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user6267
inviato il 19 Marzo 2014 ore 20:13
Luogo ancorato alla triste vicenda che conosciamo. Mi ero ripromesso di andarci ma ancora non mi è stato possibile, sebbene la visita debba essere affrontata con silenzio e rispetto per la storia degli eventi accaduti e non per scopo prettamente turistico.
Mi sembra corretta la scelta del bianco e nero. Le nubi che incombono in alto raccontano ciò che volevi trasmettere con la tua immagine.
Ho vissuto a Longarone dal 1970 ( 7 anni dopo il disastro) al 1980. Devi andarci, il luogo (senza retorica) sembra parlare ancora. Ti suggerisco una visita anche ad un paese (Casso) spopolato dai tempi del disastro.
user6267
inviato il 19 Marzo 2014 ore 20:22
ok me lo segno per questa estate durante un week end inserito tra quelli dolomitici... si riempie l'agenda.
Ricordo il film che sebbene sceneggiato ad hoc comunque mi ha impresso quelle sensazioni di impotenza che oramai dilagano nei nostri tempi... quello che si poteva fare per evitare la tragedia non fu fatto...
Mi piace...bella l'atmosfera...la conversione in b/n accentua l'idea che sale al pensiero della drammaticità della tragedia che vide protagonista questa diga! Complimenti... Nicola
Splendida fotografia. Come già detto in precedenza la scelta del bianco e nero e particolarmente calzante. La lettura di Mauro Corona su questi luoghi è consigliata. Non di meno la visione del racconto di Marco Paolini inerente la tragedia. I semplici numeri sono impressionanti: 250 milioni di metri cubi di montagna su un invaso di quasi 160 milioni di mc d'acqua. A valle 28 milioni di metri cubi di tutto ciò. La conta dei morti e la ferita lasciata dalla presunzione dell'uomo sono insanabili . Un saluto.