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Le zecche







avatarsenior
sent on 06 Dicembre 2011 (12:32)

Ieri durante un lavoretto con legna da ardere nel giardino, ho trovato una zecca vicino al ginocchio... una zecca del dicembre! Eeeek!!!

C'era il thread del vecchio forum dedicata alle zecche... fastidiosissimi (e pericolosi) non solo per cani.
www.juzaforum.com/forum/viewtopic.php?f=46&t=45484&sid=153221a6ccfaa41

Le info sulle zecche:
www.ulssfeltre.veneto.it/Piani/Zecche/index.html

I consigli del medico:
www.sconfini.eu/Medicina/allarme-zecche-e-possibile-difendersi.html

La pinzetta adatta per rimuovere la zecca senza dare danni
www.sanvito1.org/news/zecche/zeccherim.php

user1802
avatar
sent on 06 Dicembre 2011 (13:03)

Mah... anche con gli scout in Svizzera si è fatto una sacco di casino per la prevenzione e la vacinazione... dal mio punto di vista è in gran parte una propaganda di marketing per le case farmaceutiche che producono i vacini.

Il rischio di infezione è molto basso.

Personalmente consiglio il vacino a chi vive in una regione dove il rischio è piu alto e a chi è piu soggetto ad essere morso (agricoltori, selvicoltori, insomma chi passa molto tempo nel bosco e nell'erba alta)... per chi vive in regioni a basso rischio direi che non è fondamentale.

Prima viene tolta la zecca minore è il rischio che possa rigurgitare e infettare, quindi il meglio è ispezionare bene le proprie zone sensibili dove si potrebbe essere morsi e rimuovere il prima possibile la zecca stando attenti a rimuovere la testa. In seguito è meglio tenere d'occhio la zona per vedere se non ci sono reazioni cutanee... in quel caso bisogna andare dal medico.


avatarjunior
sent on 06 Dicembre 2011 (17:10)

Marxso in realtà le zecche sono attive tutto l'anno, anche se ovviamente hanno stagionalità legate al ciclo vitale degli animali e alle stagioni (in inverno sono molto meno frequenti e limitate ovviamente dalle temperature e dalla neve).

Concordo con Marsupilami. Regioni come il mio Friuli o il Trentino sono territori endemici per la TBE (Tick Borne Encephalitis) e in questi territori allevatori, guardie forestali, biologi ed escursionisti sono vaccinati nei confronti di questo virus...la Borrhelia (morbo di lyme per intendersi) ha una distribuzione più vasta interessando anche molte altre zone. Credo che buona pratica sia informarsi e valutare l'effettiva necessità di vaccinarsi. Personalmente, più per paura che per necessità, ho deciso di vaccinarmi dopo che un mio amico si è preso la TBE e fortunatamente non ha avuto sequele (anche se a conoscerlo per la prima volta si può dire il contrario MrGreen).

Unica cosa che mi permetto di aggiungere è che l'eritema del morbo di lyme si caratterizza per due elementi tipici: la forma a bersaglio (cerchio esterno e eritema in sede di inoculo) e la sua capacità di estendersi e spostarsi, allontanandosi di fatto dalla sede di inoculo (da cui il nome "eritema migrante"). Quindi è buona pratica controllarsi su tutto il corpo anche dopo qualche giorno.

Poi, da studente fresco fresco, i consigli sono sempre i soliti che sono già stati più volte dati: vestirsi chiari (attirano di meno le zecche e rendono più facile identificarle), evitare zone di erba alta, al rientro controllare vestiti e corpo, non usare olio o benzina per staccarla ma una pinzetta con cui togliere la testa e il corpo, etc.

user1856
avatar
sent on 11 Dicembre 2011 (11:12)

Mah... anche con gli scout in Svizzera si è fatto una sacco di casino per la prevenzione e la vacinazione... dal mio punto di vista è in gran parte una propaganda di marketing per le case farmaceutiche che producono i vacini.

Il rischio di infezione è molto basso.


perdonami ma in friuli c'è gente che ci ha lasciato le penne con la tbe.... e nel gemonese un ricovero in media a settimana di gente che non stava ovviamente poi molto bene.... qui il lyme (sul carso) è endemico.
la tbe pure (in carnia).


e personalmente ho amici che hanno contratto due volte il morbo di lyme.... stando solo nel proprio giardino di casa! ;)

avatarjunior
sent on 11 Dicembre 2011 (13:27)

Io vengo morso in media due o tre volte ogni anno Triste sia lavorando con legna o fieno sia durante escursioni in montagna. Non ho mai fatto nessun tipo di vaccino e le ho sempre tolte da me con una pinzetta, a volte lasciando dentro accidentalmente anche la testa o rostro, fino ad ora non ho mai avuto problemi, speriamo bene... Confuso

avatarjunior
sent on 12 Dicembre 2011 (0:02)

Nessuno dice che siano malattie da trascurare (sebbene la TBE non sia propriamente letale, i danni cerebrali sono irreparabili...e se sono massivi...) ma ovviamente friuli, austria, slovenia e tutti i territori endemici per TBE e Borrelia sono più sensibili alla tematica. Io ripeto, credo che la migliore cura sia la prevenzione e quindi una attenta valutazione di dove si va in escursione. Anche perchè voglio ricordare che la fortuna è cieca, ma la sfortuna...


user1856
avatar
sent on 12 Dicembre 2011 (11:53)

Beh Marxso vive sul carso triestino ... qui in certe zone, stando al centro di ricerca delle zecche, si arriva a 68 zecche al metro quadro....


Stando a varie fonti (es qui ci sono tra i 2'000 e 5'000 casi di Lyme l'anno.
qui invece si riporta i dati sulla concentrazione di anche 20 zecche al metro quadro: clicca



Qui la classica mappa di rischio (ahimè non aggiornata) qui da noi: clicca

e qui le notizie che avevo postato riguardo il gemonese: clicca






-------------


tornando al discorso generico, non dimentichiamoci il veneto (cadore) con il bellunese, come zona assai "calda".... ;-)

avatarjunior
sent on 12 Dicembre 2011 (13:17)

Certo il problema non è da sottovalutare, personalmente adotto quegli accorgimenti elementari che sono stati ricordati anche qui: ispezionarsi il corpo subito appena rientrati a casa, lavare gli indumenti e in caso di morso, dopo averla tolta, tenere sott'occhio la zona per diversi giorni. Io, come ho già detto, per fortuna non ho mai avuto problemi a parte il prurito che a volte resta anche per due settimane.

user1856
avatar
sent on 12 Dicembre 2011 (14:02)

io semplicemente mi controllo più volte durante l'uscita e preventivamente mi annaffio vestiti e scarpe di permetrina che è molto molto efficacie.... ;)


PS
in austria e slovenia vendono una pinzetta comprensiva di bombola che ghiaccia la zecca prima di chiuderla sul collo e svitarla, in modo che congelata non possa neanche per sbaglio rigurgitare il suo pasto e quindi infettarci.... ;)

avatarsenior
sent on 12 Dicembre 2011 (14:26)

per fortuna non ho mai avuto problemi


come mi pare sia già stato detto, dipende dalle zone e dallo "stato di salute" delle popolazioni di zecche; dopodichè entra in gioco un fatto statistico, ma mi pare di ricordare che mentre per la borrelliosi dipende dai tempi di contatto (e quindi forse anche da quanto detto sopra da Cos78), per la TBE se la zecca è infetta nel momento in cui si è attaccata il danno è fatto... (morale: io che risiedo in Friuli e che anche se raramente frequento le nostre montagne e molto più spesso le nostre campagne mi sono vaccinato e ho convinto tutta la famiglia; la spesa è sopportabile, servono tre richiami e poi sei a posto per qualche anno...);-)

avatarmoderator
sent on 06 Giugno 2016 (20:14)

Precisazioni :
- “Il trattamento della malattia di Lyme si avvale di antibiotici in grado di raggiungere e legarsi in maniera stabile alle strutture vitali della Borrelia burgdorferi, in tutti i tessuti e liquidi biologici dell'organismo".
Il vaccino per la borreliosi di Lyme non risulta attualmente disponibile in Italia.
- Esiste si un vaccino ma per un'altra malattia trasmessa da zecche: la TBE (meningoencefalite virale da zecche).
la TBE è una malattia virale acuta del sistema nervoso centrale.
Il ciclo vaccinale di base prevede la somministrazione per via intramuscolare di tre dosi (ai tempi: 0, 1-3 mesi, 9-12 mesi), con richiami a cadenza triennale”.

Protezioni:
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Bio-Kill è un antiparassitario in spray a base di permetrina, prodotto d'efficacia a lunga durata eattivo nei confronti
di tutti gli insetti a sangue freddo: acari, zanzare, pidocchi, zecche, tarme, ragni, formiche, mosche, pulci, scarafaggi, cimici
E' concepito per l'utilizzo in ambienti casalinghi, uffici, industrie scuole, ristoranti, ospedali, alberghi ecc..
BIO Klll non contiene gas propellenti o CFC, perciò non è infiammabile e non nuoce allo strato di ozono.
. Su superfici morte (legno stagionato, metallo, pietra, materiale plastico ecc.) l'effetto è duraturo per diverse settimane. Gli insetti vengono così scacciati per effetto repellente o uccisi dal principio attivo.
L'aria ambiente non viene inutilmente inquinata. Grazie alla dimensione delle singole gocce. II prodotto nebulizzato dalla apposita pompa a spruzzo non può essere respirato. Bio Kill è degradabile, non contiene solventi organici, esclude l'assorbimento attraverso la pelle ed evita danni alle piante.
Non lascia macchie ed è inodore. Da spruzzare direttamente sugli abiti.
Controindicato per gatti - Velenoso per pesci ed api.




Consiglio l'uso del Ballistol direttamente sulla pelle dalla caviglia fino all'inguine e sui calzettoni, ripetendo l'operazione ogni 4 ore c.a.
L'Autan sui scarponi, pantaloni , calzettoni, berretto , braccia - collo - Ripetere l'operazione ogni 4-5 ore
Cool
Bio-Kill sulle superfici dove si soggiorna , sugli abiti - Non usarlo in presenza di gatti.

Fino ad oggi, l'uso combinato dei tre prodotti si è dimostrato efficace nelle mie uscite fotografiche e non.

Malattie trasmesse da zecche: cenni di epidemiologia - misure di prevenzione - Circolare n. 10 del 13 luglio 2000
www.epicentro.iss.it/problemi/zecche/rickettsiosi.asp

Con l'approssimarsi della stagione calda, si ritiene utile procedere ad un aggiornamento della Circolare n. 19 del 10 luglio 1995, in cui venivano prese in considerazione due malattie trasmesse da zecche: la Borreliosi di Lyme (BL) e la meningoencefalite.
Le zecche sono, tra gli artropodi, vettori estremamente efficienti di un gran numero di agenti patogeni di natura virale, rickettsiale, batterica, protozoaria, nonché di neurotossine; queste ultime possono provocare paralisi flaccida acuta ad andamento ascendente, talvolta letale per animali di piccola taglia ed anche per l'uomo.
In Italia sono presenti zecche appartenenti sia alla famiglia delle Ixodidae (zecche dure) che a quella delle Argasidae (zecche molli).
Le zecche dure, così definite per la presenza di un caratteristico scudo dorsale chitinoso, comprendono, in Italia, 6 generi: Ixodes, Boophilus, Hyalomna, Rhipicephalus, Dermacentor, Haemaphysalis.
Le zecche molli, sprovviste di scudo dorsale, sono presenti con due generi: Argas ed Ornithodorus.
L'habitat preferito dalle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa ed arbustiva, con microclima preferibilmente fresco ed umido, anche se non è raro il loro riscontro in aree con clima decisamente caldo ed asciutto, e con vegetazione più rada.
Alcune zecche dure, quali le Rhipicephalus, sono strettamente associate alla popolazione canina, mentre altre (Dermacentor, Haemaphysalis) sono parassiti abituali di animali d'allevamento e da reddito (ovini, bovini, equini).
Le zecche molli parassitano abitualmente uccelli, selvatici e domestici, ed in particolare i piccioni, e possono infestare gli ambienti frequentati da questi (piccionaie, soffitte).
A differenza delle zecche dure, quelle molli tendono ad attaccare gli ospiti nelle ore di oscurità.
Le zecche presentano, generalmente, una bassa specificità di specie, per cui, in assenza dell'ospite preferito, possono attaccarsi al primo ospite “utile” di passaggio; l'uomo rappresenta solitamente un ospite occasionale.
L'infestazione di uccelli, migratori e non, nonché di numerosi animali selvatici, è alla base della diffusione delle zecche in aree sempre più estese.
Le zecche necessitano di pasti di sangue per completare il loro sviluppo e ciclo riproduttivo, ma possono resistere per lunghi periodi di tempo al digiuno assoluto; la loro attività è massima, nei paesi a clima temperato, nei periodi maggio-ottobre. Il pasto di sangue, durante il quale la zecca rimane costantemente attaccata all'ospite, si compie nell'arco di ore per le zecche molli, di giorni o settimane per le dure.
Le zecche possono superare senza difficoltà inverni anche molto rigidi e sono, in generale, molto longeve, potendo arrivare a completare il loro ciclo di sviluppo nell'arco di molti anni.
Durante la stagione invernale tendono a proteggersi dal freddo rifugiandosi negli anfratti dei muri, tra la vegetazione, le pietre o interrandosi in profondità.
Le mutate condizioni ambientali, che hanno favorito il proliferare delle popolazioni di ospiti naturali, la longevità, la capacità riproduttiva (una femmina adulta depone fino a diverse migliaia di uova), la scarsità di nemici naturali e la resistenza ai pesticidi ed alle condizioni ambientali sfavorevoli spiegano la crescente diffusione delle zecche osservata da alcuni anni in molti paesi.
La bassa specificità di specie e la capacità di trasmettere agenti patogeni (di interesse sia veterinario che umano) fin dagli stadi di larva e di ninfa, d'altro canto, rende ragione della loro estrema efficienza quali vettori di malattie infettive.
La possibilità di trasmissione di agenti patogeni è generalmente direttamente proporzionale alla durata della permanenza della zecca infissa sull'ospite.
La maggior parte delle malattie trasmesse da zecche può essere diagnosticata esclusivamente sul piano clinico, essendo la diagnosi di laboratorio complicata, sovente, da fattori confondenti (reattività crociata con altri antigeni) e, comunque, raramente utile nelle fasi iniziali della malattia in cui, particolarmente nelle forme ad eziologia batterica, una pronta terapia antibiotica è risolutiva.
D'altro canto, se è vero che il rischio di infezioni da zecche può essere superiore a quanto stimato in precedenza, è anche vero che, nella grande maggioranza dei casi, tali infezioni sono, dal punto di vista clinico, inapparenti e ad evoluzione benigna.
La prevenzione, basata essenzialmente su misure di profilassi comportamentale ed ambientale, risulta determinante nel controllo delle patologie trasmesse da zecche.
Le patologie infettive trasmesse da zecche, che presentano rilevanza epidemiologica nel nostro Paese, sono la febbre bottonosa del Mediterraneo, la Borreliosi di Lyme, la febbre ricorrente da zecche, la tularemia, la meningoencefalite da zecche.
Al di là del riscontro di sieropositività nei confronti dei relativi agenti eziologici in percentuali modeste della popolazione, i dati epidemiologici nazionali non sembrano deporre per la presenza di forme cliniche di ehrlichiosi, che presenta invece caratteristiche di vera e propria malattia emergente negli Stati Uniti d'America.

Febbre bottonosa del Mediterraneo Confuso
Le rickettsiosi diverse dal tifo esantematico costituiscono un gruppo eterogeneo di malattie febbrili acute a trasmissione vettoriale; tra queste, la febbre bottonosa del Mediterraneo è la più diffusa nel bacino del Mediterraneo ed in Italia.
L'agente eziologico della febbre bottonosa del Mediterraneo è rappresentato da Rickettsia conorii e da altre rickettsie strettamente correlate.
Vettori della febbre bottonosa del Mediterraneo sono varie specie di zecche dure, e soprattutto Rhipicephalus sanguineus, parassita abituale di cani e di altri animali domestici e selvatici (conigli e lepri, ma anche ovini, caprini e bovini).
La febbre bottonosa del Mediterraneo può presentarsi con vari gradi di severità e di durata; il periodo di incubazione, dopo la puntura infettante, va da 5 a 7 giorni. L'esordio è improvviso, con sintomi di tipo simil-influenzale (febbre di grado moderato-elevato accompagnata da brividi, cefalea retrorbitale, astenia, malessere generale). In 3a-5a giornata compare un esantema maculo-papuloso ad andamento centripeto, che interessa anche le piante dei piedi ed i palmi delle mani, espressione della vasculite provocata dall'infezione. Nella maggior parte dei casi è chiaramente visibile, in corrispondenza del morso della zecca, un'area ulcero-necrotica nerastra (segno della “tache noire”).
Anche in assenza di terapia la letalità della febbre bottonosa è molto bassa (inferiore al 3%); la letalità può tuttavia essere più alta in soggetti con condizioni di salute già compromesse.
Complicazioni della febbre bottonosa possono manifestarsi a carico dell'apparato cardiovascolare, renale, del SNC.
Il trattamento antibiotico determina la risoluzione delle manifestazioni febbrili, nelle forme non complicate, nel giro di 2-3 giorni.
Le metodiche di laboratorio più appropriate per la diagnosi di Rickettsiosi sono rappresentate dalla immunofluorescenza indiretta su siero, dal metodo immunoenzimatico, dalla immunofluorescenza diretta su campioni bioptici. Il test di Weil-Felix, basato sulla sieroagglutinazione di ceppi di Proteus Ox19, Ox2, oppure OxK, è poco sensibile oltre che poco specifico; può avere valore, ai fini della conferma diagnostica di rickettsiosi, solo qualora venga dimostrato un aumento significativo (pari o superiore a 4 volte) del titolo anticorpale tra la fase acuta e la fase di convalescenza della malattia.
La decisione di iniziare il trattamento antibiotico dovrebbe essere presa sulla base della diagnosi clinica, senza attendere la conferma di laboratorio.
Per la conferma di laboratorio della diagnosi di febbre bottonosa, oltre all' isolamento dell'agente infettivo da appropriati campioni biologici, alla positività della reazione di immunofluorescenza diretta in biopsie cutanee o in reperti autoptici e al sopracitato incremento del titolo anticorpale tra la fase acuta e quella di convalescenza, può essere preso in considerazione un titolo anticorpale, in un singolo campione di siero, ?1:64, se determinato con immuno-fluorescenza indiretta.
Le rickettsiosi diverse da tifo esantematico sono soggette a notifica obbligatoria secondo le modalità previste dal D.M. 15 dicembre 1990, che le inserisce tra le malattie di Classe II.
Nel periodo 1992-1998 sono stati notificati, al Ministero della Sanità, circa 1200 casi all'anno di rickettsiosi, con un tasso di morbosità medio pari a 2,1 casi per 100.000 abitanti.
Osservando la distribuzione dei casi per regione, appare evidente come alcune regioni dell'Italia centro-meridionale ed insulare appaiano particolarmente interessate dalla rickettsiosi.
Tassi di morbosità superiori alla media nazionale si osservano, nel periodo in esame, in quattro regioni: Sardegna (11,9), Sicilia (10), Calabria (4,7) e Lazio (3,9) (Figura 1).
Il sesso maschile appare costantemente più colpito rispetto a quello femminile, con un rapporto medio maschi/femmine pari ad 1,5.
In oltre l'80% dei casi, le notifiche sono relative a casi insorti nel secondo semestre dell'anno, nel periodo che va da luglio ad ottobre.

Borreliosi di Lyme Sorry
La borreliosi di Lyme (BL) è un'antropozoonosi causata da spirochete appartenenti al complesso Borrelia burgdorferi sensu lato al cui interno le specie principali sono Borrelia burgdorferi sensu stricto (presente in Europa ed unico agente di infezione nel Nord America), Borrelia afzelii e Borrelia garinii (presenti in Europa, Asia ed Africa).
Le borrelie responsabili della BL vengono trasmesse all'uomo attraverso la puntura di zecche dure appartenenti al genere Ixodes (ricinus, persulcatus, scapularis, pacificus) e forse anche Amblyomma e Dermacentor (zecca del cane); i serbatoi di infezione sono rappresentati da animali selvatici (roditori, caprioli, cervi, volpi, lepri).
Dal punto di vista clinico la BL si presenta suddivisa in tre fasi. La fase precoce localizzata, che interviene mediamente entro 30 giorni dalla puntura ed è caratterizzata dalla comparsa dell'Eritema Migrante (EM) nella sede cutanea colpita dalla zecca; l'EM è patognomonico della BL e, nella sua forma più tipica, è una lesione eritematosa che si espande lentamente, nell'arco di giorni o settimane, in modo anulare fino a formare un'ampia area tondeggiante che tende a risolvere al centro lasciando un margine periferico in espansione centrifuga. La fase precoce disseminata, che interviene mediamente entro settimane o mesi dall'infezione, è caratterizzata da artralgie migranti, mialgie, rigidità nucale, meningite, polineuriti, paralisi del VII nervo cranico, linfocitoma cutaneo, EM multipli, miocardite e disturbi della conduzione atrio-ventricolare. La fase tardiva, a distanza di mesi o anni dall'infezione, è caratterizzata da alterazioni a carico dell'apparato muscolo-scheletrico (artrite cronica), del sistema nervoso centrale e periferico (meningite, encefalomielite, atassia cerebellare, polineuropatie sensitivo?motorie, disturbi del sonno e comportamentali), della cute (acrodermatite cronica atrofica) e dell'apparato cardiovascolare (miopericardite, cardiomegalia).
La diagnosi di BL, essenzialmente clinica, può essere resa più difficile dalla mancanza del segno patognomonico iniziale dell'eritema migrante.
Gli esami di laboratorio indicati consistono in test ELISA o IFA per la dimostrazione di anticorpi anti-Borrelia, con successivo test di conferma Western-Blot (WB) in caso di risultato positivo. Il ricorso al WB in prima istanza non è utile, così come è sconsigliato l'utilizzo degli esami di laboratorio come test di screening; da ricordare inoltre che la sierologia risulta quasi sempre negativa nello stadio precoce localizzato della malattia.
La decisione di iniziare il trattamento antibiotico dovrebbe essere presa sulla base della diagnosi clinica e dei dati anamnestici ed epidemiologici. I test sierologici non sono sempre in grado di confermare o escludere in modo definitivo la diagnosi di BL: la sieropositività non implica necessariamente malattia, così come la sieronegatività non la esclude. Non esiste infatti sufficiente standardizzazione dei test diagnostici attualmente disponibili e sono frequenti i casi di falsa positività, per reazione crociata, così come i casi di falsa negatività.
La malattia non dà luogo allo sviluppo di immunità: l'infezione può quindi essere contratta più volte nel corso della vita.
La BL è soggetta a notifica obbligatoria secondo le modalità della Classe V del D.M. 15 dicembre 1990.
La sottonotifica di cui soffrono le malattie incluse nella Classe V, ed il mancato invio, da parte di alcune regioni, dei riepiloghi annuali delle malattie di questa classe, rendono i dati relativi alla BL scarsamente attendibili.
Nel periodo 1992-1998 si sarebbero verificati, in Italia, circa un migliaio di casi di BL: le notifiche giunte al Sistema Informativo delle Malattie infettive e diffusive del Ministero della Sanità sono in numero nettamente inferiore.
Le regioni maggiormente interessate dalla BL sono il Friuli-Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto, l'Emilia-Romagna, il Trentino Alto-Adige (P.A. di Trento). Le segnalazioni dalle regioni dell'Italia centro-meridionale ed insulare sono sporadiche (Figura 2).
Studi sieroepidemiologici hanno dimostrato la presenza di positività per anticorpi anti-Borrelia in percentuali significativamente più alte in soggetti appartenenti a categorie maggiormente esposte a rischio di punture da zecche (forestali, cacciatori) che nella popolazione generale.
La presenza di infezione da B. afzelii, burgdorferi, garinii nelle zecche è stata dimostrata in varie regioni italiane, principalmente dell'Italia centro-settentrionale, così come è stata dimostrata sierologicamente l'infezione in animali domestici e selvatici.

Febbre ricorrente da zecche Confuso
L'uomo rappresenta un ospite occasionale per questa zoonosi che, peraltro, è presente in varie parti del mondo, tra cui alcuni Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.
La febbre ricorrente da zecche può essere causata da molte differente specie di Borrelie; vettori prevalenti sono zecche molli del genere Ornithodorus, che possono parassitare tanto l'uomo che piccoli animali (roditori).
A differenza di altre infezioni trasmesse da zecche, possono essere sufficienti solo 5-30 minuti per la trasmissione dell'agente patogeno.
La borreliosi ricorrente da zecche si manifesta, come la maggior parte delle malattie trasmesse da zecche, con sintomi di tipo simil-influenzali che si presentano in cicli della durata di 2-9 giorni, alternati a periodi afebbrili; le complicazioni, generalmente a carico del fegato e del sistema nervoso centrale, sono estremamente rare nei bambini e nelle persone più giovani, ma possono essere più frequenti negli anziani e nelle persone con patologie preesistenti.
In assenza di trattamento, possono succedersi da tre a cinque attacchi ad intervalli settimanali prima dell'estinzione dell'infezione. La letalità, anche in assenza di terapia specifica, è bassa nei climi temperati, ma può raggiungere il 10-30% in alcune regioni africane e del medio-oriente, e in soggetti con condizioni di salute già compromesse.
La borreliosi ricorrente da pidocchi è tuttora una malattia sottoposta a sorveglianza da parte dell'OMS, e per tale motivo è soggetta a notifica obbligatoria secondo le modalità previste dal D.M. 15 dicembre 1990 per le malattie di Classe I; la Febbre ricorrente da zecche andrebbe invece notificata secondo le modalità della Classe V del D.M. 15 dicembre 1990.
Nel periodo 1992-1998 sono giunte, al Ministero della Sanità, poche decine di segnalazioni di borreliosi (non meglio precisata), prevalentemente da alcune regioni del nord (P.A. di Trento, Friuli-Venezia Giulia) e del meridione (Puglia). La sottonotifica di cui soffrono le malattie incluse nella Classe V, ed il mancato invio, da parte di alcune regioni, dei riepiloghi annuali relativi a questa classe di malattia, rendono i dati in questione scarsamente attendibili.

Tularemia Confuso
Si tratta di una antropozoonosi con manifestazioni cliniche polimorfe strettamente correlate alla via di ingresso dell'agente patogeno (Francisella o Pasteurella tularensis). Oltre che attraverso il contatto diretto con animali infetti, con l'ingestione di acqua contaminata o di carne poco cotta proveniente da animali infetti, l'agente eziologico della tularemia può essere trasmesso all'uomo attraverso la puntura di diversi artropodi, tra cui zecche appartenenti per lo più ai generi Dermacentor ed Amblyomma, parassiti abituali di cani ed animali selvatici (roditori).
Il periodo di incubazione della tularemia può andare da 1 a 14 giorni (mediamente 3-5) ed è inversamente proporzionale al numero di microrganismi inoculati; la malattia può manifestarsi nelle forme cutanea o ulcero-ghiandolare, ghiandolare, oculo-ghiandolare, gastrointestinale, polmonare, setticemica o tifoidea. Nel caso delle infezioni trasmesse da zecche le presentazioni più frequenti sono la cutanea e la ghiandolare, con tumefazione dolorosa dei linfonodi, spesso, ma non sempre, preceduta o accompagnata da un'ulcerazione cutanea in corrispondenza del punto di ingresso del microrganismo, febbre, malessere generale; i linfonodi infiammati possono andare incontro a suppurazione, con formazione di fistole cutanee.
E' sufficiente una carica batterica pari anche a poche unità per indurre l'infezione; in assenza di test rapidi per la conferma della diagnosi, la terapia, in caso di sospetto di tularemia, dovrebbe essere iniziata immediatamente. La letalità, nelle forme polmonari e tifoidee non trattate può arrivare al 15-30% ed oltre.
La tularemia è soggetta a notifica obbligatoria secondo le modalità previste dal D.M. 15 dicembre 1990, che la inserisce tra le malattie di Classe II.
In Italia, nel periodo che va dal 1992 al 1998, sono stati segnalati al Ministero della Sanità 61 casi di tularemia, per una morbosità media pari a 0,02 casi per 100.000 abitanti (Tabella 1)

Meningoencefalite da zecche Triste
La meningoencefalite da zecche (TBE), o meningoencefalite primaverile-estiva, è una malattia virale acuta del sistema nervoso centrale, causata da un arborvirus appartenente al genere Flavivirus, molto simile ai virus responsabili della febbre gialla e della dengue.
Le zecche, e in particolar modo Ixodes ricinus ed Ixodes persulcatus, rivestono l'importanza maggiore nella trasmissione della forma Centro-europea, sia come vettori che come serbatoi, ma il virus della TBE può essere trasmesso anche da altri artropodi; anche le zecche del genere Dermacentor (zecca del cane) ed Haemaphysalis possono trasmettere l'infezione.
Diversi animali, selvatici o domestici, quali roditori, caprioli, ovini, caprini sono, come l'uomo, ospiti del virus e contribuiscono al mantenimento del ciclo di trasmissione dell'infezione; gli uccelli, molto probabilmente, contribuiscono a trasportare passivamente zecche infette anche a notevole distanza durante le loro migrazioni.
La TBE mostra un tipico andamento stagionale, con picchi di incidenza nel periodo primaverile-estivo e primo autunnale, corrispondenti ai periodi di massima attività delle zecche.
Il periodo di incubazione può andare da 2 a 28 giorni e, nella forma classica, la TBE mostra un caratteristico andamento a due fasi: nella prima (fase viremica) si manifestano febbre ed altri sintomi di tipo simil-influenzali; nella seconda, riscontrabile solo in parte dei pazienti, si osservano febbre molto elevata e chiari segni e sintomi di coinvolgimento del sistema nervoso centrale.
Nei bambini e nei soggetti più giovani la TBE mostra generalmente un decorso più mite, con progressivo aumento della severità al progredire dell'età.
La TBE è presente in focolai endemici in molti Paesi dell'Europa centro-orientale e settentrionale; in Italia la presenza di focolai endemici è stata confermata anche di recente nella P.A. di Trento ed in Veneto; il focolaio in precedenza accertato nella Regione Toscana sembra essere estinto (Figura 3).
La sola sintomatologia non permette di distinguere le infezioni dovute al virus della TBE, o ad altri Arborvirus, da quelle legate ad Enterovirus e ad altri virus neurotropi.
I criteri per la diagnosi di laboratorio sono i seguenti:
-dimostrazione di IgM specifiche nel siero, oppure
-aumento pari o superiore a 4 volte del titolo anticorpale specifico per virus TBE, oppure
-isolamento del virus, o dimostrazione della sua presenza, da siero, liquor o campioni di tessuto
La TBE deve essere notificata nell'ambito delle malattie infettive della Classe II del D.M. 15 dicembre 1990.
I casi segnalati, sia nella Classe II che, come talvolta accade, nella Classe V, non rispecchiano con tutta probabilità la reale diffusione dell'infezione, anche per la possibilità di forme inapparenti e sub-cliniche.

Ehrlichiosi Confuso
Le Ehrlichie appartengono alla famiglia delle Rickettsiacee e, come le Rickettsie, sono parassiti intracellulari obbligati, da tempo conosciuti come agenti patogeni di interesse veterinario.
L'ehrlichiosi umana può presentarsi sotto forma di ehrlichiosi monocitica (EM), il cui agente eziologico è E. chaffeensis, e di ehrlichiosi granulocitica (EG), causata da agenti strettamente correlati ad E. equi ed E. phagocytophila.
Vettori prevalenti sono le zecche del genere Amblyomma americanum nel caso della EM, e del genere Ixodes scapularis nel caso della EG; i serbatoi dell'infezione non sono stati identificati con certezza, anche se verosimilmente sono rappresentati da cani ed animali selvatici.
Le caratteristiche cliniche e laboratoristiche delle due forme sono molto simili e, per entrambi, le infezioni inapparenti sono frequenti (dal 10% al 40%). La presentazione clinica abituale, dopo un periodo di incubazione di 7-21 giorni, è di tipo simil-influenzale con leucopenia e trombocitopenia e, soprattutto nei bambini, manifestazioni esantematiche generalmente di tipo morbilliforme.
La malattia è ad evoluzione benigna, soprattutto nei bambini e nei soggetti più giovani, anche in assenza di qualsiasi trattamento; gli adulti e le persone in età avanzata possono andare incontro a complicazioni, anche gravi, a livello renale, vascolare ed encefalico (insufficienza renale, coagulazione intravasale disseminata, meningoencefaliti).
Ad oggi, in Italia, non sono stati notificati al Ministero della Sanità casi di ehrlichiosi, patologia che nel continente nord-Americano mostra invece caratteristiche di malattia infettiva emergente.
Studi epidemiologici hanno peraltro dimostrato la presenza nell'Italia centrale dell'infezione da E. phagocytophila in zecche del genere Ixodes ricinus, e dell'infezione da ehrlichie simili all'agente dell'EG nell'Italia settentrionale.
L'infezione da E. canis sembra essere tutt'altro che infrequente nei cani, mentre positività degli anticorpi per E. phagocytophila sono state riscontrate, nelle zone alpine, in soggetti appartenenti a categorie maggiormente esposte a rischio di punture da zecche (forestali, cacciatori) in percentuali significativamente più alte che nei gruppi di controllo.

Misure di profilassi
Misure di profilassi comportamentale
Cool
Le misure di profilassi comportamentale, fondate sull'informazione e sull'educazione sanitaria della popolazione generale e delle categorie professionali potenzialmente maggiormente esposte al rischio di punture da zecche, sono determinanti ai fini della prevenzione delle patologie infettive trasmesse da questi acari.
Le misure di profilassi ambientale possono avere uno scarso impatto sui relativi agenti patogeni, in considerazione dei possibili molteplici serbatoi di infezione; inoltre, disinfestazioni su larga scala non sono sempre fattibili per ragioni pratiche e per il possibile impatto ambientale negativo.
Le zone maggiormente a rischio per la possibilità di punture di zecche sono gli ambienti boschivi e ricchi di cespugli, umidi ed ombreggiati, con vegetazione bassa e letti di foglie secche, sono a rischio anche il sottobosco ed i prati incolti, così come le zone di confine tra prato e bosco, soprattutto se con presenza di acqua. Anche i sentieri poco battuti, in cui è maggiore la possibilità di presenza di fauna selvatica, sono da considerare a rischio.
Pur essendo la zecca attiva per la maggior parte dell'anno, il periodo a maggior rischio è quello compreso tra primavera ed autunno.
Nei climi temperati e caldi, in caso di inverni particolarmente miti, l'attività delle zecche può protrarsi anche fino all'autunno inoltrato e talvolta, , per tutto l'anno.
Le probabilità della trasmissione di agenti patogeni per mezzo della puntura di zecche sono direttamente proporzionali alla permanenza di queste sull'ospite (con eccezioni rappresentate dalla Febbre ricorrente da zecche e da TBE), e sono in generale basse se la zecca rimane attaccata all'ospite per meno di 36-48 ore.
In caso di permanenza o di escursioni in aree a rischio, è consigliabile indossare indumenti di colore chiaro, per rendere evidente la presenza di zecche, resistenti agli strappi, e con maniche e pantaloni lunghi; questi ultimi dovrebbero essere infilati nelle calze per evitare la possibile penetrazione dei parassiti negli interstizi tra gamba e calza. Le calzature dovrebbero essere chiuse e alte sulle caviglie; è anche consigliabile l'uso di guanti.
Sulle parti scoperte del corpo è utile l'applicazione di prodotti repellenti per gli insetti a base di N,N-dietil-n-toluamide (DEET), di dimetil-ftalato, benzoato di benzile, di permetrina e di acaricidi, ripetendola, se necessario (ad esempio in caso di sudorazione intensa), ogni 2-3 ore.
I repellenti a base di DEET e gli insetticidi a base di permetrina possono, pur se con precauzione, anche essere spruzzati sui vestiti.
I prodotti repellenti vanno impiegati con cautela nei bambini, per la possibilità di effetti indesiderati: il prodotto repellente non deve essere inalato o ingerito, o portato a contatto con gli occhi, non deve essere applicato su cute irritata o escoriata; va applicato soltanto sulle parti scoperte; deve essere evitata l'applicazione di prodotti ad alta concentrazione; le superfici cutanee trattate vanno lavate immediatamente dopo il ritorno in ambienti chiusi o al manifestarsi di sintomi sospetti (prurito, infiammazione), per i quali è opportuno consultare immediatamente un medico.
E' consigliabile camminare al centro dei sentieri, evitando per quanto possibile il contatto con la vegetazione.
In caso di lavoro o sosta in aree conosciute come infestate, è opportuno procedere a periodiche ispezioni degli indumenti e delle parti scoperte (ogni 3-4 ore). Al ritorno da un'escursione o al termine del lavoro in una zona conosciuta come infestata, è importante procedere ad un'accurata ispezione di tutto il corpo, con l'aiuto di un'altra persona per le zone difficilmente ispezionabili, senza trascurare il cuoio capelluto, per verificare la presenza di zecche e procedere alla loro immediata rimozione.
Le zecche vanno rimosse afferrandole saldamente con una pinzetta il più possibile aderente alla cute, ed effettuando una trazione costante e decisa, ma non brusca, verso l'alto, con una delicata rotazione per evitarne la rottura.
Le mani debbono essere protette da guanti o da un fazzoletto durante l'operazione, per evitare la possibilità di infezione attraverso piccole lesioni della pelle o di autoinoculazione per via congiuntivale o orale. Il rostro, che spesso rimane all'interno della cute, va estratto con un ago sterile.
Dopo l'estrazione della zecca sono indicate la disinfezione della zona (evitando i disinfettanti che colorano la cute) e l'applicazione di antibiotici per uso topico
L'applicazione di calore e di sostanze quali acetone, ammoniaca, cloruro di etile, alcol etilico, etere, cloroformio o vaselina sulla zecca prima della rimozione è sconsigliata, in quanto induce in questa un riflesso di rigurgito, con aumento del rischio di trasmissione di agenti patogeni.
Dopo la rimozione della zecca dovrebbe seguire un periodo di osservazione della durata di 30-40 giorni per individuare la comparsa di eventuali segni e sintomi di infezione.
La somministrazione di antibiotici per uso sistemico nel periodo di osservazione è sconsigliata, in quanto può mascherare eventuali segni di malattia e rendere più complicata la diagnosi. Nel caso in cui, per altre ragioni, fosse necessario iniziare un trattamento antibiotico, è opportuno impiegare farmaci di cui è stata dimostrata l'efficacia anche nel trattamento tanto delle rickettsiosi che delle borreliosi (ad esempio: doxiciclina, amoxicillina, cefuroxime); il trattamento va continuato per almeno tre settimane.
I cani, i gatti ed altri animali domestici possono essere infestati da zecche, in particolar modo se conducono vita all'aperto.
Le cucce debbono essere tenute costantemente sotto controllo, eseguendo periodicamente trattamenti con prodotti insetticidi dell'interno e, se poste all'aperto, del terreno circostante. Sono indicati anche trattamenti antizecche degli animali.
La selvaggina è spesso infestata da zecche in maniera massiccia, per cui è necessario prestare la massima attenzione nella manipolazione e nel trasporto di questa.

Profilassi ambientale
Il numero delle zecche nelle aree residenziali può essere controllato e ridotto rimuovendo le foglie secche, le sterpaglie e le cataste di legna intorno alle case, potando gli alberi e le siepi e tenendo puliti prati e sentieri.
Gli interventi di disinfestazione su larga scala possono essere di difficile applicazione , ma possono essere utili in caso di aree ristrette

In allegato viene fornito un esempio di pieghevole contenente informazioni sulla prevenzione comportamentale ed ambientale rivolto alla popolazione generale.
Il pieghevole può essere riprodotto “scaricando” il file dal sito INTERNET del Ministero della Sanità ( www.sanita.it/malinf )

Profilassi specifica
Borreliosi di Lyme
Di recente sono stati messi in commercio, negli Stati Uniti d'America, vaccini contro la BL ottenuti con tecniche di ingegneria genetica che portano all'espressione da parte di E. coli della proteina A della superficie esterna (OspA) della B. burgdorferi sensu stricto.
L'efficacia e la sicurezza di questi vaccini sono state dimostrate mediante studi clinici controllati su larga scala in persone di età compresa tra 15 e 70 anni residenti in zone endemiche degli Stati Uniti d'America.
L'efficacia nei confronti della BL conclamata (eritema migrante più obiettività muscoloscheletrica, cardiovascolare, neurologica) è stata stimata essere di circa il 49 % dopo due dosi di vaccino, e di circa il 76% dopo tre dosi.
La schedula vaccinale consigliata consiste in tre dosi somministrate per via intramuscolare, preferibilmente nella regione deltoidea, ai tempi 0-1-12 mesi. Non si conoscono ancora la durata dell'immunità conferita e la conseguente necessità di eventuali dosi booster. Negli Stati Uniti d'America viene raccomandato di fare in modo di somministrare la seconda e la terza dose di vaccino contro la BL con alcune settimane di anticipo rispetto all'inizio del periodo di maggiore attività delle zecche.
La vaccinazione è consigliata esclusivamente alle persone, di età compresa tra 15 e 70 anni, che risiedono, lavorano o trascorrono per attività ricreative gran parte della giornata in zone conosciute come infestate da zecche infette da agenti della BL.
Negli USA è presente solo B.burgdorferi sensu strictu, mentre in Europa sono presenti tutte le genospecie di Borrelie responsabili di BL, distinte tra loro dal punto di vista antigenico: questo dato rende i vaccini attualmente commercializzati negli USA di nessuna utilità ai fini del loro impiego per la profilassi immunitaria della BL in Italia.

Meningoencefalite da zecche Cool
Il vaccino contro la TBE, da tempo in uso in molti Paesi dell'Europa centrale e settentrionale, è stato recentemente registrato anche in Italia con procedura di mutuo riconoscimento comunitario, ma per il momento non è ancora in commercio nel nostro Paese.
Il vaccino è allestito su cellule embrionali di pollo ed è base di virus inattivati con formalina.
Il ciclo vaccinale di base prevede la somministrazione di tre dosi ai tempi 0, 1-3 mesi, 9-12 mesi, con richiami a cadenza triennale, per via intramuscolare, preferibilmente nella regione deltoidea. Esiste anche la possibilità di seguire un ciclo accelerato di vaccinazione, che però non garantisce gli stessi risultati, in termini di risposta anticorpale, del ciclo classico.
Il periodo migliore per avviare la vaccinazione è quello invernale, in modo che il soggetto sia già protetto nel periodo di massima attività delle zecche e di incidenza di TBE.
In seguito a segnalazioni alla rete europea di allerta sulle reazioni avverse a farmaci (EUDRA), di reazioni avverse, per lo più sotto forma di febbre alta (al di sopra dei 40° C) in adulti e bambini, e convulsioni febbrili in bambini in seguito alla somministrazione della prima dose del vaccino anti-TBE, è stato proposto, in sede europea, di formulare raccomandazioni per:
-impiego del vaccino anti-TBE soltanto in bambini di età superiore a 4 anni;
-impiego di mezza dose di vaccino per la prima dose del ciclo vaccinale negli adulti e per tutto il ciclo vaccinale e gli eventuali richiami nei bambini fino a 12 anni compiuti;
-attenta valutazione, tanto nei bambini che negli adulti, delle effettive indicazioni alla vaccinazione, che dovrebbe essere riservata a persone che trascorrono gran parte del loro tempo in zone ad effettivo alto rischio di TBE;
-attento monitoraggio, particolarmente nei bambini, della temperatura corporea per un periodo di 24 ore dalla somministrazione del vaccino, con pronta somministrazione di antipiretici al bisogno (rialzi febbrili > 39°C).
Le fiale contenenti il vaccino vanno agitate accuratamente prima dell'uso, particolarmente nel caso di impiego di mezza dose, per l'appropriata distribuzione dell'antigene immunizzante all'interno del liquido di diluizione.
Nei confronti della TBE è possibile attuare anche un'immunoprofilassi passiva sia pre che post-esposizione, riservata a situazioni particolari.
Per la profilassi pre-esposizione il dosaggio consigliato è 0,05 ml/Kg di peso corporeo di immunoglobuline specifiche somministrate per via intramuscolare profonda.
Per la profilassi post-esposizione il dosaggio è diverso a seconda del tempo trascorso dalla puntura della zecca: 0,1 ml/Kg entro 48 ore dal morso della zecca ovvero 0,2 ml/kg tra 48 e 96 ore.
E' sconsigliata la somministrazione di immunoglobuline dopo 5 giorni dalla esposizione, in quanto sono stati osservati, in casi di somministrazione tardiva di immunoglobuline specifiche, decorsi clinici più gravi di meningoencefalite da zecche. Nel caso la persona esposta abbia già ricevuto una dose di vaccino, la somministrazione di immunoglobuline è ugualmente consigliata soltanto entro 4 giorni dall'esposizione, mentre è sempre consigliata la somministrazione immediata di un'altra dose di vaccino a prescindere dall'intervallo trascorso dalla precedente.

Si ricorda che i vaccini non registrati, o non ancora commercializzati in Italia, possono essere acquistati all'estero seguendo le procedure stabilite dal D.M. 11 febbraio 1997 (G.U. Ser. gen. n. 72 del 23 marzo 1997).

LV DC Il Direttore del Dipartimento della Prevenzione Dr. Fabrizio Oleari

fonte: www.epicentro.iss.it/problemi/zecche/zecche.asp

Come togliere le zecche: Cool
-Con l'uso di una pinzetta dedicata
tra le tante la O'Tom 5.50 euro c.a. (kit con 2 misure)





La zecca deve essere rimossa utilizzando le apposite pinzette, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione antiorario.
Durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni.
Spesso il rostro rimane all'interno della cute: in questo caso deve essere estratto con un ago sterile.
Distruggere la zecca, possibilmente bruciandola.
Dopo la rimozione è consigliata la profilassi antitetanica, chiedere al proprio medico.
Annotare la data di rimozione e osservare la comparsa di eventuali segni di infezione nei successivi 30-40 giorni per individuare la comparsa di eventuali segni e sintomi di infezione.
Rivolgersi al proprio medico curante nel caso si noti un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi.
Dopo l'estrazione della zecca sono indicate la disinfezione della zona (evitando i disinfettanti che colorano la cute, come la tintura di iodio).
Evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla, le mani devono essere protette (con guanti) e poi lavate.

COSA NON FARE!! Eeeek!!!
Non utilizzare mai per rimuovere la zecca: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto.

Costi vaccinazione: il vaccino contro la TBE è composto da tre dosi del costo unitario di 47,0 euro. Quindi per la vaccinazione “completa” si devono sborsare 141 euro.

Periodo di somministrazione:



nota: il percoso di vaccinazione più rapido non è il più efficace, preferite il primo.

*La vaccinazione è gratuita per gli esposti professionalmente in area a rischio, per i volontari della protezione civile operanti nei settori dell'antincendio boschivo e dei cinofili

*La vaccinazione è gratuita per i residenti in Friuli Venezia Giulia (La meningoencefalite da zecca è malattia endemica in questa regione)

*A livello statistico ovviamente più persone sono vaccinate + si riducono i casi di meningoencefalite da zecca x provincia

avatarjunior
sent on 06 Giugno 2016 (21:05)

Le malattie trasmesse da Zecche in Italia sono qualcuna in più del Lyme e TBE : febbre bottonosa del Mediterraneo, la Borreliosi di Lyme, la febbre ricorrente da zecche, la tularemia, la meningoencefalite da zecche.
meglio non sottovalutare la puntura...

avatarsenior
sent on 06 Giugno 2016 (22:21)

Già ...

Ho diversi amici fuoristradisti che hanno rischiato la pelle per una zecca ...!!!

Io stesso sono stato punto, la dove non batte il sole, una ventina di anni fa, ma - probabilmente - è morta asfissiata ...

SorrisoSorrisoSorriso

avatarmoderator
sent on 25 Aprile 2018 (11:27)

Aggiornato il mio precedente intervento : Malattie trasmesse da zecche: cenni di epidemiologia - misure di prevenzione ;-)

Da un'indagine condotta a gennaio da SWG su un campione statisticamente significativo composto da 3.900 adulti residenti in FVG, Trentino Alto Adige e Veneto (1.200 residenti in FVG, 2.100 in Veneto e 600 in Trentino Alto Adige) sul tema della percezione e conoscenza del “fenomeno zecche”.
L' indagine è stata commissionata da Pfizer e condotta da SWG a febbraio 2017 su un campione di 800
maggiorenni residenti in Friuli Venezia Giulia e distribuiti su tutto il territorio regionale.
L'analisi comparativa dei comportamenti nelle tre regioni evidenzia come in Friuli Venezia Giulia il lavoro svolto
in termini di sensibilizzazione abbia avuto effetti positivi: se in FVG il 42% della popolazione è a conoscenza dell'esistenza del vaccino contro la TBE, in Veneto solo il 14% dei residenti conosce il vaccino, dato che sale al 20% in Trentino Alto Adige. Il FVG è anche la regione nella quale le persone riferiscono di essere state morse da zecca più frequentemente: il 34% dei residenti del FVG racconta di essere stato morso almeno una
volta, mentre sono il 15% in Veneto e il 23% in Trentino Alto Adige (con punte del 41% nella provincia di Belluno).

fonte: euroregionenews.eu/fvg

-II vaccino anti-TBE è offerto gratuitamente a tutti i residenti nella Regione FVG dal 1 gennaio 2013 perchè la zona è stata riconosciuta come endemica.
-Dal 1° gennaio 2018 è gratuito anche per i residenti della provincia di Trento.
Agli inizi di quest'anno, in consiglio Regionale Veneto, c'è stata una mozione per rendere gratuito il vaccino anti TBE anche per la provincia di Belluno.
-Costo vaccino per singola dose (TBE) adulti € 47.00 (fonte Ulss 2) .


user117231
avatar
sent on 25 Aprile 2018 (13:09)

Io non scherzerei con una cosa così seria.
Se esiste il vaccino, ci si vaccini...le conseguenze di una eventuale infezione non sarebbero cosa da poco.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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