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user41490 | inviato il 06 Ottobre 2014 ore 6:44
Sembra che il manichino a destra stia guardando la ragazza che passa e provi invidia! |
user41490 | inviato il 06 Ottobre 2014 ore 6:44
La chiamerei invidia di plastica!
Se vuoi proprio trovare l'errore o congelavi la passate o facevi un po più di scia! |
| inviato il 06 Ottobre 2014 ore 16:24
invece è bella proprio per la passante |
user41490 | inviato il 06 Ottobre 2014 ore 20:12
Però per me e bella così |
| inviato il 06 Ottobre 2014 ore 20:26
Ciao e grazie per essere passati a lasciare un commento.
La didascalia che ho messo forse è un po' fuorviante: la donna sulla sinistra ci deve essere :-). Quando ho scritto "...mi dispiace non aver aspettato che la passante uscisse dalla vetrina...", intendevo che avrei voluto riprenderla giusto un attimo dopo, ma sempre lasciandola nell'inquadratura. Sennò, senza di lei, il messaggio della foto sarebbe stato molto più debole. Comunque, rivedendola ancora, e pensando a cosa avevo in mente, forse come l'ho ripresa è l'unico punto del fotogramma in cui poteva stare, perché bilancia il manichino sulla destra dietro la porta. Mi fermo qui con le spiegazioni, perché spero che chi legge l'immagine capisca cosa volessi dire. Ma vi ringrazio ancora per esservici soffermati.
Ciao, 
Lorenzo
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| inviato il 14 Novembre 2014 ore 20:53
Aggiungo un paio di commenti a questa mia foto. Cosa volevo dire? Perché l'ho postata?
Come ho già scritto, risale a una vacanza a Bergen, in Norvegia, fatta diversi anni fa. Passando davanti al negozio finto Gucci, mi aveva incuriosito la porta di ingresso chiusa con tanto di insegna pubblicitaria a sbarrarla e manichino dietro che sembrava guardare fuori. A quel punto serviva un passante nella direzione dello sguardo del manichino, come a sottolinearle la leggera vena malinconica, come a dire: "nessuno entra qui, il negozio è un finto Gucci e la gente tira diritto". La passante è arrivata (quando ormai la mia ragazza che era lì con me cominciava a sbuffare per l'attesa...  ) e ho cercato di riprenderla con le gambe aperte, per bilanciare la composizione, riprendendo la forma triangolare dell'insegna. Inoltre, sempre nella mia testa, mi piaceva l'idea delle due forme geometriche uguali che però rappresentavano due concetti diametralmente opposti: il triangolo davanti all'entrata a mo' di sbarramento e quello leggermente mosso delle gambe che invece dà il senso di allontanamento e disinteresse della passante.
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