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Le vittime della nostra ricchezza-StefanoStranges


Escursioni, Attività, Eventi » Le vittime della nostra ricchezza-StefanoStranges

Tipo di evento: Conferenza, Proiezione, Serata

Proposto da: FotoLupo FotoClub

Montelupo Fiorentino, Via Rovai 43 (Toscana), il 25 Novembre 2022

Ore 21

MOSTRA DETTAGLI


Partecipanti:
FotoLupo FotoClub
avatar
Gambacciani_FotoInViaggio
avatar


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Domande, commenti, discussione


avatarsupporter
inviato il 24 Ottobre 2022 ore 13:34

Beh .. Stefano è un fenomeno nel reportarge

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2022 ore 7:56

un grande per il suo genere, che forse non tutti conoscono...gio

avatarsenior
inviato il 15 Novembre 2022 ore 5:15

Meno male che grazie alla nostra ricchezza hanno qualcosa da fare che gli consente di campare...

avatarsupporter
inviato il 15 Novembre 2022 ore 9:58

Curioso punto di vista ...

avatarsenior
inviato il 15 Novembre 2022 ore 13:07

QUanta retorica...

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2022 ore 17:35

almeno ha usato l'aggettivo "nostra" e non "vostra"...ma quale sarebbe lo scopo di questa testimonianza/denuncia? Farmi cambiare stile di vita abbandonando tutta la tecnologia che genera tanta infelicità? Concedermi 10 minuti di tristezza per "guadagnarmi" la pizza, a cui non rinuncio di certo?
Mettere a tacere la coscienza acquistando, ogni tanto, qualche prodotto con uno di quei ridicoli marchi "sociali"?

LUI, in concreto, a cosa ha rinunciato?




avatarjunior
inviato il 18 Novembre 2022 ore 5:55

Ho avuto il piacere di condividere con lui alcuni giorni presso l'Ospedale Mauriziano di Torino durante la prima ondata di Covid. Io lavoravo come infermiere e nel tempo che mi rimaneva sviluppavo il mio progetto fotografico Rapsodia in C-19, lui era lì a sviluppare il suo. Gran fotografo e gran bella persona.

avatarjunior
inviato il 18 Novembre 2022 ore 8:24

Mi pare che lo scopo sia quello di documentare le condizioni di vita intorno alle miniere congolesi.
Al di là del titolo, che se fosse stato "I minatori di coltan" avrebbe dato meno fastidio, ho apprezzato molto tutto il lavoro.
Copio e incollo dal sito del fotografo:


Il Coltan, ovvero il minerale che ognuno di noi porta in tasca, è oggetto di una lunga catena commerciale che implica pesanti conseguenze sui diritti umani e ambientali.

Questo minerale, utilizzato nella produzione di svariati materiali di alta tecnologia, è soprattutto fondamentale per la realizzazione degli smartphone. Il consumo compulsivo e il rinnovo costante di questi oggetti ha fatto sì che dalla fine degli anni '90 il commercio del Coltan sia cresciuto in modo esponenziale. Da qui gli sfruttamenti da parte delle grandi multinazionali e le conseguenze catastrofiche nei confronti delle popolazioni di territori come il Congo, essendo questa terra grande riserva di Coltan.

Il mio progetto fotografico parte quindi da questa zona del mondo, in quanto primo anello di un processo che comincia con l'estrazione del minerale e, passando dalla produzione dell'oggetto (sud est asiatico) e relativo utilizzo spropositato in ogni angolo del globo, finisce nelle immense discariche africane (Ghana in particolare).

Le foto qui presentate sono parte del risultato della prima tappa.

Visitando la regione del Nord Kivu, in particolare il territorio del Masisi, dove sono concentrate molte delle miniere di Coltan del paese, ho affrontato le principali problematiche della popolazione dei villaggi circostanti. Questo territorio e? a prima vista una landa paradisiaca, dai verdi prati ricchi di pascoli e di terreni acquistati per lo piu? dai ricchi politici e imprenditori del Paese. Al suo interno pero? il paesaggio e? interrotto da migliaia di tende di plastica bianche dei campi profughi affollati di famiglie che scappano dai vicini villaggi in un contesto caratterizzato dalla presenza di gruppi ribelli mossi dalla sete di potere.

La mancanza sostanziale di alternative per sopravvivere e lo scarsissimo livello di scolarizzazione costringe la popolazione di tutto il territorio ad essere schiavi all'interno delle loro terre e a lavorare come minatori, con dei livelli di sicurezza pari a zero. I villaggi a ridosso delle miniere, come ad esempio Rubaya, sono abitati da centinaia di famiglie spezzate, dove una vedova o una madre spesso non puo? nemmeno piangere il corpo del proprio caro, sepolto e abbandonato dentro le voragini della montagna. I diritti e i sostegni di queste donne da parte delle compagnie minerarie sono inesistenti; gli aiuti per sopravvivere arrivano soltanto dalle ONG che operano sul campo.

avatarsenior
inviato il 18 Novembre 2022 ore 11:22

non sono d'accordo...non è questione di avere un titolo che dia più o meno fastidio. Se le parole hanno ancora un significato, a me pare chiaro che lo scopo del lavoro sia una denuncia nei nostri confronti (la parola vittime non lascia alternative).

E allora credo sia il minimo poter capire se l'autore crede veramente in quello che scrive o se si tratta semplicemente del solito ×, o peggio di uno che sfrutta disgrazie altrui per proprio tornaconto personale.

Di personaggi che si permettono di pontificare e giudicarci ce ne sono anche fin troppi.
Mi sono stancato di subire passivamente i giudizi e le critiche di questi falsi moralisti...visto che poi spesso si finisce per scoprire che sono anche ben peggio di quelli che osano criticare (cit. coop di un certo parlamentare).

PS: avevo scritto ip ocrit a (non so perchè il sistema l'ha preso come insulto o parola vietata)


avatarjunior
inviato il 18 Novembre 2022 ore 14:08

Ho riportato apposta la presentazione con le parole dell'autore, che a mio parere mostrano meglio il pensiero che c'è dietro.
Il titolo può essere anche vagamente provocatorio, e in fin dei conti lo apprezzo anche per questo.
Le reazioni diverse e la discussione che ne può scaturire contribuiscono ad accrescere l'efficacia di un lavoro che vuole divulgare.

Il discorso sul tornaconto personale è ampio, riguarda tutti e qualsiasi atto, anche quello di fotografare un barbone per strada e pubblicarlo sul web come #streetphotography

avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2022 ore 17:30

mi sembra più che vagamente provocatorio...e ci vedo solo due possibilità: l'autore ci crede veramente, ossia che quelle persone che ha immortalato con le loro sofferenze siano veramente le vittime della nostra ricchezza, e allora mi chiedo con che coraggio continua imperterrito a perpetrare questo crimine?

L'alternativa è che, in fondo in fondo come tutti noi, ritenga di meritare in qualche modo i privilegi che condanna, ossia gli stessi che gli consentono di andare a fotografare persone che, con quello che lui ha speso solo di attrezzatura fotografica, probabilmente vivono per mesi.

E torno alla domanda originaria: quale è lo scopo di questo lavoro? Denuncia? Documentario (modello zoo)?
Come ho detto, sono ormai stanco di profeti e pensatori che si mettono su piedestalli più o meno traballanti a spargere morale.

avatarjunior
inviato il 22 Novembre 2022 ore 18:58

La fotografia è soprattutto documentazione e racconto. Ce lo insegnano i grandi reporter della storia.

Seguiamo il lavoro di Stefano da diverso tempo e non è la prima volta che lo incontriamo. Lo riteniamo uno dei più bravi nel suo genere, sia come fotografo che come persona, e siamo onorati che tra un viaggio e l'altro trovi ancora il tempo di venirci a trovare.

Certo non tratta temi facili... i suoi scatti catturano le dure realtà che attanagliano la società contemporanea, dallo sfruttamento alle guerre civili, dai disastri causati dalle catastrofi naturali alle problematiche dovute ai cambiamenti climatici.

Il titolo dell'evento deriva da uno dei suoi lavori più belli fatto in Congo 2016 ma è una tematica che ha sviluppato molte volte con reportage in diverse zone del mondo. Gli abbiamo chiesto noi di approfondire questi argomenti. D'altronde è sotto gli occhi di tutti che il mondo in cui viviamo, ha una distribuzione di ricchezza e benessere che possiamo definire quantomeno grottesca. Lo stile di vita occidentale, così privilegiato e sprecone, crea "ai confini dell'impero" sfruttamento di materie prime, enormi problemi di smaltimento dei rifiuti, l'insorgere di mafie e dittature, guerre ecc. Non possiamo far finta che tutto questo non esista.

Se dopo l'incontro con Stefano torneremo a casa un po' scossi, e con qualche certezza in meno ... beh ... allora Stefano avrà fatto bene il suo lavoro e reso onore a questa bellissima forma d'arte che noi chiamiamo fotografia.

avatarjunior
inviato il 25 Novembre 2022 ore 7:36

Vi aspettiamo questa sera a Montelupo

avatarsupporter
inviato il 25 Novembre 2022 ore 7:43

Bella iniziativa e lavoro che merita attenzione piuttosto che facili reazioni da haters digitali.
Troppo distante per me altrimenti questa volta sarei venuto.
Complimenti

avatarjunior
inviato il 25 Novembre 2022 ore 8:20

Grazie Fabrizio Zerbini

congiuntamente all'evento pubblico, faremo con Stefano la registrazione di una nuova puntata di FotoLupoStories che poi caricheremo sul nostro canale YT quando pronta. facciamo questa cosa proprio per chi non potrà essere presente dal vivo e perchè crediamo che sia necessario dare la parola ai fotografi.

questo il nostro canale se vuoi vedere le prime puntate registrate: www.youtube.com/@FotoLupo

queste video interviste hanno un taglio diverso rispetto alla chiacchierata pubblica, si cerca di far uscire la persone, raccontare la sua storia, e capire il suo punto di vista sul mondo, pur con richiami al lavoro fatto ed alla parte tecnica di fotografica.

Questo evento si è concluso da oltre un mese; non è possibile inviare nuove risposte. Se vuoi organizzare un altro evento, clicca qui!


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