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, 1/640 f/8.0, ISO 200, mano libera. Milano, Italia.
50mm. Sabato 25 ottobre 2014, h 11.10. Sembra un'astronave calata in mezzo a Milano. Il mio atteggiamento è ambivalente. Come fotoamatore apprezzo le occasioni di scatti suggestivi offerti dal complesso progettato da Cesar Pelli. Ma come architetto e studioso di storia dell'architettura e dell'urbanistica, pur constatando che Piazza Gae Aulenti è uno spazio urbano che "funziona", non posso che disapprovare il fatto che questa "astronave", completamente aliena al contesto e alla storia locale, "schiaccia" e "umilia" significative preesistenze storiche quali l'arco e i caselli daziari austriaci in un asse prospettico importante quale appunto Corso Garibaldi. #Grattacieli#UrbanLife
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Certo... il contrasto è suggestivo, ma il salto di scala è drammatico (il che non deve necessariamente essere visto come un difetto). Soprattutto costituisce una sorta di sbarramento proprio dietro l'antica porta d'ingresso corrispondente a una delle principali direttrici della città fin dall'epoca romana, ovvero quella verso Como (in realtà tale strada passerebbe sulla sinistra del complesso, ma la sensazione di chiusura permane). L'architettura realizzata da "Pelli Clarke Pelli Architects" è senz'altro di qualità e, come ho scritto nella didascalia, ha configurato uno spazio urbano che "funziona", è regolarmente frequentato da milanesi e turisti, anche grazie a un'opportuna commistione di funzioni direzionali, commerciali e abitative; ma è anche piuttosto astratta dal contesto, il che potrebbe sembrare inevitabile per questa tipologia di edifici. Tuttavia a Milano abbiamo due grattacieli ormai storici quali il "Pirellone" e la Torre Velasca, decisamente radicati nel "genius loci" della città. Lo spazio della piazza dedicata a Gae Aulenti (il cui linguaggio architettonico era oltretutto decisamente lontano da quello di Pelli) a me ricorda molto quella del City Hall di Toronto, progettato dal finlandese Viljo Revell negli anni '60. Come ho scritto, il mio atteggiamento è ambivalente.