| sent on 11 Novembre 2012 (10:43)
Grazie mille Max per la tua utilissima testimonianza! E' in topic come questi che si apprezza l'utilità pratica di un forum, soprattutto tendente a fornire agli utenti delle dritte importantissime ai fini della scelta della giusta attrezzatura. Con questo non dico che certi giudizi su questa lente siano dovuti a mala fede (vedi prove mtf di tutti fotografi, normalmente molto attendibili), ma che le prove di laboratorio devono essere integrate da quelle sul campo, a patto ovviamente che siano serie e trasparenti come quella di Max. A questo punto il m dubbio fra Canon e Zeiss si risolve senz'altro a favore di quest'ultimo. |
| sent on 11 Novembre 2012 (10:56)
Per quel che riguarda la mia esperienza personale io ho constatato, parlo di fotografia di paesaggio, una resa differente ai bordi di due 14mm II, il mio (pessimo ai bordi) e quello di un mio amico (più che discreto ai bordi). In ambedue al centro i risultati sono stati ottimi. Leggo di utenti soddisfatti e di altri molto meno, il che sembrerebbe confermare la mia esperienza; certo, può dipendere dal tipo di ripresa e dalle conseguenti scelte tecniche però non escluderei con assoluta certezza, come ha fatto Max, che non vi sia una certa incostanza nella produzione (così come era avvenuto col 24-70mm). Altro non so, salvo dire che per il mio utilizzo lo zeiss è stato un acquisto assai soddisfacente (l'unica consolazione è che quando avevo speso i miei 2300 euro per il canon, allora tanto costava, lo zeiss non esisteva). Fabio |
| sent on 11 Novembre 2012 (11:06)
Marinaio, ti dirò appena arriva. A diaframmi chiusi il 14 II è una bomba, ripeto, meglio del 14-24 Nikon che soffre di focus shif e deve essere corretto per ottenere risultati decenti. Al momento ho due 14 II, il primo è mio (in prova dal negoziante) e l'altro è quello di Padre Titino (sul forum) che è lo stesso provato da Juza. Sono stati prodotti ad anni di distanza e funzionano uguali: essendo la curvatura di campo variabile è facile pensare che diverse copie diano risultati diversi, ipotizzando una variabilità di qualità. L'unico modo è mettere la reflex sul cavalletto, montarne uno e poi l'altro senza muovere nulla. Fatto ed i risultati sono identici. La nitidezza varia in entrambi con la maf, ma sono parallelamente identici. |
| sent on 11 Novembre 2012 (11:15)
Anche sul 24-70 abbiamo osservato la stessa cosa. Curvatura di campo, ma al contrario del 14 II: più avvicinavi la messa a fuoco più il piano proiettato era curvo (il 14 II ahimè funziona all'opposto). Qui succedeva la cosa inversa: in tutti i test fatti da personaggi più o meno accreditati sulle ISO CHART (fuoco da 1m in giù), i risultati agli angoli erano più o meno variabili, ma comunque piuttosto scarsi, mio compreso. Non mi sono mai spiegato invece come mai a 2.8 e fuoco ad infinito gli angoli fossero perfetti. Poi siamo arrivati anche in quel caso a svelare l'arcano. Quindi non so quanto variassero effettivamente le copie, ma i risultati erano scena-dipendenti e fuoco dipendenti. L'ho usato per anni in paesaggistica con buonissimi risultati. P.s.:il 24-70 II è l'ottica più nitida (dopo il 70-200 2.8 II IS) che abbia mai visto, costante e perfetta da angolo ad angolo a tutte le focali, MA soffre purtroppo di focus shift, un po' come il 14-24 anche se in misura decisamente più accettabile. E soprattutto ha una curvatura di campo praticamente inesistente. |
| sent on 11 Novembre 2012 (11:29)
Usare le lenti al loro meglio è parecchio complesso perchè le progettazioni sono decisamente imperfette. Un po' di tempo per studiarle (in studio e sul campo) è necessario per ottenere risultati eccellenti. Ma il problema non affligge solo Canon e Nikon...anche Zeiss col suo nuovo Distagon 2/25 soffre di curvatura di campo , tant'è che quando metti a fuoco nel primo piano, gli angoli ad infinito non sono mai nitidi nemmeno ad f11. Che dire, ero decisamente intenzionato ad acquistarlo poi l'ho provato e....zack! Stavolta niente fregature. |
| sent on 11 Novembre 2012 (11:31)
P.S.: per chi non lo sapesse il focus shift è la variazione del piano di messa a fuoco con la chiusura del diaframma. (brutta cosa eh?!) |
| sent on 11 Novembre 2012 (11:56)
“ P.S.: per chi non lo sapesse il focus shift è la variazione del piano di messa a fuoco con la chiusura del diaframma. (brutta cosa eh?!) „ Gesù, non si può stare mai tranquilli! Io non mi sono accorto di niente, però ho il 24-70 II solo da poco. In quali condizioni emergono i problemi e come si possono contrastare? |
| sent on 11 Novembre 2012 (13:06)
Già, mai tranquilli... Chiudendo il diaframma proporzionalmente il piano di messa a fuoco si avvicina al fotografo, quindi la PdC corrispondente a quel diaframma viene calcolata sul nuovo piano di fuoco; se non si sa del focus shif, può sembrare dunque che la PdC si estenda più davanti che dietro al piano di maf, andando contro le regole dell'ottica. Quando mettiamo a fuoco lo facciamo a 2.8, poi chiudendo dovremo correggere spostando la ghiera del fuoco un po' più verso infinito. Di quanto? Dipende dal diaframma e dalla maf iniziale, quindi non credo esista una regola precisa, anche perchè la quantificazione dello shift è piuttosto complessa. Detto questo il 24-70 non è troppo impegnativo, il 14-24 nikon è un disastro. Se corretta a dovere ti dà risultati eccelsi, ma è sempre un terno al lotto... Su macchine da 24 e 36 mpix che non perdonano nulla, fare foto a diaframmi chiusi col 14-24 e ottenere risultati buoni è molto lento e complesso, dovendo sempre scattare, controllare, aggiustare il fuoco, riscattare, ricorreggere ecc ecc. |
| sent on 11 Novembre 2012 (13:10)
Come regola generale, che può bastare per il 24-70 II, ti dico: se scatti da f5.6 a f11 metti a fuoco un po' più avanti di quel che faresti normalmente seguendo le tabelle di PdC |
| sent on 11 Novembre 2012 (13:21)
Come potresti accorgertene? Ad esempio potrebbe succedere che se a 24mm fai un bel paesaggio con il fuoco su un elemento in primo piano a 1.5 metri (che ne so... Una roccia ad esempio) e poi chiudi a f8 o f10 convinto di avere tutto a fuoco (come da regole) ti accorgerai che l'infinito non è bello nitido come dovrebbe. Perchè? Perchè il tuo fuoco non è a 1,5m ma provabilmente a 1m o giù di lì |
| sent on 11 Novembre 2012 (14:00)
Grazie davvero Max! Quindi, se ho ben capito, il fenomeno condiziona le regole di estensione della profondità di campo, non l'esattezza della messa a fuoco sul soggetto? |
| sent on 11 Novembre 2012 (14:42)
visto che si parla di 14 f/2.8...qualcuno di voi ha testato il comportamento del samyang sulle stelle, con particolare riferimento al problema della curvatura di campo? |
| sent on 11 Novembre 2012 (17:27)
La distanza di messa a fuoco per ottenere l' iperfocale varia anche in funzione del diaframma utilizzato ....quindi mi sembra che tutto ciò sia in qualche modo previsto dalle leggi dell' ottica ( almeno dalle formule complete non semplificate ). |
| sent on 11 Novembre 2012 (18:14)
Antonio-p, no assolutamente. Forse non ci siamo capiti, chiudendo il diaframma non hai più il fuoco alla distanza che hai scelto, quindi la tua iperfocale non vale più. Sono poche le lenti a soffrire di focus shift ed è un difetto. Grosso. Il samyang non si guarda a TA |
| sent on 11 Novembre 2012 (18:25)
L'iperfocale possiamo dire che è la distanza a cui mettere a fuoco in modo da avere la massima PdC per una determinata focale e un determinato diaframma. Con gli obiettivi che soffrono di focus shift tutto va a rotoli. Ad esempio calcoli che l'iperfocale per un 24mm a f9 è 2 metri. Bene, metti a fuoco a 2 m, chiudi a f9 e scatti. Risultato? Un macello: chiudendo a f9 il tuo fuoco è slittato a 1,50 m e a 1,50m la tua PdC con un 24mm a f9 va da 70 cm a poco più di 2 metri.... Fregato. |
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