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| inviato il 10 Maggio 2013 ore 18:15
Ciao Pampaar, devo dirti con tutta franchezza (ed è un mio parere personale), pur piacendomi il B/N con dei particolari colorati questa mi è un po' difficile da digerire, forse se tu non avessi risaltato il viso e l'insegna mi sarebbe piaciuta. Detto ciò comunque do merito al tuo operato e alla tua ricerca sempre e solo da lodare, in quanto se prodotta, voluta Buona Vita Lino |
| inviato il 10 Maggio 2013 ore 19:09
in realtà l'insegna dietro stavo addirittura pensando di lasciarla grigia. ad ogni modo, il viso del ragazzino è volutamente lasciato in colore assieme alle teste morte, mentre il resto è grigio. Questo perchè ho cercato di dare una luce drammatica al confronto del ragazzino con la morte, all'interno di un contesto che è la realtà. Tutto è grigio perchè tutto sa già vissuto, di saputo, di visto. La morte è venduta nei mercati come merce, come cibo, il padre infatti è anch'esso estraneo a quello che probabilmente sta pensando e vivendo suo figlio, lui è adulto non può più capire. (nessuno dice che in realtà fosse suo padre). Ma in questo processo si perde una cosa fondamentale, si contamina l'anima pura dell'innocente fanciullo che entra a contatto con una realtà che non gli appartiene. Una realtà che ha fame di nuove vittime, nuovi agnelli. Comunque il titolo della foto dovrebbe aiutare la lettura, che non è univoca ovviamente, visto che potremmo star qui a parlare ore sulla figura letteraria dell'agnello (delle teste forse?) e l'innocenza infantile. |
| inviato il 12 Maggio 2013 ore 18:18
Comprendo la motivazione del tuo scatto e mi fa solo accrescere la mia ammirazione per questo scatto (purtroppo non mastico l'inglese). Personalmente il tuo messaggio sarebbe arrivato ugualmente anche senza il viso colorato, nel pensiero (in questa fotografia) siamo molto vicini. Ho appena finito di guardare il catalogo della recente mostra di Doisneau "Paris en libertè" è casualmente (non troppo) il mio sguardo è caduto su una fotografia dal titolo "L'innocente" del 1949, lui ha usato una metafora fotografica utilizzando gli stessi soggetti (non il bambino) ma che comunque ritengo molto potente quanto la tua. Ti rinnovo i miei complimenti Buona Vita Lino |
| inviato il 15 Maggio 2013 ore 2:46
ciao lino, ho dato un'occhiata alla foto che mi dicevi. Effettivamente un filo conduttore si potrebbe ritrovare, anche se c'è da dire che li non c'è il collegamento alla figura metaforica dell'agnello, quindi all'innocenza infantile. Che per letteratura è l'animale esemplare. Che poi li ci sia un vitello non cambia troppo, diciamo che il collegamento con l'essere umano non è così evidente. Comunque mi fa piacere che tu abbia commentato e criticato, cosa rara in questo forum :) |
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