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| inviato il 18 Maggio 2013 ore 17:03
grande documento di lotta aerea molto bello un salutone francesco |
| inviato il 11 Maggio 2016 ore 20:47
Marco, mi sono rivisto tutta la serie. Gran documento, i nibbi sono sempre difficili. E in zona libera, non è da tutti. In alcune foto dici che sono fatte in caccia vagante. Ok, a meno che non sia da una auto, a cui sono in qualche modo abituati, o in qualche modo coperto, ciò rende più difficile la cosa. Ormai da molto tempo in non cerco più di avvicinare i nibbi in caccia vagante, rende poco. Una volta individuato un buon punto, io direi che è meglio appostarsi in qualche modo e aspettarli. Le foto sono del 2013, magari nel frattempo hai cambiato idea… Ciao, Lambros |
| inviato il 11 Maggio 2016 ore 22:49
Ciao Lambros! In questi 3 anni ho avuto modo di fotografare i nibbi in diverse situazioni. Sia da capanno mobile che in automobile semplicemente abbassando il finestrino e scattando quando si avvicinano. Quel che ho notato è che sono degli animali molto curiosi e conviene a volte uscire dalla macchina. Ecco che allora si avvicineranno ancora di più e può capitare anche di portare a casa lo scatto in cui guardano direttamente in camera. Grazie ancora per i tuoi gentilissimi e graditissimi commenti! Un saluto, Claudio |
| inviato il 12 Maggio 2016 ore 17:15
Claudio, la cosa che si avvicinano se esci dalla macchina è nuova per me. Da noi, se vedono "bipede" scappano d'ufficio. Potresti stare in una ruspa, o in un carro armato, a volte seguono a due passi i trattori che arando stanano animaletti, ma a piedi proprio no. Vero che ti guardano e girano la testa per scrutarti mentre sono di coda, ma sempre allontanandosi e guadagnando quota. Probabilmente dalle mie parte sono semplicemente più "battuti" dai bipedi. Ciao, Lambros |
| inviato il 12 Maggio 2016 ore 17:25
Eh sì non si finisce mai di imparare da questi animali. Io ho notato questa cosa ultimamente. Prima me ne stavo sempre rintanato in macchina ben chiuso e scattavo dal finestrino ma a volte mi perdevo dei passaggi e quindi rosicavo non poco. Una volta così ho deciso di rischiare e sono uscito e ho notato che il nibbio invece che cambiare traiettoria, continuava ad avvicinarsi a me per poi dare un'occhiata per capire chi fossi e volare via tranquillamente senza spaventarsi. Ho ripetuto poi questa cosa e ho visto che non sono per nulla spaventati ma incuriositi. Una volta mi capitò di averne 12 che mi volavano a bassa quota praticamente sulla testa. Stessa cosa con i grillai ma dove vado io sono abituati agli umani. In quel caso specifico posso dirti che ho passato giorni in loro compagnia e hanno diversi caratteri. Se vedi nella mia galleria dei grillai, c'è uno scatto che mi sembra che si chiami Buuu. Ecco, quello lo chiamavo il grillaio attore perché ogni volta che tornava con una preda si fermava sopra di me per farmi vedere cosa aveva preso e poi proseguiva verso il nido. Altri invece sono più diffidenti. Penso che anche tra loro ci siano quelli più curiosi, quelli più fifoni ecc... :) |
| inviato il 12 Maggio 2016 ore 18:01
Sulla variabilità di comportamento tra esemplare ed esemplare, è così. Non solo tra gli animali superiori. Te l'aspetti, ad esempio, da una volpe. Fai un passo avanti: gli uccelli. Andando molto indietro nella scala evolutiva, ci sono i pesci. E' lunga da spiegare, ma ti assicuro che anche loro hanno una personalità, anche se le loro facoltà mnemoniche (a parte quelle intellettive) sono basse, non hanno una gran memoria a lungo termine. Ho passato molta della mia infanzia, a parte pescare, sul bordo di un vascone, con pesci che sono campati (sempre gli stessi) circa trent'anni. Li distinguevo ad uno ad uno, ognuno di loro aveva un comportamento. Quindi, sono sicuro che quel particolare grillaio faceva esattamente quello che hai detto: ti aveva accettato e ti esibiva la preda. Come i gatti quando ti portano il topolino sull'uscio di casa... Ciao, Lambros |
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