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Vito...

Prendersi Cura

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Vito inviata il 05 Dicembre 2021 ore 12:03 da Matteop7. 0 commenti, 34 visite. [retina]

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Vito, 31 anni, Ginecologia e Ostetricia Vito, quando lo conosci, ti offre subito l'impressione di una persona dinamica, sempre in movimento, che schizza parole e gesti in ogni direzione. Un po' come i suoi capelli, diretti verso l'etere in preda a un moto vorticoso. Capelli che per tutta l'intervista saranno rimessi al loro posto con precisione chirurgica, ma invano. Ma quello che Vito ispira è soprattutto senso pratico, un desiderio di mettersi alla prova e in mostra in maniera costante. Convincerlo a farsi intervistare è incredibilmente facile, proprio a riprova di questo modo di essere. Durante la sessione fotografica, davanti la Ginecologia, esce uno strutturato e, con un sorriso sghembo, molla uno scapaccione a Vito gridando verso di me “Mattè, immortala questo”. Sembra quasi un passaggio di consegne. Le migliori conversazioni con Vito le fai davanti a dei Negroni Sbagliati, perchè è in ambito extra-ospedaliero che lui riesce a farti capire quel che pensa. Basta trovare una passione che ti accomuni a lui e sai per certo che qualcosa di particolare verrà fuori. Peccato che davanti all'Ospedale dei Bambini non ci sia un mini-bar; ma recupereremo questa sera. Raccontavo del mettersi alla prova; Vito mi descrive che è questo il motivo per cui fa il medico. “Sostanzialmente ho scelto medicina perché è una cosa difficile, mi piaceva l'idea di fare una cosa complicata, difficile, che non mi avrebbe annoiato. Volevo fare una cosa difficile, una cosa che ti metteva costantemente alla prova, sempre difficile” - ed è questo il motivo per cui hai deciso di fare un anno al Gemelli di Roma? - “Si, anche per questo. Di Roma ho tanti bei ricordi, una bella esperienza e un'amicizia con un tizio che è un pazzo psicopatico. Amicizia che è nata davanti il Negroni. Ma di Roma ricordo soprattutto una persona, un professore che è un fenomeno. E' un modello in assoluto. Ha una doppia specializzazione, è molto bravo in sala ma anche super simpatico. Scherza ed è alla mano; è molto attento con le pazienti e ha sempre una parola per tutte. Se devo pensare a una persona che mi ispiri, è sicuramente lui. Mi piace vederlo come un artista, sembra un artista. Sceglie lui tutti gli strumenti, tutti i settaggi in base alla paziente, quasi come se scegliesse i pennelli adatti. Ricerca la perfezione”. Questo capellone ormai lo conosco, complici anche i famosi Negroni, e ho capito che facilmente divaga ed esalta tutto in maniera pedissequa. Devo mandargli una frecciatina, per fare della sana autocritica e farlo scendere dal piedistallo. - Ma non pensi che lavorare sempre nello stesso ambito sia noioso dopo un po' di tempo, fare sempre le stesse cose? - “Guarda, questo è il discorso della chirurgia in generale. Alla fine fai sempre gli stessi gesti, e più li fai più bravo diventi. Più li fai e meno li sbagli, mano a mano il gesto diventa perfetto e sempre più accurato. Se ci pensi alla fine non fai sempre la stessa cosa, ma la migliori piano piano. E poi se pensi a un tipo di chirurgia, che non è semplice, è molto ampia e puoi fare tante cose. E metterti sempre alla prova, dando per assunto che tu non sia perfetto, com'è naturale che sia.” Da una persona come Vito mi aspetto che si sia preparato la risposta alla domanda “Cosa vuol dire prendersi cura?”, e infatti mi confessa che è così. Si pettina compulsivamente i capelli ribelli e attacca “Si, me l'ero preparata. Ma ora che me lo hai chiesto ci ho ripensato. Secondo me prendersi cura è praticamente quello che fa una madre con i propri figli, quindi è una cosa che chiaramente tu non puoi fare da medico. Non puoi farla perché una madre ti da' la vita, ti cresce, ti allatta; probabilmente darebbe al vita per te. Secondo me questo è il vero termine assoluto del prendersi cura, è la figura della madre. Per quanto riguarda quello che facciamo noi, nulla ci assomiglia. Alla fine quello che uno dovrebbe fare, forse, è tendere a prendersi cura di una persona. Ma non so se sia possibile, se noi possiamo fare una cosa del genere. Io penso sempre che quella di fronte sia mia madre e cerco di comportarmi come se fosse lei. Va bene le linee guida, va bene il gesto tecnico e il fare la cosa più giusta; ma a un certo punto mi chiedo quale sia la cosa più utile da fare, e quale sia il gesto più adeguato, avendo mia madre davanti. E ci provo.” Tu però sei facilitato perché hai quasi sempre una madre avanti - “Evvabbè Mattè, non rompere il cazzo. È stato un caso. Andiamo a bere un Negroni sbagliato.” Ricetta del Negroni Sbagliato: 1/3 di Spumante Brut, 1/3 di Vermouth Rosso, 1/3 di Campari. Mettere gli ingredienti all'interno del bicchiere (rigorosamente Old Fashioned) colmo di ghiaccio. Mescolare bene con un cucchiaio da bar e decorare con una fetta d'arancia.



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