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Giulia...

Prendersi Cura

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Giulia inviata il 14 Luglio 2019 ore 8:17 da Matteop7. 1 commenti, 199 visite. [retina]

, 1/160 f/2.5, ISO 200, mano libera.

Giulia, 31 anni, Anestesia e Rianimazione. “Ma proprio a me la devi fare?” - “Ma tutte quelle domande mi vuoi fare?” - “No dai Matte, non lo so”, sono tra le varie obiezioni che mi ha posto Giulia quando le ho chiesto di partecipare a questo progetto. Allora ho cominciato ad assillarla, come solo io so fare, scrivendole tutti i giorni per chiederle una foto e una chiaccherata; alla fine Giulia, se ci crede, non ti dice di no. Si lascia trascinare, sa che ci sono momenti e situazioni più importanti del lavoro, e inseguire un piccolo progetto fa parte di questo, fa parte di una Persona. E Giulia rispetta le persone, cerca di vedere cosa c'è dietro una casacca verde o dietro una montatura di occhiali ingombrante che cerca di nascondere gli occhi. Con Giulia c'è confidenza, c'è complicità e c'è la libertà di cazziare e farsi cazziare. Quindi mi sento autorizzato a costringerla a passare dalla Terapia Antalgica per incontrarmi. Mi trova in una situazione inconsueta, ne approfitta per sfuggire ancora mezz'ora, ma alla fine si arrende. Stranamente riesco a farle la foto senza dover fare i salti mortali, è soddisfatta e non mi cazzia. Esulto al miracolo, e penso che nevicherà per l'occasione. Così si spiegano anche i cumulonembi all'orizzonte, che curiosamente ricordano tanto i verdi pascoli di De Andrè…”lassù lassù nei verdi pascoli, ogni angelo è un bambino, sporco e birichino, lassù lassù nei verdi pascoli”. Illuminazione! Anche Giulia mi ricorda una bambina, sporca e birichina! Con loro bisogna attaccare di petto, giocare sporco per stimolarli! “Giulia, descriviti in dieci parole” - mi guarda, per un attimo si perde inseguendo un suo pensiero e torna a fissarmi. “Se vuoi puoi pensarci, magari ti scrivo le domande e poi mi rispondi” - “Dai Matte, stai buono! Mica tutti ti avranno risposto al volo!”; è il cazziatone numero 1. Alla fine di questa chiaccherata ne conterò circa 27, ma tutti con il sorriso che si affaccia sulle labbra e sugli occhi. “Non è facile descrivermi in 10 parole. Penso di essere rispettosa, positiva, abbastanza premurosa, ma soprattutto convinta che nella vita l'importante sia essere felici e avere un equilibrio”. La ricerca dell'equilibrio è una costante di Giulia, una costante inconscia e inconsapevole. Un filosofo cinese raccontava"Prima cosa che devi fare, non essere mai ossessionato dalla ricerca dell'equilibrio. Mai. Non preoccuparti dell'equilibrio, preoccupati sempre di cercare lo squilibrio. Perché il tuo grande maestro è lo squilibrio.” Squilibrio! E' una parola che curiosamente risalta nella domanda successiva. Giulia infatti racconta che ha deciso di diventare Anestesista quando lavorava in guardia ospedaliera, dopo la laurea. “Facevo le guardie, quando c'era qualche signore\signora che stava particolarmente male o eri nella situazione in cui non sapevi cosa fare, chiamavi il Rianimatore. Ho deciso con me stessa che mi sarei voluta trovare il meno possibile in una situazione in cui non sapessi cosa fare” - “Quindi volevi dipendere il meno possibile da qualcuno?”, le chiedo - “Si, volevo essere il più risolutiva possibile, avere gli strumenti per potere gestire al meglio le situazioni”. Non è forse una sorta di squilibrio voler trovarsi sempre a riportare l'equilibrio, come quando si fa con una scelta? C'è un momento di silenzio, ma uno di quei silenzi tranquilli, in cui stai in pace con l'ambiente circostante, rinchiuso in una monade. L'unica cosa che vorresti fare è continuare a sentire la leggera brezza che viene dai verdi pascoli e farti scandire il tempo da un suono ritmico, come il tic-tac di un orologio. Come le lancette, che prendono la rincorsa per svalicare le ore 12, contraggo il diaframma superare questa lieve impasse. La vibrazione delle corde vocali, curiosamente, si esibisce in una domanda che nemmeno avevo immaginato: “Se tu potessi rubare una qualità a un tuo collega o amico, che ti potrebbe aiutare sul lavoro, quale ruberesti?”. Giulia non tentenna, non misura le parole ma esprime diretta “La capacità di riuscire a rapportarmi con tutti i pazienti in maniera empatica e disinvolta, senza sforzo. O ancor meglio, senza che loro percepiscano lo sforzo” - “Ma ci sarà pur qualcosa che vorresti che gli altri imparassero” e sorrido pensando allo sbuffo che puntualmente arriva. Per un momento si toglie gli occhiali, li pulisce con la casacca verde, in maniera quasi spontanea, come se facesse parte della risposta. “Vorrei trasmettere l'impegno che cerco di mettere nello stare attenta ad essere sempre cortese, nel non trattare gli altri con supponenza o maleducazione. Evitare quei momenti in cui lo sei, magari usando come scusa il fatto di star facendo una cosa relativamente più importante, e quindi sottovalutando il Prossimo” “Infatti il ricordo più bello che ho sono i rapporti che ho creato con le persone con cui ho lavorato, di collaborazione reciproca, di leggerezza e di facilità nel rapporto”. Intanto, con gli occhi e una lieve mimica facciale, si dipinge sulla faccia tutte queste esperienze che ha vissuto, questi rapporti che ha stretto, e te li fa intravedere senza parlare. E' strano. Così come è strano ormai porre questa domanda, che quasi suona banale perché non sta ricevendo risposte banali. “Cosa vuol dire per te Prendersi Cura?” - “Vuol dire preservare la persona che è nel paziente, e quindi preservare il tempo che quella persona ha adesso per fare le cose che gli piacciono, a cui tiene, a cui vuol bene. Ricordarsi che alla fine l'importante è questo”. Credo di intuire quello che vuol dire Giulia, ma lo intuisco guardandola negli occhi. Lei, che ormai mi conosce come un calzino, intuisce la mia difficoltà e mi salva in zona cesarini. “Ti faccio un esempio: qualche tempo fa abbiamo dimesso un paziente dalla Rianimazione. Dopo qualche tempo ci recapitano un vassoio di pizzette e dolciumi di ringraziamento. Sembra un gesto carino come tanti, ma poi il mio occhio, accidentalmente, si poggia sulla lettera che aveva scritto la figlia del paziente. Nella lettera ringraziava tutto il personale di reparto per averle permesso di trascorrere altro tempo con suo padre. Penso che questo spieghi tutto”. Si, ha spiegato tutto. E osservo Giulia che si allontana placidamente fischiettando “La radio suona sempre | canzoni da ballare | lassù lassù nei verdi pascoli | niente da scommettere | tutto da giocare | lassù lassù nei verdi pascoli”



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user8808
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inviato il 14 Luglio 2019 ore 8:56

Bravi entrambi e auguri a Giulia perché possa continuare nel suo impegno e diffondere la sua bontà e correttezza a più persone possibili


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