusto e dall'abilità tecnica. |
user46920 | inviato il 08 Dicembre 2014 ore 16:30
Però, scusami Baronerosso, .... se vai ad una mostra fotografica e ti fanno vedere dei quadri ad olio, ti sta bene o preferisci il rimborso del biglieto e del taxi, che ti riporti a casa ??? ... io mi sentirei preso per il naso !!! ... sinceramente |
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