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Giovanni...

Prendersi Cura

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Giovanni inviata il 05 Dicembre 2021 ore 12:02 da Matteop7. 0 commenti, 40 visite. [retina]

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Giovanni, 37 anni, Anestesia e Rianimazione Se il lettore dà una rapida letta a un banale sito internet, aggregatore di citazioni, potrà notare che gli aforismi sull'Abruzzo e L'Aquila non sono pochi. E sono molto decisi. Primo Levi affermava “Abruzzo forte e gentile”; Papa Hemingway descrive L'Aquila come “una bella città; d'estate la notte faceva fresco e la primavera degli Abruzzi era la più bella d'Italia”. Infine Francesco Mastriani fa notare come “l'ospitalità è una delle virtù più comuni agli Abruzzesi in generale ed in particolare agli abitanti de' paesi alpestri e montagnosi”. Per me l'Abruzzo, L'Aquila, l'Orso Marsicano è Giovanni. Sto imparando a conoscere questa regione dalla sue parole, e Giovanni ha tanto da raccontare. Talvolta non belle, ma le parole testimoniano un vissuto non comune, una capacità innata di superare le batoste improvvise con il sorriso che si affaccia sulla faccia abbronzata e scura, quasi un novello montanaro. Giovanni non ha paura di raccontarmi le sue debolezze. Lo fa dall'inizio, lunsingandomi non poco della fiducia che ripone in me, aprendosi senza problemi. Mi ricorda perché ha studiato Medicina: “Ho sempre avuto il pallino, fin da quando ero piccolo. L'ho sempre avuto, è sempre stata quella l'idea. Poi una volta scelta ho avuto un po' di difficoltà, specie all'inizio per problemi vari a casa. Ti dirò che c'è stato un momento in cui avevo anche pensato di abbandonare, pensavo che non fosse la mia strada. Sai, poi il percorso è lungo, ho perso un po' di tempo all'inizio. Poi la svolta, che sembra una cazzata. Mi son messo sotto dopo il terremoto del 2009. Dopo quello mi son detto: Vabbè basta! Ho scelto questa strada e questa strada percorro”. Quindi Giò, il terremoto è stato uno spartiacque per tutte le cose? “Si, quello si. C'è una vita prima e una vita dopo, totalmente diversa l'una dall'altra, per tutti quelli che erano li. Poi c'è chi l'ha presa come stimolo, come me che mi son messo a studiare e ho finito relativamente subito, e chi altri miei amici si son persi, dipende come la prendi”. Quasi mi dispiace continuare a violare l'intimità di questi ricordi, non posso nemmeno immaginarne la forza e l'intensità. Ma continuo a indagare Giovanni. Secondo te il terremoto ti può avere influenzato anche nella scelta della Specialistica? E' stata un'emergenza, una disgrazia in cui si è dovuto agire subito; e tu ora ti stai perfezionando nella gestione delle Urgenze-Emergenze. “Beh a me ha spinto molto, ha spinto verso l'Anestesia perché alla fine è una cosa che ti sconvolge talmente tanto che ti devi rendere utile in qualche modo, devi aiutare le persone. Il giorno dopo io andai a chiedere se serviva donare il sangue, andai a chiedere se serviva una mano, anche se all'epoca non sapevo contribuire molto. Piccole cose. Forse alla fine mi ha influenzato sulla scelta. Anche se, sono convinto, che alla fine sarei sempre finito qui, per come sono fatto io. Non mi vedo in altre specializzazioni, sono tutte troppo statiche. Io voglio cambiare ogni giorno. Mi piace proprio fare un po' di tutto. Dall'ambulatorio di Antalgica, all'addormentare il paziente, a vederlo in rianimazione. Un po' di tutto. Anzi, mi piace tanto anche l'Ambulatorio, sai perché? A me piace ascoltare la gente, ogni persona che viene ti racconta una storia, ogni persona ha dietro delle esperienze, qualcosa da dirti perché ha vissuto qualcosa. - Anche se la maggior parte delle volte non hai abbastanza tempo! - “Esatto, quella è la cosa peggiore, perché vengono per essere ascoltati”. Come nei film d'autore, mi sovviene un rapido flashback. Mi ricordo quella volta in cui Giovanni mi raccontò una visita in ambulatorio. “Viene questo signore che mi chiese da dove venissi, scoprii subito che non sono di Parma. Quando gli ho detto “L'Aquila” si è messo a cantare una canzone aquilana stupenda, perché nel 1950 aveva prestato servizio come Carabiniere all'Aquila e me la cantò. Ti giuro, io ho fermato tutto, levato il pc e siamo stati li a parlare dell'Aquila. Mi raccontò tutto il freddo che aveva sentito, tutte le esperienze, stupendo. Ho raccontato questo episodio a tutti”. Ma L'Aquila non è solo bei ricordi, non è famiglia, infanzia e natura che cresce prepotente. L'Aquila è anche episodi e esperienze che segnano, che ti apparterranno per sempre. “Il ricordo più brutto è difficile da dirtelo, sai perché? All'inizio ogni cosa brutta che succedeva in Ospedale me la portavo a casa, poi ho capito che le cose che devi portare a casa sono i momenti belli, cioè quando riesci a fare quello per cui studi, i momenti brutti cerco di eliminarli prima possibile. E ovviamente in Rianimazione ce ne sono tanti, anche in Terapia Intensiva, in Sala Operatoria sono di meno. E' difficile a dirsi, sicuramente cerco di non fossilizzarmi su un episodio. Posso dirti che, sempre sotto il terremoto, andai in Ospedale. Mio Zio è Anatomo-Patologo, ed entrai dove lavora lui. Lui era li, stava facendo il suo lavoro. Era una distesa, credo sia una cosa che non dimenticherò più”. - Anche tuo zio non se lo dimenticherà più - “Si, mio zio più di me non se lo dimenticherà più”. L'importanza del rapporto umano è il fulcro del mantra di Giovanni, il suo “Prendersi Cura” forte e gentile. “Questa del prendersi cura è una bellissima domanda. Prendersi cura è aiutare, aiutare le persone. Ma non in campo medico, in ogni ambito. Le aiuti dove hanno bisogno, che non vuol dire somministrare farmaci o fare qualcosa. Come dicevamo prima, a volte basta solo un po' di empatia, sentirli, ascoltarli. Un sorriso quando arrivano spaventatissimi in sala, una carezza, una chiacchera con loro, guarda che fa tanto. Il rapporto umano alla fine fa tanto, ed è sottovalutato dai più. Si perde di vista, si fanno le cose in maniera meccanica; invece no, è la parte più importante del prendersi cura, è quella li. Poi alla fine viene tutto il resto, medicine, terapie, fare tutto con criteri, essere scrupolosi. La parte umana va conservata, sempre”. E' proprio vero che l'Abruzzo è Forte e Gentile.



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