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| inviato il 20 Gennaio 2019 ore 21:52
Buona sera, Morgana, mi sono imbattuto quasi per caso in questa foto, che mi ha colpito e mi piace parecchio, mi sono anche soffermato su tutta questa galleria: ottima e molto particolare, a prima vista certi scatti potrebbero mettere, in persone sensibili, un po di angoscia ma non è il mio caso. In questo scatto (a prescindere dall'effetto lastra rovinata e graffiata) ci vedo la tematica della presenza assenza. gli individui piccolini in basso sembrano passeggiare tranquilli tra gli alberi imponenti in un campo volutamente fuori fuoco, sembrano addirittura piccole ombre di persone fuori dal tempo come incollati "nell'eterno fluire". Potrebbe essere uno scatto "capolavoro" o no, il confine è sottile, ma propendo per l'opera suggestiva e raffinata. Tutta la galleria ha tratti suggestivi con protagonisti sospesi, effimeri e collocati fuori dall'epoca moderna. E' possibile che il mio commento sia sballato e la critica fotografica ( un tentativo per attribuire un senso all'opera complessiva della galleria) non sia centrata. in qual caso mi piacerebbe sapere anche le tue motivazioni perchè, e ripeto, il tutto è veramente interessante. P.s. scusami ma raramente scrivo commenti così lunghi, complimenti e un saluto, Cirillo D. |
| inviato il 21 Gennaio 2019 ore 13:22
grazie mille Cirillo, ho apprezzato tantissimo il tuo commento e la tua analisi, mi fa piacere che la mia foto (e la galleria anche) ti abbia fatto pensare e soffermare a scrivere tanto (in un mondo che sappiamo scorre velocissimo) mi fa ancora piu piacere perchè fotografo essenzialmente per me stessa e sapere che il mio scatto ti abbia colpito e abbia senso anche per te (per me lo ha certamente, ma non è facile comunicare quello che si sente tramite le immagini) è un grosso traguardo per chi cerca con la fotografia non tanto di rappresentare la realtà ma comunicare un sentire interiore, un mondo a volte sospeso tra il sonno e la veglia, tra vita e morte... lovecraft scriveva che il vero orrore (e io amo tutto ciò che è macabro e sinistro) scaturisce dal riuscire a rappresentare un quadro, una situazione sospesa nel tempo, in cui ogni personaggio può muoversi liberamente, passato, presente, futuro non hanno significato, il personaggio stesso può essere chiunque... io, te, uno sconosciuto... è il saper ricreare questa atmosfera che è importante, una casa in rovina può essere una casa in rovina ovunque, non importa che si sappia esattamente dov'è... nè in che anno accade la storia. in un certo senso è quello che cerco/spero di fare nei miei scatti... alle volte ci riesco, alle volte fallisco miseramente. non è molto che fotografo, circa un anno e mezzo, un anno fa è morta una persona a cui tenevo tantissimo, la sua scomparsa mi ha sconvolto e gettato nella disperazione piu totale... non so come ho fatto a non impazzire. la fotografia mi è venuta in aiuto... ed è stato in quel momento che il mio modo di fotografare è cambiato, è come se il trauma avesse sbloccato il mio subconscio e tutte le mie paure, i miei incubi, ciò che mi ossessionava si fosse riversato nei miei scatti.. è difficile da spiegare, ma tu l'hai percepito quando parli di presenza assenza. i miei scatti parlano di assenza, di mancanza, di nostalgia, di morte, di ombre da un'altro mondo, di fantasmi, di incubi. perchè chi muore non se ne va mai del tutto, e certi legami non possono essere recisi.. MAI. |
| inviato il 21 Gennaio 2019 ore 13:54
Grazie Morgana, per aver elargito ulteriori motivazioni e dettagli puntuali del tuo sentire, in questo modo posso e possiamo, per chiunque sia interessato a questo genere fotografico, interpretare meglio la tua opera e le atmosfere che esse evocano, il linguaggio è chiaro e profondo. “ i miei scatti parlano di assenza, di mancanza, di nostalgia, di morte, di ombre da un'altro mondo, di fantasmi. perchè chi muore non se ne va mai del tutto, e certi legami non possono essere recisi.. MAI. „ Ho avuto anch'io moltissimi anni fa una perdita importate, ma in genere nella vita di tutti noi prima o poi ci confrontiamo con i problemi dell'alternanza vita/morte . . . certe esperienze lasciano un segno ed è giusto riviverle, poterle esprimere e sublimarle attraverso l'arte. |
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