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Il silenzio assordante di chernobyl


Escursioni, Attività, Eventi » Il silenzio assordante di chernobyl

Tipo di evento: Segnalazione mostra fotografica

Proposto da: Asterix.1970

Povolaro - Dueville (VI) (Veneto), dal 13 Maggio 2017 al 28 Maggio 2017

Ore 15

MOSTRA DETTAGLI


Partecipanti:
Al-vio
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Alelaux
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Asterix.1970
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Fabio291067
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Mikyfug
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Nicola C
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Domande, commenti, discussione


avatarsenior
inviato il 14 Maggio 2017 ore 14:27

Sorriso

user41539
avatar
inviato il 15 Maggio 2017 ore 11:41

Sabato o visitato la mostra fotografica chernobyl e per le foto per le stanze allestite a tema per il fresco c'è faceva dentro e per la musica del sottofondo ho avuto la sensazione che ero li al chernobyl. Complimenti a tutti fotografi che hanno contribuito a questo documentario.Andate a vederla e da brividi. Grazie Al-vio

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2017 ore 12:00

Grazie della tua visita Al-vio!

avatarsenior
inviato il 24 Maggio 2017 ore 1:33

Finalmente sono riuscito a vedere questa esposizione. Una sola parola: perfetta!
Non si tratta di una semplice presentazione di fotografie, ma di una vera e propria installazione artistica, in cui le foto sono essenziali ma non esaustive al godimento della stessa. Il piacere, infatti, non si limita alla visione degli scatti, perché l'ambiente in cui gli scatti sono esposti amplifica le sensazioni trasmesse dalle foto, le dilata al punto che l'orrore non solo si vede con gli occhi, ma si sente col cuore.
Già l'edificio scelto (una vecchia scuola in disuso con finestre chiuse, ciuffi di erbacce sul piazzale e ringhiere arrugginite) è coerente con l'ambientazione che l'allestitore ha voluto creare; all'ingresso ci accolgono una gigantesca falce col martello dipinta sull'asfalto e dalle finestre occhieggiano un ritratto di Lenin e una stella rossa. Tutti simboli di un passato lontano. Entriamo e restiamo frastornati dal telegiornale che annuncia il disastro; il televisore è un vecchio 4:3 a tubo catodico. E' un vortice temporale, una macchina del tempo. Il 2017 è un futuro remoto, siamo nella primavera del 1986 e stiamo vivendo il disastro in tempo reale. Ma come in un sogno anche il tempo si torce e gli effetti devastanti della catastrofe sono davanti a noi, immutabili nei decenni come la radioattività misurata in quei luoghi. Ora siamo in pieno inverno: foglie secche e neve di polistirolo ci portano al fianco dei fotografi in questa città abbandonata e spettrale. Il caldo del maggio vicentino non riesce a entrare dalle finestre e a scaldare il freddo che vediamo e viviamo attraversando le aule. Foto, suoni, oggetti, pensieri, documenti ci rendono partecipi di un qualcosa così terrificante che nessuno dovrebbe dimenticare. Il senso di desolazione che hanno vissuto i fotografi in quei luoghi pervade anche noi, semplici visitatori di questa mostra. Giustamente l'allestitore ha scelto di non raggruppate le foto per autore, addirittura di non indicare l'autore delle foto esposte: è la documentazione di un disastro, della stupidità umana, non un photo contest.
Due ore passano in un attimo. Uscirei frastornato e malinconico se questa mostra non fosse stata l'occasione per conoscere Asterix.1970: ciao, amico! Parlare con te mi ha restituito il buonumore. A presto.

avatarsenior
inviato il 26 Maggio 2017 ore 10:09

Carissimo Fabio: è stato un grande piacere conoscerti!
Un grande onore averti tra i visitatori!
Ti ringrazio: il tuo commento toccante e davvero apprezzato.
Io stesso ho provato le sensazioni che descrivi e mi sono sentito catapultato nuovamente a Chernobyl e Prypjat a distanza di 4 mesi dal viaggio e di 31 anni da questa immane tragedia.
A Chernobyl sono tornato due volte...pur non essendoci mai stato prima del Gennaio 2017.
Aprile 1986: avevo sedici anni e ricordo benissimo quei giorni.
Le informazioni, la mancanza di informazioni, la paura e le raccomandazioni trasmesse dai quotidiani e dai telegiornali.
Il nemico invisibile: la radioattività.
Ma se non è possibile vederlo...allora non sarà poi così pericoloso, pensavamo...
Le emozioni più forti le ho vissute all'interno dell'asilo: oggi sono papà di una bambina di 7 anni ed il mio pensiero "vola" immediatamente verso quei bambini della primavera 1986.

A presto Fabio e di nuovo grazie per la tua preziosa testimonianza.



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