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La muta della Tettigonia viridissima, 11...

La muta della Tettigonia viridiss

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La muta della Tettigonia viridissima, 11 inviata il 18 Aprile 2024 ore 18:09 da MarcoCoppola. 9 commenti, 76 visite. [retina]

, 1/250 f/11.0, ISO 800, treppiede.

La Tettigonia viridissima è un insetto appartenente alla famiglia Tettigoniidae, fu descritta per la prima volta nel 1758 dal naturalista svedese Linné. Anche se conosciuti come cavallette, in realtà questi insetti fanno parte dell'ordine Orthoptera, nome che deriva dal greco ortho: dritto e pteros: ali, si riferisce alla forma allungata delle ali che coprono il dorso. Sono classificati nel sottordine Ensifera, che deriva dalla parola latina ensis: spada, e dal verbo greco phero:portare, in riferimento al lungo ovopositore simile ad una spada di cui sono dotate le femmine. Vivono tra le campagne nei prati e nel sottobosco, hanno abitudini prevalentemente notturne, di giorno restano nascosti tra la vegetazione muovendosi lentamente. Il loro ciclo vitale inizia durante le calde ed umide notti estive, i maschi vanno alla ricerca delle femmine con cui accoppiarsi, le attirano con un verso composto da due sillabe emesso con lo sfregamento dell'ala anteriore sinistra, fornita di appositi organi stridulatori, contro quella destra. Questo verso simile ad un canto può durare anche per ore, le femmine non avendo gli organi stridulatori non possono rispondere e li raggiungono seguendo la direzione del richiamo. Come per tutti gli Ensiferi, il dimorfismo sessuale è molto evidente. I maschi sono lunghi circa 4 cm, nella parte posteriore del corpo sono visibili i cerci curvati verso l'interno, due piccole appendici che servono ad afferrare la femmina durante l'accoppiamento. Le femmine sono più grandi e possono raggiungere i 6 cm di lunghezza contando anche le ali. Nella parte posteriore del corpo oltre ai due cerci, che non sono curvi, è visibile l'ovopositore, un organo a punta lungo circa 3 cm che permette loro di scavare un buco in profondità nel terreno e deporvi fino a 50 uova. La deposizione delle uova è un momento molto delicato e faticoso per le femmine, che muoiono poco tempo dopo. Nei mesi invernali le uova restano al sicuro protette dallo strato di terra, la schiusa avviene in primavera e i piccoli, che si chiamano neanidi, appena nati escono subito allo scoperto e iniziano a nutrirsi della vegetazione, essendo troppo piccoli per cacciare. Il loro corpo è verde con una striscia marrone sul dorso, sulla testa ci sono due lunghe antenne filiformi che le consentono di orientarsi, e due grandi occhi composti formati da centinaia di piccole celle chiamate ommatidi, che catturano porzioni di immagini creando poi una visione unica. Sono molto simili agli adulti, ma si distinguono per le dimensioni minori, per la mancanza delle ali e degli organi riproduttivi. Nei mesi estivi effettuano 10 mute, durante le quali sviluppano queste caratteristiche e si liberano dello strato superficiale della pelle, chiamato esuvia. Dopo ogni muta in circa un'ora divorano completamente l'esuvia perché contiene vitamine e sostanze nutritive indispensabili per la crescita. Vengono chiamate ninfe dopo la sesta muta, quando sul dorso iniziano a crescere le 4 ali, due anteriori e due posteriori che si sovrappongono. Essendo molto sottili e semitrasparenti, sono ben visibili le vene che dividono l'ala in tante zone, chiamate cellule; queste venature hanno l'importantissimo compito di far scorrere l'emolinfa, che svolge la stessa funzione del nostro sangue. Le ali anteriori, chiamate tegmine, sono sclerificate e servono a proteggere quelle posteriori. Diventano adulti tra giugno e luglio, le ali sono più lunghe del corpo ma non sono adatte a volare per molto tempo; quasi sempre si muovono con veloci salti grazie alle 3 paia di zampe, ognuna delle quali ha all'estremità due piccoli uncini e una sostanza appiccicosa per aggrapparsi meglio alla vegetazione. Grazie alle loro forti mandibole possono cacciare bruchi, farfalle, afidi, mosche e anche altri ortotteri; in mancanza di prede mangiano le foglie di numerose piante erbacee, soprattutto ortica e rovo. Dalla nascita fino all'età adulta vivono circa 5 mesi, non sopportano il freddo e muoiono in autunno. La loro vita in natura è molto difficile a causa dei numerosi predatori, i ricci, le mantidi, i serpenti e gli uccelli insettivori, soprattutto i rapaci notturni. Di notte i predatori trovano questi insetti seguendo il verso dei maschi adulti, essi quando percepiscono un pericolo restano fermi in silenzio cercando di non farsi trovare; riescono a mimetizzarsi benissimo tra la vegetazione grazie alla loro colorazione verde ed è molto difficile vederli. La natura è capace di regolare alla perfezione l'equilibrio dell'ecosistema e i predatori naturali non sono una minaccia per la specie; anche questa volta il nemico peggiore è l'uomo, che sta avvelenando sempre di più l'ambiente con l'inquinamento e i pesticidi, causando la scomparsa di numerosi insetti in vaste zone dove negli ultimi anni durante le notti estive i canti dei maschi stanno diventando sempre più rari. Come faccio sempre per concludere le didascalie, voglio raccontarvi il mio impegno per preservare questi animali e il loro habitat. Sono cresciuto a contatto con la natura e ho deciso di impegnarmi ancora di più per preservarla, essendo solo non ho potuto fare molto ma ho creato nel mio giardino un'oasi che ospita quasi tutti gli animali presenti nella mia zona. Ci sono tante specie di piante e gli animali possono vivere al sicuro, hanno cibo, acqua e tanti posti in cui nascondersi e preparare la tana. Durante le mie esplorazioni ho cominciato a sentire la necessità di documentare le scene di vita degli animali che incontravo, semplicemente per avere un loro ricordo da riguardare in momenti futuri, è nata così la mia passione per la fotografia. Da subito ho compreso che se volvevo osservare tutte le particolarità della natura, non dovevo esplorarla solo di giorno, ma soprattutto di notte. Nei mesi estivi è molto difficile osservare gli animali nelle ore diurne perché soffrono per il caldo e sono molto agitati, alcune specie restano nascoste tra la vegetazione in attesa dell'oscurità. Inoltre ci sono tante specie attive solo di notte, che di giorno riposano tra la vegetazione, sugli alberi o nel terreno. Ho a disposizione circa 7 mesi all'anno, dalla primavera all'autunno, con l'arrivo dell'inverno molte specie concludono il loro ciclo vitale ed altre vanno in letargo. In questi mesi, appena arriva il buio iniziano le mie avventure, percorro ogni notte dai 20 ai 30 km, con il vento o con la pioggia; ogni momento se ben sfruttato, con la dedizione e l'esperienza riserva incontri ravvicinati unici e indimenticabili. É un impegno continuo, poche notti al mese non sarebbero assolutamente sufficienti per osservare e fotografare le infinite bellezze della natura. Ora non faccio questo solo per avere un ricordo personale, sento che con le mie fotografie posso contribuire a far conoscere gli abitanti di questo mondo nascosto che purtroppo tanti ignorano o si impegnano a distruggere. Il continuo canto dei maschi mi accompagna per tutta l'estate durante le mie lunghe esplorazioni notturne, riesco a sentirlo da molte centinaia di metri ma riuscire a vederli tra la vegetazione alta è molto difficile. Era una silenziosa notte di fine maggio, dopo quasi tre settimane di continui temporali avevo finalmente ricominciato le esplorazioni notturne. C'era molta umidità e un leggero vento, la temperatura si aggirava intorno ai 12 gradi, l'estate stava lentamente arrivando ma tante specie non avevano ancora cominciato il loro ciclo vitale. Dopo circa 2 ore di cammino passate ad osservare e ad ascoltare attentamente e in silenzio la natura ho visto, nel prato tra le foglie dei settembrini che da poco erano spuntati, questa giovane ninfa che aveva appena finito la muta e stava mangiando l'esuvia. Mi sono avvicinato lentamente cercando di ottenere una buona inquadratura, è molto difficile fotografare gli ortotteri, basta un movimento troppo veloce o un rumore per farli scappare via. Il vento spostava continuamente la leggera foglia a cui era aggrappata ma lei non era spaventata, sono rimasto stupito ad osservare scattando molte foto in sequenza per più di un'ora fino a quando non l'ha mangiata tutta fino all'ultima zampa. Pochi minuti dopo con un lungo salto si è nascosta tra le altre piante dei settembrini, non volendo disturbarla, ho raccolto l'attrezzatura e ripreso l'esplorazione alla ricerca dei tanti abitanti di questo mondo nascosto...



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avatarsupporter
inviato il 18 Aprile 2024 ore 18:30

Verde su verde fai fatica a vederlo, però complimenti, sempre, per le tue splendide macro!
ciao

avatarsupporter
inviato il 18 Aprile 2024 ore 19:03

SUPER

avatarsupporter
inviato il 18 Aprile 2024 ore 19:28

Bellissima. Ciao Corrado

avatarsupporter
inviato il 19 Aprile 2024 ore 22:34

Bel momento colto, bellissima foto!
Bravo Marco, sempre scatti di ottima qualità e ben raccontati.
Tanti complimenti, ciao,
Mary

avatarsupporter
inviato il 20 Aprile 2024 ore 19:05

Complimenti Marco,
ottima serie dio immagini e didascalia che racconta... tutto.
Ciao e buon fine settimana,
Paolo

avatarsenior
inviato il 21 Aprile 2024 ore 15:17

Grazie Bepi, Werner, Corrado, Mary e Paolo per i bellissimi commenti.
Ciao

avatarsupporter
inviato il 24 Aprile 2024 ore 19:35

Bellissima questa Cavalletta mentre muta...splendidi i tuoi scatti, bravissimo, complimenti

avatarsenior
inviato il 25 Aprile 2024 ore 10:09

Grazie ancora Marco, apprezzo molto i tuoi commenti
Buon 25 aprile

avatarsupporter
inviato il 25 Aprile 2024 ore 13:19

Ancora una volta è tangibile il tuo forte legame verso questo affascinante mondo semi sconosciuto ai più. Splendida immagine che documenta assieme alla precisa descrizione, un importante passaggio della vita di questi insetti. Hai curato anche la composizione con ottimo risultato. Avrei tolto in pp quella macchia verde in fondo a dx, ma resta un mio parere. Super complimenti Marco.
Bye gios ;-)

avatarsenior
inviato il 25 Aprile 2024 ore 16:27

Grazie Gios apprezzo molto i tuoi commenti Sorriso
Sono rimasto per un po' di tempo a guardare questa serie di foto per decidere se togliere la macchia verde, che è una foglia della stessa pianta, ma ho avuto l'impressione che senza sarebbero state troppo vuote nella parte bassa.
Ciao


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