La Cina con uno zaino in Articoli il 16 Aprile 2013, 11:00 Ho deciso di partire per la Cina ad aprile, quasi maggio, per visitare il villaggio di Huaxi e raccogliere il materiale necessario a fare la tesi finale e laurearmi in Scienze Politiche. In realtà era solo una buona scusa: vedere il paese di cui da sempre leggevo, di cui studio la lingua, del quale volevo incontrare la vita. L'occasione che aspettavo da anni!
Passi: prenotarsi un corso di cinese e l'alloggio, il biglietto di andata, partire.
Prezzo: vendersi anche le mutande e viaggiare backpacking. Accettato.
Sono atterrato all'aeroporto di Shanghai dopo diciotto ore di viaggio e tre notti insonni, sconvolto e stanco perchè per risparmiare 200 Euro avevo fatto scalo a Milano, Dusserdolf e Abu Dabi. Se da un lato questo mi ha tolto qualche buon mese di vita (ero davvero sfinito, avevo lavorato come un matto e dormito niente fino a poco prima di salire in aereo) dall'altro mi ha dato l'occasione di incontrare ad Abu Dabi Yi, un ragazzo cinese che studia a Milano e stava tornando a casa per le vacanze estive. All'arrivo all'aeroporto di Pudong, Yi e la sua famiglia mi ha preso in carico come fossi stato del clan, col calore che poi avrei scoperto essere tipico dei cinesi del sud.
Primi problemi. Senza che nessuno gli chiedesse niente, il padre di Yi ha preso in mano i miei documenti e ha chiamato l'università per avvisare che sarei arrivato la sera e non il mattino anche se io non sapevo il perchè e allora è arrivata la prima doccia fredda: c'è stato un errore, niente alloggio fino all'inizio dei corsi, quattro giorni dopo. L'università mi lasciava a me stesso per qualche giorno. Caricato il bagaglio nella loro macchina (uno zaino da 35 litri per due mesi di permanenza), seduto nel retro con altri tre ragazzi, sono partito per scoprire che ero ufficialmente invitato allo sport nazionale cinese: mangiare!
Mi è parso incredibile come mi hanno subito preso con loro e si sono preoccupati di aiutarmi, ma questo è niente: dal pomeriggio alla notte un cugino di Yi mi ha accompagnato fino dentro Shanghai, in giro per le strade e gli ostelli, finchè non ho trovato una sistemazione. Tutti gli alberghi puzzolenti della periferia mi hanno mandato via non appena mi hanno visto occidentale, alla fine son dovuto andare al "meno economico" albergo di fianco alla facoltà, arrivandoci in piena notte. Dodici ore di sonno di fila e un risveglio confuso,...
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