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Il Zeiss ZM C Sonnar T* 50mm f/1.5 è un obiettivo standard per formato FF e APS-C. La messa a fuoco avviene tramite Manual Focus, non è presente stabilizzazione d'immagine. Il prezzo medio, al momento dell'inserimento della scheda, è sui 1070 €;
10 utenti hanno dato un voto medio di 9.5 su 10.
COMPATIBILITÀ
Questo obiettivo è disponibile con i seguenti attacchi:
Leica M: l'obiettivo è compatibile con le mirrorless (rangefinder) Leica M.
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Contro: Tappo anteriore pessimo e paraluce da acquistare separatamente.
Opinione: Lente molto particolare o si ama o si odia, da questo ne deriva l'appellativo di “Skizzo”. La bellezza di questa lente sta proprio nel suo carattere, molto pronunciato, tanto che riconoscerei il suo timbro in mezzo a molti. Rendering unico che conferisce una tridimensionalità molto evidente a diaframma aperto. Il passaggio tra la zona a fuoco e il fuori fuoco è così delicata che accentua il senso di profondità dell'immagine. Colori caldi, non eccessivamente contrastato, nitido quanto basta al centro a tutt'apertura diventa una lama dopo f4. Soffre di leggero focus shift a diaframmi aperti e con soggetto ravvicinato, ma nulla di problematico, ci fai l'abitudine e compensi. Naturalmente il problema del focus shift è presente solo su Leica M perché il telemetro ha dei limiti, se utilizzata su qualsiasi mirrorless non ci sono problemi. Dal punto di vista costruttivo tutto metallo e vetro e nonostante ciò Zeiss è riuscita a contenere il peso in poco più di 200gr. Ciò che non capisco è come mai, e questo l'ho riscontrato su diversi marchi, si risparmia sul tappo anteriore, che ha un attacco veramente pessimo, oltre alla scelta di non fornire a corredo anche il paraluce. Un consiglio che sento di darvi è che se al primo utilizzo non avete i risultati sperati, insistete, più ci fate amicizia più vi ricompenserà con immagine strepitose la pazienza che gli avete donato.
Pro: Compattezza e peso, tridimensionalità, qualità costruttiva, morbidezza dello sfuocato, resitenza ai riflessi
Contro: Paraluce da acquistare a parte e a caro prezzo; variabilità della messa a fuoco alle distanze brevi e ai diaframmi più aperti (fino f:2.8)
Opinione: Condivido il pensiero di Piefranco Fornasieri; è un'ottica che può o non piacere affatto o, viceversa, entusiasmare. La stessa Zeiss ha diffuso una nota ufficiale invitando i fotografi a tenere conto delle particolari caratteristiche di questo obbiettivo e consigliando ai patiti della nitidezza estrema da bordo a bordo del fotogramma l'acquisto del 5omm Planar, essendo invece consigliabile il Sonnar agli amanti del ritratto e di ogni altro genere in cui possa servire una resa dello sfuocato progressiva e particolarmente morbida. In effetti quest'ottica non è il massimo per fotografia di architettura, né eccelle quando si riprendono superfici piane come muri, manifesti ecc., in quanto i bordi del fotogramma, anche chiudendo il diaframma a f:8, risultano inferiori quanto a nitidezza rispetto al centro (da 5,6 a f:11 si nota meno, ovviamente). Ma quando è importante rendere la tridimensionalità del soggetto, nei ritratti come nella fotografia di strada, assicura una resa eccellente, quasi magica. Mi ha ricordato molto, sotto questo aspetto, il Nikkor 58mm f:1.4. Quanto alla variabilità del piano di messa a fuoco ai diversi diaframmi, problema anch'esso noto, avvalendosi del telemetro occorre fare delle prove e con l'esperienza diventa facile rimediare. Col mirino EVF, peraltro, usando il peaking focus al diaframma effettivo di lavoro, il problema non esiste neppure. Encomiabili, infine, la resistenza ai riflessi, l'estrema compattezza e la leggerezza di questa ottica, la cui resa del colore è del tutto coerente con le specifiche Zeiss.
Pro: Dimensioni, costruzione, peso, ghiera dei diaframmi con un 1/3 di stop, super luminoso 1.5 , design, BOKEH UNICO dalla resa classica, tridimensionalità come non mai, micro contrasto, TRANSAZIONE dal punto di messa a fuoco allo sfocato, resistenza in controluce, distorsione assente.
Contro: Abberazione cromatica in punti di altissimo contrasto, facilmente correggibili
Opinione: Era ormai da tempo che non sentivo più quel emozione che avevo quando iniziai a fotografare. Tutte queste super lenti, pesanti, super costose è sempre perfette hanno in qualche modo smorzato quella che è la mia vena artistica, la passione di uscire a scattare e la voglia di sognare. Ero molto titubante sull' acquistare questa lente o meno, anche perché ha un certo prezzo ed è ovviamente manuale. Acquistata di fortuna nell usato per 900 euro con garanzia scaduta ( ) credo di aver fatto davvero un vero e proprio investimento e non solo economico. C'è solo da pensare che è stata annunciata nel 2004 e mantiene tutt'ora il suo valore di mercato e questa la dice lunga, la dove una lente con autofocus e contatti elettronici dopo qualche mese perde di netto valore nel mercato dell'usato.
è una lente che va provata assolutamente di persona, la magia che sprigiona è difficlemente spiegabile a parole.
Proveniente da uno zeiss batis posso dirvi con certezza che ho fatto decisamente un acquisto migliore!
Consigliata vivamente
Pro: Tridimensionalità, Luminosità, Qualità costruttiva, Bokeh, Resitenza al flare
Contro: Leggero focus shift alle minime distanze a tutta apertura, Paraluce non incluso
Opinione: E' una lente che la ami o la odi.
Riprende il vecchio schema Sonnar, riproposto però col trattamento antiriflessi e la qualità delle lenti di oggi.
Il risultato è una lente con una personalità molto pronunciata, che paga la fedeltà al progetto con un leggero focus shift di cui si deve tenere conto quando si focheggia a distanze ravvicinate e a tutta apertura. Questa scomodità però viene compensata da altri aspetti.
Ad ampie aperture presenta una certa dose di aberrazioni non corrette, che regalano immagini magiche. Oltre al pop 3D tipico di Zeiss, la lente presenta una notevole resistenza al flare, di tenuta nelle ombre e di mantenimento del contrasto in controluce (per merito tra l'altro dell'ormai celebre trattamento antiriflessi della casa tedesca). Il fuori fuoco è splendido e vellutato. Chiusi un paio di diaframmi, la resa abbandona ogni velleità poetica e sognante e la lente si trasforma progressivamente in una lama impietosa.
Una volta, scherzando con amici, l'ho definito un obiettivo che mette assieme due diversi 50 mm, Summilux Pre-Asph e Summicron, di Leica: perché a tutta apertura è molto simile al primo, mentre da f/2.8 assomiglia sempre più al secondo. Solo che usando questa lente invece delle altre due hai il portafogli con ancora dei soldi dentro. (scherzando, si, ma neppure troppo)
L'abitudine al focus shift l'ho fatta facilmente. Ho imparato a compensare quel paio di centimetri, quando so che ce n'è bisogno, muovendo il collo in modo da guadagnare quella distanza, dopo aver focheggiato. Molti invece non sopportano questo aspetto.
E' una lente che la ami o che odi.
Io la amo.
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