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avatarRolleicord, Zeiss Ikonta e Kentmere Pan 100: alcune fotografie fatte al mare.
in Tecnica, Composizione e altri temi il 26 Maggio 2023, 11:19


Buongiorno a tutti voi.

Sono di ritorno da una breve vacanza al mare, durante la quale ho portato con me, quali macchine di medio formato, una Rolleicord Vb e una Zeiss Ikonta (per il piccolo formato ho portato una Leica IIIf).

Per quanto riguarda la pellicola, ho fatto un po' un salto nel buio, passando d'istinto dalla mia solita Fomapan 100 alla Kentemere Pan 100. Non ho avuto il tempo di provare la nuova pellicola prima della partenza; quindi, ero curioso (e anche un po' preoccupato, invero) di vedere il risultato. Tornato a casa, ho sviluppato i due rulli scattati con rivelatore Kodak HC-110 in soluzione 1+31, con agitazioni lente e continue per 6 minuti.

Beh devo dire che sono rimasto piacevolmente colpito dalla resa di questa pellicola: ha una bellissima grana, è morbida e contrastata al punto giusto; forse è un po' piatta nella transizione di toni ed ombre, ma tutto sommato va bene così.

In sostanza, una pellicola che trovo adatta ad una fotografia delicata, per palati fini che non amano i contrasti (esagerati, parere personale) a cui ci ha abituato la fotografia contemporanea.

Qui sotto vi lascio alcuni scatti della mia breve vacanza, in modo che possiate farvi un'idea. Spero vi piacciano.

Grazie per l'attenzione, AD























23 commenti, 1403 visite - Leggi/Rispondi


avatarAlcune fotografie scattate con la Holga 120, la migliore macchina fotografica
in Tecnica, Composizione e altri temi il 09 Febbraio 2023, 22:21


Buonasera a tutti voi, amanti della fotografia a pellicola.

In questo post vorrei mostrarvi alcune foto scattate recentemente con una HOLGA 120N, macchina che nel titolo ho definito, un po' provocatoriamente (me ne rendo conto), ma consapevolmente e convintamente, “la migliore macchina fotografica”.

Intanto vediamola, la HOLGA 120:





Per chi non la conoscesse bene: è una macchina medio formato costruita quasi interamente in plastica, una cosiddetta “toy camera”. Costa 40-50 euro, nuova. La lente fissa è, anch'essa, di plastica. Ha un solo tempo di scatto, pari a (circa) 1/100 di secondo, più la posa B. Due solo diaframmi selezionabili, f/8 ed f/11. Quattro posizioni di messa a fuoco (a stima): una persona (1 metro circa), tre persone (2 metri circa), un gruppo di persone (5-6 metri, circa), una montagna (da 6-7 metri all'infinito). Mirino galileiano, senza cornici né altro, che inquadra una porzione di spazio del 20% più piccola di quella che sarà poi impressionata effettivamente sul fotogramma 6x6. Attacco per il treppiede. E basta. Praticamente non c'è altro.

Ora: perché dico che è “la miglior camera”? Perché, per alcuni aspetti almeno, lo è veramente, a mio parere. Vediamoli.
- Costa pochissimo, e pur essendo una medio formato non è pesante né ingombrante. Quindi E' SEMPRE CON ME, senza patemi, senza rotture di schiena né di scatole. Requisito indispensabile per una buona fotocamera.
- Riduce la fotografia agli ELEMENTI ESSENZIALI: luce, composizione. Niente fronzoli, niente bokeh, niente obbiettivi chirurgici, niente trucchi né inganni, niente scorciatoie. La fotografia la devi fare tu, devi essere capace di pre-visualizzarla e di realizzarla, altrimenti non viene.
- E' DIVERTENTE. Fotografare con la HOLGA 120 è puro piacere: leggerezza e concentrazione si alternano sul campo, nell'attesa di vedere quali inattesi risultati produrrà la fotocamera nata ad Hong Kong nei primi anni '80 una volta che avremo sviluppato la pellicola.

In sostanza, la HOLGA 120 avrà pure (ha effettivamente) mille difetti costruttivi, infiltrazioni di luce (risolvibili), scarsissima qualità dell'obbiettivo ecc. ecc.…Ma chi se ne importa? Con questa macchina si fanno buone, anzi ottime fotografie. Non lo dico io, lo dice un signore che si chiama Michael Kenna, il quale ne porta sempre dietro un paio e le usa con piacere, tanto da farne un libro dal titolo “HOLGA”, appunto.

Ed ora ecco alcune fotografie dall'ultimo rullo che ho scattato, qualche giorno fa:













Vi ringrazio molto per l'attenzione.



176 commenti, 9805 visite - Leggi/Rispondi


avatarYashica Electro 35 gsn, economica ma di qualità
in Tecnica, Composizione e altri temi il 07 Maggio 2022, 22:16


Due giorni fa ho resuscitato la mia Yashica Electro 35 GSN, una macchina che avevo trascurato da molto tempo





La Yashica Electro 35 GSN, costruita tra il 1973 e il 1975, è l'ultima delle Electro 35, una serie di macchine che Yashica costruì a partire dal 1966. E' una macchina interessante perché fu la prima 35mm con otturatore elettromagnetico a controllo elettronico (Electro: nomen omen), tra l'altro dotata di esposizione automatica a priorità dei diaframmi. Le pubblicità dell'epoca mettevano, ovviamente, in risalto questa caratteristica







upload photo

La Yashica Electro 35 ebbe un immediato successo di pubblico e di critica: ben costruita, solida, bella (parere personale), con un'ottica fissa di livello molto elevato, lo Yashinon 45mm f/1,7 composto da di 6 elementi in 4 gruppi, questa fotocamera era offerta a un prezzo equivalente a poco più di 250 Euro attuali, e per tutte queste ragioni divenne un dei best-buy degli anni '70. L'otturatore della Electro 35, progettato e costruito da Copal su specifiche Yashica, scatta su tempi da 30 a 1/500 di sec, più la posa B.

L'uso della fotocamera è semplice, si vede che è stata progettata per un uso amatoriale: il fotografo regola il diaframma sulla apposita ghiera dell'obiettivo, e il sistema esposimetrico provvede a regolare di conseguenza il tempo. Sulla calotta vi sono due LED luminosi che indicano come regolare il diaframma, rosso per la sottoesposizione, giallo per la sovraesposizione: l'esposizione corretta si raggiunge quando entrambi sono spenti. Le sensibilità della pellicola selezionabili vanno da 25 a 1000 ASA. Al fotografo non rimane che mettere a fuoco e può scattare, tutto molto semplice.

Ma che foto fa questa "macchinetta" progettata, lo ripeto, per il grande pubblico e non per un uso professionale? Bè, si comporta molto bene, merito soprattutto dell'ottima lente che la correda. Vi lascio alcune fotografie fatte durante lo shooting di due giorni fa, e sviluppate in modalità semi-stand

























Sono affezionato a questa macchina fotografica, non certo perché sia la migliore che possiedo, ma perché si tratta di un apparecchio "indovinato". Fu progettata per la massa, tuttavia fu dotata di ottime caratteristiche, non fu fatta al risparmio e tuttavia fu venduta ad un prezzo abbordabile ai più, permettendo a milioni di persone di fare buone fotografie. Chissà quante vacanze, viaggi, momenti lieti e di svago sono stati immortalati con una macchina come questa, momenti di vita che ancora possono essere vissuti attraverso le fotografie fatte oltre mezzo secolo fa.

Anche voi avete delle "macchinette" come questa a cui siete affezionati? E perchè?
Saluti,
AD


51 commenti, 3588 visite - Leggi/Rispondi


avatarLa mia esperienza con lo sviluppo semi-stand della pellicola
in Tecnica, Composizione e altri temi il 04 Maggio 2022, 0:10


Pochi giorni fa ho deciso di uscire per scattare un rullo di Ilford FP4 Plus con la mia Nikon F





Ho sviluppato subito il rullo, utilizzando il metodo che sto mettendo in pratica da qualche mese, vale a dire lo sviluppo semi-stand. Di che si tratta? Si tratta di utilizzare una quantità di liquido di svilluppo molto limitata, inferiore ad 1/100 della soluzione totale, e di farla reagire con la pellicola fino a completo esaurimento. Nel mio caso specifico, per la pellicola 135 mm, preparo una soluzione di sviluppo con 6 ml di Kodak HC-110 + 714 ml di acqua alla temperatura di 18°C. La soluzione, versata nella tank con la pellicola, viene agitata (rovesciamenti continui della tank) per il primo minuto, poi lascio la tank ferma per 24 minuti, al termine dei quali faccio 2 rovesciamenti (due di numero), quindi lascio la tank ferma per altri 20 minuti.
A questi 45 minuti di sviluppo semi-stand seguono le normali fasi (stop, fissaggio, lavaggio, risciacquo con imbibente) della procedura di sviluppo.

Uso questa tecnica perchè, a mio parere, aumenta il dettaglio, il microcontrasto e la tridimensionalità delle fotografie rispetto alla tecnica di sviluppo "standard". Vi lascio qualche esempio del rullo fatto con la Nikon F e sviluppato in semi-stand

























E voi, usate mai la tecnica di sviluppo stand o semi-stand?

Saluti, AD


52 commenti, 3319 visite - Leggi/Rispondi


avatarLeitz Summitar (1939-1955), ottica dal grande fascino e dall'ottima resa
in Tecnica, Composizione e altri temi il 27 Aprile 2022, 12:31


Ieri sono uscito con la mia Leica IIIc, armata con un Summitar 50mm f/2





L'obbiettivo Summitar venne presentato da Leica nel 1939 (come evoluzione del Summar 5cm)





Qui in una pubblicità del 1941





Se volete sapere tutto su questo obbiettivo, vi consiglio il sito Wetzlar Historica Italia
www.wetzlar-historica-italia.it/summitar.html

Il Summitar, nonostante gli 80 anni che si porta sulle spalle, è capace ancora di ottime prestazioni, specie tra f/4 e f/11. Certo, si nota una evidente morbidezza ai margini del fotogramma, ma in generale la resa è più che accettabile





















Ovviamente, un'ottica del genere non si usa per ottenere la precisione e l'incisione delle ottiche attuali ma, almeno nel mio caso, per il grande fascino e il piacere che da usare uno strumento con tanta storia sulle spalle e allo stesso tempo il futuro davanti a se: infatti, gli obbiettivi come il Summitar sono costruiti così bene che è plausibile pensare che possano durare e fare bellissime fotografie ancora per molto, molto tempo.

Grazie per l'attenzione,
AD


4 commenti, 313 visite - Leggi/Rispondi


avatarRollei 35 T, la piccoletta dall'ottima resa
in Tecnica, Composizione e altri temi il 26 Aprile 2022, 11:28


Alcuni giorni fa ho usato una delle tre Rollei 35 che possiedo





La piccola macchina prodotta a partire dal 1966 mi piace tanto: oltre alle dimensioni lillipuziane, caratteristica sempre, comprensibilmente, evidenziata dalle pubblicità dell'epoca






è caratterizzata da un'ottica Zeiss 40mm Tessar di ottima qualità, che permette di ottenere immagini incise, pulite, ben definite



immagin



upload immagine









La cosa che mi fa sorridere è pensare che, nel mondo delle macchine digitali, il sensore cosiddetto full-frame è spesso un (costoso) punto di arrivo per il fortunato possessore. Beh, nel caso delle macchine a pellicola 35 mm il sensore è SEMPRE full-frame, e tra l'altro è SEMPRE nuovo, basta far avanzare la pellicola. Non fa eccezione ovviamente la piccolissima Rollei 35 T, una macchina di mezzo secolo fa, full-frame, che fa ancora ottime foto.

Grazie per l'attenzione,
AD


3 commenti, 553 visite - Leggi/Rispondi


avatarLeicaflex (1964-1968) – recensione (quasi) completa ed esperienza d'uso
in Tecnica, Composizione e altri temi il 21 Aprile 2022, 11:41


BREVE STORIA
Era il 1960, e nel mondo della fotografia si stava assistendo al successo travolgente delle reflex. Nikon aveva presentato la sua “F” nel 1959 e, pur non essendo la prima SLR (Single Lens Reflex) lanciata sul mercato (la prima fu la "Kine Exakta", presentata nel 1936 alla fiera di Lipsia), la “F” rappresentava un punto di svolta, il punto nodale di un sistema fotografico moderno, completo, robusto ed affidabile, adatto sia al professionista che all'amatore evoluto





Come è ovvio, il successo della nipponica “F” spinse le altre Case produttrici a seguire la strada aperta da Nikon. Leitz Camera non fece eccezione: la Casa di Wetzlar era storicamente famosa per le sue macchine a telemetro, strumenti eccezionali che tuttavia, ora, messi a confronto con le reflex giapponesi, mostravano i limiti insiti nel sistema telemetrico. Anche se il “cliente Leica” tipo era ed è sempre stato un affezionato del marchio, a Wetzlar era evidente come fosse giunto il momento di affiancare una linea di macchine reflex a quella delle macchine a telemetro. Nasceva così il progetto Leicaflex, affidato ai designers Ludwig Leitz, Paul Naumann e Werner Wiessner. Il brevetto statunitense della nuova macchina fu depositato il 26 dicembre 1961





Tuttavia, per arrivare alla produzione industriale vera e propria bisognerà attendere il 1964, anno in cui la Leicaflex venne presentata al pubblico













La produzione della Leicaflex proseguirà quindi per 4 anni, fino al 1968, quando verrà sostituita dal nuovo modello, la Leicaflex SL, la quale poi verrà messa in pensione dalla Leicaflex SL2. La storia delle reflex Leica proseguirà quindi con la serie R (R3, R4 ecc.) fino alla R9 dei primi anni 2000.

LA MACCHINA
Il corpo macchina ha linee pulite e ordinate, in puro stile Leica. La maggior parte degli esemplari sono rifiniti in cromo satinato, solo pochi esemplari furono prodotti in vernice nera





Il mirino pentaprismatico è fisso. Per la messa a fuoco viene utilizzato un anello centrale a microprisma. Le velocità dell'otturatore a tendina vengono visualizzate nella parte inferiore del mirino, mentre l'indicatore dell'esposimetro si trova sul lato destro, dove la corretta esposizione si ottiene abbinando gli aghi. Non è visibile nel mirino l'apertura del diaframma. Nel pentaprisma è incorporato anche un indicatore del funzionamento della batteria. L'esposimetro al Solfuro di Cd non è TTL (attraverso l'obiettivo), ma è posto sul pentaprisma dove ha una finestrella dedicata. La ghiera per il controllo della velocità dell'otturatore si trova sulla piastra superiore della fotocamera, ed è montata coassialmente alla leva di avanzamento della pellicola. I tempi di posa vanno da 1 secondo a 1/2000 di secondo, più posa B. I contatti del flash elettronico sono posizionati sulla parte anteriore della fotocamera, con un tempo syncro di 1/100 di secondo. La macchina è dotata di blocco dello specchio, dorso incernierato, manovella di riavvolgimento e autoscatto.

MARK 1 e MARK 2
Ci sono due versioni della Leicaflex. La prima serie, o Mark I, si riconosce dal contapose a forma di "fetta di torta"





mentre la seconda serie, o Mark II, ha il contapose di forma circolare





Oltre a ciò (e soprattutto) la Leicaflex Mark I ha l'esposimetro costantemente attivo quando la macchina è esposta alla luce, mentre nella Mark II l'esposimetro si attiva solo quando la leva di avanzamento della pellicola viene allontanata parzialmente dal corpo macchina, un'innovazione che serve a conservare la carica della batteria molto più a lungo.

IL PARCO OTTICHE
Per la Leicaflex venne realizzato un parco ottiche abbastanza completo, anche se non molto ampio





costituito da un obiettivo “normale” Summicron R 50mm f/2 a sei lenti, con diaframma minimo f/16 e messa a fuoco minima a cinquanta centimetri, a cui si aggiunse un medio grandangolare, Elmarit R 35mm f/2.8 a 7 lenti con diaframma minimo f/22 e messa a fuoco minima a 30cm, e due teleobiettivi, Elmarit R 90mm f/2.8 a 5 lenti con diaframma minimo f/22 e messa a fuoco minima a 70cm ed Elmarit R 135mm f/2.8 a cinque lenti con diaframma minimo f/22 e messa a fuoco minima ad un metro e mezzo. Insomma una scelta piuttosto risicata , costituita in compenso da obbiettivi di altissima qualità, che niente avevano da invidiare ai cugini progettati per le macchine Leica del sistema M.

ESPERIENZA D'USO
Volendo approfondire la mia esperienza d'uso con la Leicaflex



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spiccano, in ordine sparso, la morbidezza e la precisione dei comandi, la qualità costruttiva di altissimo livello che si percepisce, l'ergonomia del corpo macchina dalle morbide curve, il mirino chiaro e preciso, e sopra tutto l'eccellenza dell'ottica provata (Summicron R 50 mm), che restituisce immagini caratterizzate da una resa, a mio modesto parere, notevole





















Non tutto è così positivo, comunque: la Leicaflex, ad esempio, ha il pentaprisma non removibile quindi non si possono utilizzare mirini a pozzetto o cambiare i vetrini di messa a fuoco; il parco ottiche è di altissima qualità, ma non contempla grandangolari spinti, obbiettivi per macrofotografia, obbiettivi shiftabili per fotografia di architettura ecc., insomma è piuttosto ridotto; l'esposimetro della macchina è esterno all'obbiettivo, mentre la misurazione della luce TTL (attraverso la lente) era una caratteristica tecnica che nel 1964 era già disponibile da tempo (fu introdotta nel 1960 da Topcon e da Pentax).
Sono un appassionato utilizzatore di macchine a pellicola, nel corso degli ultimi anni ho scattato e continuo a scattare con alcune delle macchine “iconiche” della storia della fotografia. Per motivi di ordine cronologico, penso sia corretto comparare la Leicaflex alla Nikon F; le due macchine condividono infatti, almeno in parte, lo stesso arco temporale di produzione: la Nikon F dal 1959 al 1970 circa, la Leicaflex dal 1964 al 1968. Inoltre, entrambe erano, all'epoca, il top di gamma delle rispettive Case produttrici (e non solo) in ambito reflex. Infine, a titolo puramente soggettivo, amo moltissimo entrambe queste fotocamere. Paragonando l'esperienza d'uso, posso dire in estrema sintesi quanto segue: scattare con la Nikon F è come guidare un robustissimo fuoristrada Jeep, scattare con la Leicaflex è come guidare una lussuosa berlina Mercedes. Entrambe affascinanti, entrambe bellissime, ma diverse.

CONCLUSIONI
Nel “mondo” degli appassionati Leica e non solo, la Leicaflex e tutte le sue discendenti reflex sono sempre state considerate un gradino sotto le macchine a telemetro





Ieri come oggi le macchine reflex Leica hanno avuto una sorte piuttosto infelice, sicuramente non all'altezza delle qualità che esprimono. All'epoca del lancio, un fattore fondamentale fu indubbiamente il prezzo: nel 1964 il costo della Leicaflex armata con il Summicron 50mm era di 585 USD, pari a 4850 USD odierni; nello stesso anno, una Nikon F armata con un Nikkor 50mm f/2 costava 323 USD, 3000 USD odierni. Insomma, una differenza di quasi 2000 USD tra le due macchine, un bello scarto. Oggi, una Leicaflex degli anni '60 costa un quarto rispetto ad una Leica M3 dello stesso periodo. Le ottiche R non soffrono dello stesso abissale “gap” rispetto alle ottiche M, le ottiche R infatti sono ricercate e sono salite di prezzo perché vengono utilizzate tramite adattatori sulle moderne macchine digitali, per la serie “come avere un'ottica Leitz ad un ottimo prezzo”, tuttavia un Summicron R costa comunque circa la metà di un Summicron M.
Ciò detto, a mio parere la Leicaflex è una “signora macchina”, una bellissima SLR costruita con la stessa cura delle cugine Leitz a telemetro, corredata da un parco ottiche di qualità eccelsa. Nonostante ciò, oggi non sono in molti a scattare con una Leicaflex, mentre le macchine a telemetro della Casa di Wetzlar hanno ancora un forte seguito, in parte anche tra i giovani nativi digitali. Tutto considerato, se la Leicaflex all'epoca del suo lancio era una macchina destinata quasi esclusivamente ad un pubblico facoltoso, oggi è possibile averla con un impegno economico non eccessivo, sicuramente inferiore alla qualità costruttiva di questo bellissimo strumento dal design senza tempo e dalle prestazioni di tutto rispetto.

Grazie per l'attenzione,
AD


32 commenti, 3124 visite - Leggi/Rispondi


avatarLeica M2, nata per la focale da 35mm
in Tecnica, Composizione e altri temi il 17 Aprile 2022, 0:24


La Leica a pellicola della serie M che mi piace di più in quanto strumento, oggetto feticistico, è la M3, la regina, bellissima. Eppure, quella che uso di più è la M2, la sorella minore, forse meno bella, sicuramente meno rifinita, un pò più spartana





Mentre la M3 ha il mirino "nato" per le focali 50-90-135, la M2 ha dalla sua il grande vantaggio di avere il mirino progettato per poter utilizzare le focali 35-50-90 mm, una triade classica





In effetti, la M2 è stata la prima Leica "nata" per la focale da 35 mm, tutte le macchine precedenti infatti, comprese le Leica a vite, hanno un mirino "nato" per la focale 50mm. Beninteso, si possono utilizzare anche con focali più ampie, ma servono lenti "con occhiali" (per la M3), o mirini addizionali da montare sulla slitta flash (per le Leica a vite)





Dunque, sulla M2 posso montare un classico Summicron 35mm, tipica focale da reportage, e vedere chiaramente cosa inquadro nella cornice, luminosa e ben delineata, del mirino galileiano. Questo è il motivo principale del succitato maggiore uso da parte mia della M2 rispetto alla M3, soprattutto come macchina da viaggio e da reportage. Amo tantissimo la focale 50 mm, ma con il 35mm, medio grandangolo, è più facile lavorare in iperfocale rispetto al 50mm, tecnica adattissima alle macchine a telemetro, e nello stesso tempo inquadrare una porzione di campo più ampia così da ambientare meglio la scena inquadrata



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Dovessero puntarmi la proverbiale pistola e chiedermi di scegliere tra la M2 e la M3, cosa farei? Forse sceglierei la M3, perchè è bellissima ed è una macchina eccezionale, sapendo già però che rimpiangerei la M2, soprattutto per la sua versatilità...

Grazie per l'attenzione, un saluto,
AD


9 commenti, 1050 visite - Leggi/Rispondi


avatarFotografia panoramica con Rolleiflex
in Tecnica, Composizione e altri temi il 13 Aprile 2022, 19:48


Due giorni fa, approfittando della bella giornata (in senso fotografico: cielo sereno ma anche molte belle nuvole), ho preso la mia Rolleiflex e sono uscito con l'intento di fare una fotografia panoramica (per chi non lo sapesse: è una fotografia ottenuta unendo più fotogrammi)





Per fare questo, ho accessoriato la mia Rolleiflex con una testa panoramica Rollei, questa





La testa panoramica permette di ruotare la macchina in senso laterale con archi fissi di 36°.

Ho fatto degli errori, alla fine infatti delle 5 foto che ho scattato in sequenza solo le 3 centrali sono risultate utilizzabili, ed ecco la panoramica che ho ottenuto





Sono comunque abbastanza soddisfatto del risultato. In questo caso infatti mi mancava un altro indispensabile accessorio che sto aspettando, il Rolleifix, che permette di posizionare la macchina esattamente in corrispondenza del punto nodale dell'obbiettivo. Non vedo l'ora di riceverlo per fare altre fotografie panoramiche con la mia Roilleiflex, probabilmente di 5 o più fotogrammi.

Grazie per l'attenzione,
AD


17 commenti, 1030 visite - Leggi/Rispondi


avatarShooting con Rollei 35 S e sviluppo pellicola semi-stand
in Tecnica, Composizione e altri temi il 25 Marzo 2022, 12:34


Un paio di giorno fa ho deciso di uscire con la mia Rollei 35 S per uno shooting negli amati boschi che circondano casa mia









La pellicola, una Ilford FP4 Plus, è stata poi sviluppata in modalità semi-stand





Per chi non lo sapesse, la modalità di sviluppo stand consiste, in linea generale, nell'utilizzare una concentrazione molto bassa di developer e procedere quindi con alcune agitazioni della tank per un breve, iniziale, periodo di tempo, lasciando poi la tank assolutamente ferma per il restante, lungo (ad es 45, 60, anche 90 minuti), lasso di tempo necessario. Utilizzando lo sviluppo “stand” il developer lavora subito sulle porzioni di fotogramma colpite da alte luci e poi, man mano che lo sviluppo procede, il developer continua a lavorare sulle ombre, tirando fuori (si spera) dettagli che altrimenti andrebbero persi, fino ad esaurimento.

Alcuni problemi con lo sviluppo stand: se la concentrazione dello sviluppo è molto bassa, questo potrebbe concentrarsi sul fonde della tank, sviluppando maggiormente la parte bassa del fotogramma rispetto alla parte alta. Inoltre, le zone molto contrastate del fotogramma possono apparire troppo contrastate, un effetto che a me piace, ma ad altri no.

Una soluzione, parziale, può essere lo sviluppo semi-stand: in sostanza, dopo la prima iniziale agitazione non si lascia la tank sempre immobile fino alla fine del lungo periodo di sviluppo, ma si procede con una o più agitazioni intervallate.
Nel mio caso ho proceduto come segue: concentrazione del developer HC-110 di 3 ml in 497 ml di acqua a 19°C. Primo minuto di agitazioni continue della tank, poi stand per 25 minuti, quindi una solo delicata inversione della tank, infine altri 20 minuti di stand. Lo sviluppo della pellicola procede poi come sempre: arresto, fissaggio, risciacquo, lavaggio finale.

Sono contento dei risultati che ho ottenuto con lo sviluppo semi-stand: microcontrasto, neri profondi, dettagli. Tenete presente comunque che a me piacciono immagini contrastate e decise, che potrebbero non piacere a tutti ovviamente, ed uso lo sviluppo semi-stand quando voglio immagini che abbiano queste caratteristiche. E voi, utilizzate lo sviluppo stand o semi-stand?
Un saluto, a presto
AD



















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avatarPrimi scatti e prime impressioni con la mia “nuova” Nikon d700
in Fotocamere, Accessori e Fotoritocco il 17 Marzo 2022, 12:29


Qualche giorno fa ho aperto un post (link www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=4192528) nel quale annunciavo vobis l'acquisto di una nuova fotocamera, la Nikon D700. Per chi non lo sapesse, questa fotocamera è la seconda reflex digitale full frame presentata da Nikon, nell'anno 2008. Si, avete letto bene, questa fotocamera ha 14 anni. E ha un sensore da soli 12 Mpixel. Ma allora, perché acquistarla nel 2022? Perché la Nikon D700, sforna files che molti definiscono magici, eccellenti, straordinari e così via. Insomma, la qualità di immagine garantita dal sensore di questa fotocamera è, secondo molti, eccezionale. Se a questo si aggiunge il fatto che è una fotocamera costruita in Giappone secondo i migliori standard costruttivi, il prezzo che oggi si aggira tra i 300 e i 500 euro a seconda dello stato della fotocamera, e il fatto che l'attacco della fotocamera permette l'uso di tutte le ottiche della serie F (un'enormità, a partire dalla fine degli anni '50 ad oggi), è facile intuire perchè la D700 sia diventata, oggi, un piccolo oggetto di culto tra gli appassionati.

Ed ecco il mio esemplare, equipaggiato con un obbiettivo Nikkor 50mm f:1.4 Ai-s (e con la action cam montata sulla slitta flash)





Ho fatto un primo, breve shooting ieri, dopo aver settato il menù della fotocamera la sera precedente. Devo dire che, pur non amando le fotocamere digitali anche a causa dei menù complicati, ho trovato la procedura piuttosto semplice ed intuitiva. Tra i vari settaggi, ho scelto di usare la D700 in manuale dato che, scattando quasi sempre su pellicola, la scelta di tempi e diaframmi ad ogni fotogramma mi è più congeniale. Per quanto riguarda gli ISO, ho scelto il valore più basso permesso dalla fotocamera, 200 ISO. Ovviamente, essendo l'obbiettivo in dotazione alla mia D700 manuale, la messa a fuoco è, conseguentemente, manuale: in questo si viene aiutati dal mirino della macchina, molto chiaro e luminoso, e dal fatto che nel mirino appare un puntino verde quando il soggetto è a fuoco.

Ma come è il look dei files sfornati dalla D700? Ho scattato in RAW (NEF, secondo Nikon), poi ho postprodotto, a dire il vero pochissimo, in PS, ed ecco alcune fotografie dello shooting









































In effetti hanno una “pasta” che mi piace molto, anche se onestamente non credo che si possano confondere con delle foto fatte su pellicola. Voi che ne dite?
Dopo questa brevissima esperienza con la mia “nuova” D700, in sintesi posso dire che: la macchina è uno strumento di qualità, è costruita molto bene e mi piace; l'ergonomia e la disposizione di tasti e ghiere è eccellente; l'uso sul campo è (per essere una digitale) soddisfacente anche se non paragonabile a quello di una reflex a pellicola di alto rango (ad es. Nikon F2, Nikon F3, Leicaflex); la qualità delle fotografie che si ottengono (per essere dei files digitali) mi sembra ottima, anche se non paragonabile per carattere e originalità a quella che si ottiene da una buona pellicola. Quanto sopra, se servisse ribadirlo, è ovviamente frutto di un giudizio soggettivo e non ha la pretesa di essere valido per altri che per me.

Grazie per l'attenzione, AD


24 commenti, 2134 visite - Leggi/Rispondi


avatarHo appena acquistato una macchina del 2008, la Nikon d700...
in Fotocamere, Accessori e Fotoritocco il 10 Marzo 2022, 13:50


...attirato da varie, lusinghiere recensioni lette (recenti e non), dalla robustezza del corpo macchina, dal fatto che sia stata la prima FF realizzata da Nikon, dal fatto che amo il marchio Nikon.
Chi che ce l'ha o l'ha avuta, potrebbe gentilmente dirmi che ne pensa di questa macchina oggi, nel 2022? E' obsoleta? 12,1 Mpx sono un'inezia? Insomma che ne pensate della Nikon D700, una macchina professionale presentata 15 anni fa, oggi? Può ancora dire la sua?

Grazie.


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