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Fabrizio De André trae questo testo da una canzone dal maggio Francese nel 68, le proteste ebbero luogo a Parigi tra maggio e giugno contro il governo De Gaulle. Oggi come ieri...
Anche se il nostro maggio
Ha fatto a meno del vostro coraggio
Se la paura di guardare
Vi ha fatto chinare il mento
Se il fuoco ha risparmiato
Le vostre Millecento
Anche se voi vi credete assolti
Siete lo stesso coinvolti
E se vi siete detti
Non sta succedendo niente
Le fabbriche riapriranno
Arresteranno qualche studente
Convinti che fosse un gioco
A cui avremmo giocato poco
Provate pure a credervi assolti
Siete lo stesso coinvolti
Anche se avete chiuso
Le vostre porte sul nostro muso
La notte che le pantere
Ci mordevano il sedere
Lasciandoci in buonafede
Massacrare sui marciapiede
Anche se ora ve ne fregate
Voi quella notte, voi c'eravate
E se nei vostri quartieri
Tutto è rimasto come ieri
Senza le barricate
Senza feriti, senza granate
Se avete preso per buone
Le "verità" della televisione
Anche se allora vi siete assolti
Siete lo stesso coinvolti
E se credente ora
Che tutto sia come prima
Perché avete votato ancora
La sicurezza, la disciplina
Convinti di allontanare
La paura di cambiare
Verremo ancora alle vostre porte
E grideremo ancora più forte
Per quanto voi vi crediate assolti
Siete per sempre coinvolti
Per quanto voi vi crediate assolti
Siete per sempre coinvolti
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Diodato, Carlo, Daniele vi ringrazio tanto del vostro apprezzamento per questo scatto che nasce casuale come momento e preparazione ma che un po' ho idealmente immaginato per esprimere questo concetto. Mi è dispiaciuto non averlo fatto, ricercando le condizioni ideali ma va bene lo stesso
Un fiore ancora libero e selvatico, libero di fiorire dove vuole, senza innesti, concimi e ormoni sintetici: è la meraviglia e la poesia dei campi non coltivati, degli argini e delle rive dei fossi; bello il testo della canzone di André che hai inserito in nota; ancor prima aveva cantato la guerra di Piero, il "Dormi sepolto in un campo di grano/Non è la rosa, non è il tulipano/Che ti fan veglia dall'ombra dei fossi/Ma sono mille papaveri rossi".
Merak buona sera e grazie tante del tuo articolato commento, un piacere in realtà la guerra di Piero è la prima che vien fuori pensando ai papaveri, io invece l'ho correlati come simbolo di maggio essendo un fiore che sboccia a maggio e che ha un tempo abbastanza ristretto in cui ci dona il piacere di ammirarlo; il mosso del vento sui fiori poi, mi ha ispirato a pensare i moti di protesta del Maggio di ieri e di oggi e la relativa canzone di De André. Un po' di post produzione soprattutto la vignettatura mi aiutano contro la luce piatta dell'ora di pranzo all'uscita da lavoro
lo sai che ho fatto pochissimi scatti ad un campo di papaveri. ne vedo tanti ma non mi piacciono assolutamente gli scenari e quindi non scatto, forse sbaglio. cmq ne ho uno nella mia galleria si chiama papaverando
Ciao Francesco, ciò che hai scritto mi suscita curiosità, terminato di scrivere questo messaggio andrò a vedere, certo di trovare un ottimo scatto Ps. Ho appena inserito un nuovo scatto nella galleria Maratea