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| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 11:27
Che meraviglia di immagine Paolo! Angolo di ripresa magistrale  |
| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 11:29
Bellissima, complimenti! Perfetta composizione e profondità di campo, sfocato magistrale! |
| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 11:31
Splendida |
| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 11:31
Per preservarli in vita e proteggerli dai bracconieri (un'altro turpe mercato quello del corno), mozzano periodicamente i corni che, essendo di cheratina poi ricrescono. Anche al cucciolotto toccherà presto lo stesso destino ma per lo meno avrà salva la vita.
Avvallamento naturale sfruttato per il PDR
Grazie Marco, Roberto e Pkk.... mi avete anticipato |
| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 11:37
Bellissima per soggetti,ambientazione e punto di ripresa
Maurizio |
| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 11:58
Ottima inquadratura e bello sfuocato.
“ mozzano periodicamente i corni „ avevo sentito dire che però questo influisce sulla procreazione è vero?
ciao |
| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 12:04
Non mi risulta che influisca sulla procreazione eforse questo quadretto familiare ne è la testimonianza.
Ho trovato questo interessante articolo del Corriere che risale addirittura al 1993
Dramma ecologico e tragedia umana: abbattuti nello Zimbabwe 68 dei 70 esemplari scornati, ma negli ultimi anni le guardie hanno ucciso 150 bracconieri TITOLO: Il rinoceronte muore anche col corno tagliato - - - - - - - - - - - - - - - - - - Anche senza corno, per i bracconieri dello Zimbabwe il rinoceronte e' ancora una preda ambita. Negli ultimi mesi, infatti, sono stati uccisi 68 dei 70 pachidermi che erano stati privati della loro appendice per sottrarli, appunto, alla cupidigia di chi vede nel corno di questo animale una buona riserva di sostanze afrodisiache, febbrifughe o . piu' semplicemente . un ottimo materiale per la fabbricazione di foderi per pugnali. Purtroppo, il taglio preventivo del corno si e' rivelato del tutto inutile perche' il moncherino e' ricresciuto cosi' rapidamente da tornate a essere appetibile per i cacciatori di frodo. Per l' esistenza dei rinoceronti nero e bianco, le specie africane, il conto alla rovescia sembra non si debba mai fermare. Le cifre parlano, purtroppo, molto chiaramente: nel 1979, ad esempio, erano 65 mila i rinoceronti neri che pascolavano nel Continente nero. Ora sono circa 2.200. Ma sono numeri che non danno una chiara visione della realta' . Solo in Zimbabwe, Namibia e Sudafrica le popolazioni sono ancora relativamente floride. Nelle altre nazioni il numero e' talmente basso che l' estinzione sta diventando sempre piu' una certezza: la consanguineita' e le difficolta' riproduttive sono in agguato. Se il rinoceronte nero piange, quello bianco e le altre specie asiatiche non ridono di certo. Panacea per molti mali Per la farmacopea orientale il corno di questi animali rappresenta la panacea per molti mali, un potente febbrifugo oltre che un tradizionale afrodisiaco. Nello Yemen, invece, ha rappresentato per molto tempo un vero e proprio status simbol, incastrato nel manico dello jambia, il pugnale a sciabola, che ogni uomo, per essere definito tale, dovrebbe portare. Dal 1989 in Namibia e dal 1991 nello Zimbabwe, si era ricorsi al taglio preventivo del corno dato che questa sostanza . che in realta' e' solo cheratina, cioe' la materia di cui sono formate le nostra unghie . arrivava al "consumatore" a cifre che sfioravano 7 mila dollari al chilo e questo, evidentemente, stimolava i bracconieri. In realta' , dopo il taglio, sul muso dell' animale rimaneva circa il 15 per cento del corno che ricomincia crescere al ritmo di circa mezzo chilo l' anno. Cosi' i bracconieri hanno ripreso il loro lavoro nonostante che negli ultimi anni . nel solo Zimbabwe . 150 di loro siano stati uccisi durante gli scontri a fuoco coi guardiaparco. Di fatto, la vera soluzione sarebbe quella di offrire ai cacciatori di frodo delle alternative economiche che, purtroppo, i Paesi in questione non riescono a offrire e cosi' la strage . di uomini e di animali . continua. Vista, comunque, l' inutilita' del taglio preventivo, Esmond Bradley Martin, esperto mondiale dei rinoceronti, propone di migliorare il controllo degli animali, come avviene in Kenia e in Namibia. Prezzo in calo Quattrocento rinoceronti neri e 75 bianchi con il loro corno intero, infatti, pascolano nelle savane keniote: negli ultimi due anni nessuno e' stato ucciso. Lo stesso dicasi per la Namibia, dove la popolazione di questi pachidermi sta lentamente aumentando. Il trucco e' riuscire a concentrare i rinoceronti in piccoli parchi, piu' facilmente controllabili o offrire possibilita' di sopravvivenza alternative ai bracconieri. Da un po' di tempo, malgrado le difficolta' di reperimento, il prezzo di mercato del corno e' stabile o viene addirittura dato in calo. Merito soprattutto delle campagne di sensibilizzazione che hanno portato, ad esempio, la domanda dello Yemen a contrarsi negli ultimi anni. I corni dei bufali e delle antilopi costituiscono poi un' alternativa sempre piu' accettata in Oriente. I Paesi responsabili della richiesta dei corni a scopo farmacologico, ossia Cina, Taiwan, Yemen e Corea hanno poi recentemente adottato una serie di provvedimenti nazionali e internazionali che dovrebbero, forse, bloccare questo commercio. Tutto questo mentre gli USA stanno per adottare pesanti sanzioni commerciali verso quei Paesi che non rispettano gli accordi internazionali in difesa delle specie in pericolo di estinzione.
Furlani Roberto
Pagina 33
(21 novembre 1993) - Corriere della Sera |
| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 18:56
ottima foto,
anche nel karoo sudafricano tagliano i corni ai rinoceronti neri mentre ai bianchi che vivono in gruppo lo lasciano solo ad uno,il capogruppo.
purtroppo gli animali col corno tagliato sono menomati e perdono sicurezza.
le femmine perdono quasi sempre i piccoli se ci sono molti leoni o iene.quindi la pratica si può usare in pochi posti.
Paolo ,non a caso nel safari che ho fatto quando li abbiamo trovati si sono defilati eccetto il maschio col corno che si è messo fra noi ed il gruppo.
ciao |
| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 19:02
Capisco Stefano, d'altra parte è la loro arma di difesa. Anche in Kenya il taglio è praticato in aree limitate e super controllate, solitamente parchi minori per il ripopolamento vicini a caserme di ranger e centri scientifici di studio. La biologa con cui ho parlato ha confermato che all'inizio soffrono, e ci mancherebbe aggiungo io, ma poi l'evoluzione è positiva come conferma questa madre con il cucciolo. D'altre parte se non facessero così ci sarebbero solo cadaveri e la prossima estinzione della specie. |
| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 19:08
Vivendo queste problematiche dalle notizie sui giornali o dai documentari posso solo immaginare il rammarico nel costatarlo di persona. E' roba da far venire un groppo alla gola.
Bello scatto, naturalmente.
Ciao, Dino |
| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 20:36
bella foto peer pdr basso e interessante il dilemma che pone: tollerare una menomazione per sopravvivere |
| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 20:54
Fantastica immagine! Stupendi i soggetti e la composizione |
| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 21:57
Credo siano scelte dolorose ...ma quello in cui viviamo non è certo il "migliore dei mondi possibili", per cui attraverso i compromessi si cerca di dare loro una chance in più ...
La documentazione è importantissima, tu oltre a fare ottime foto fai questo ed attraverso questo (almeno un pochino) passa l'educazione a comprendere la complessità e l'importanza di ottenere anche un piccolo risultato in un'ottica più ampia.
Solo due Safari ho potuto fare ma è un'esperienza che rimane dentro!
Con stima, sonia |
| inviato il 08 Ottobre 2015 ore 23:09
Ottima |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 1:04
Bellissima inquadratura e bellissimo scatto! |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 11:14
Bella immagine, purtroppo non c'è vero rimedio alla follia umana
Complimenti, ciao. |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 13:58
Foto molto bella, ottima la composizione ed il dettaglio
Massimo |
| inviato il 10 Ottobre 2015 ore 17:06
Bellissimo documento e grande scatto, complimenti per il tuo ruolo di divulgatore capace e preparato, tantissimi complimenti. Ciao Paolo. |
| inviato il 10 Ottobre 2015 ore 17:10
Sempre bravo e attento ai problemi! Bravo! |
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