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user118485 | inviato il 14 Maggio 2017 ore 8:38
Che foto! Chi è questo signore? Con chi stava parlando? Sembra stia spiegando o, meglio, precisando un punto esatto di una questione o argomento, magari di un quadro o un brano musicale. |
| inviato il 14 Maggio 2017 ore 10:08
Caro Mar-cello, grazie del complimento. Non credo di meritare tanti apprezzamenti. franco santi |
user118485 | inviato il 14 Maggio 2017 ore 10:42
Franco, spero a breve di fare ritratti altrettanto immeritevoli di complimenti Buona domenica. |
| inviato il 14 Maggio 2017 ore 11:00
Allora, non è difficile eseguire fotografie simili; tutto sommato si tratta di far fare clic alla macchina fotografica, un po' di inquadratura e poco altro. La difficoltà invero sta nel trasformare il soggetto in attore e suggerire situazioni di comportamento in questo specifico caso, insegnante !! Ad Alessio, il personaggio in questione, ho chiesto di spiegarmi alcune cose della patristica in cui la mia ignoranza è oceanica. Più volte richiedevo chiarimenti sull'argomento e scattavo (con il cavo, io gli stavo davanti) e tentavo lo scatto decisivo (non alla Bresson naturalmente). Poi qualche espressione buona c'è stata e così, ecco... l'immagine. franco santi |
user118485 | inviato il 14 Maggio 2017 ore 11:14
Ecco, vedi. Ho di nuovo ragione io. Non è una cosa che si impara in un secondo. Sei riuscito a far dimenticare ad Alessio la macchina fotografica. Ho letto, da qualche parte, che un fotografo era andato - credo - in America del Sud per documentare certe tribù poco venute in contatto con l'Uomo (pensa un po' che fortunati!). Credo che lui scrisse che passò un po' di tempo con loro e fecero amicizia, e loro lo accolsero; mangiava e dormiva con loro. Ne vennero delle belle foto e un servizio forse su Airone (te lo ricordi Airone? Esiste ancora? boh!). Beh, nell'articolo lui ammise che quando iniziò a scattare non so che danza o canto si rese conto chiaramente che i suoi ormai amici non erano affatto infastiditi... ma avevano perso quel pizzico di spontanetà che rese le foto meno... meno che? Eh... lui disse che quello che aveva visto con gli occhi nelle foto non c'era più. Edward Sheriff Curtis... ma come faceva a fare quei ritratti? Ha passato quasi tutta la vita con gli "Indiani d'America" (o meglio con quel che ne restava!), anni e anni; lo conoscevano e lo rispettavano, e - quando lui li ritraeva - attraverso i loro occhi fluivano tutto l'orgoglio e l'identità di un popolo quasi completamente estinto... Beh con Alessio ci sei riuscito :) |
| inviato il 14 Maggio 2017 ore 16:23
Ottimo esempio! grazie. Curtis, adottava evidentemente lo stesso sistema. Posseggo un bel libro fotografico con moltissime cianografie di lui che è stato uno dei pochi a fotografare il rituale della "snake dance" (forse è questa la danza di riferimento) la danza rituale dei serpenti. Cosa che se non sbaglio non era riuscita a nessuno fino a quel momento. Vedo che ne sai di cose! eh? Complimenti frano santi |
| inviato il 29 Maggio 2017 ore 13:38
Notevole scatto!...si sei riuscito a far dimentiacare la macchina fotografica al professore...atteggiamento più che naturare...complimenti! Carla |
| inviato il 29 Maggio 2017 ore 14:17
Infatti, gli stavo davanti. gentilissima franco santi |
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