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Polyommatus (Agrodiaetus) humedasae...

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Polyommatus (Agrodiaetus) humedasae inviata il 24 Ottobre 2013 ore 9:27 da Silvio Sorcini. 0 commenti, 550 visite.

, mano libera. Specie: Polyommatus humedase

Polyommatus (Agrodiaetus) humedasae Toso & Balletto 1976 Nome Volgare: Milleocchi Humedas Famiglia: Lycaenidae Lunghezza ala anteriore mm. 16-19 Note: l'associazione vegetale del biotopo dove vive la specie è il Festucetalia vallesiacae (Stipo-Poioncarniolocae); apparentemente gli adulti si concentrano su campi abbandonati di erba medica. I calcescisti ofiolitiferi costituiscono il substrato geologico del sito. La struttura di popolazione è probabilmente chiusa. Anche se sembra probabile l'esistenza di altri siti riproduttivi oltre a quello noto, non si hanno prove al riguardo. La densità di popolazione appare ragionevolmente elevata, con una media di 11 individui/ettaro e almeno 110 individui presenti nell'arco di un mese. Anche in assenza di uno studio specifico, si può stimare una popolazione complessiva di alcune migliaia di adulti. In genere i maschi schiudono prima delle femmine, le quali sopravvivono più a lungo nella stagione. Non è stato osservato alcun tipo di comportamento territoriale nei maschi. Le deposizioni iniziano a metà agosto, e raggiungono il picco nella settimana successiva. Secondo uno studio di laboratorio (Manino et al., 1987), le schiuse iniziano a metà settembre. La larva si alimenta per alcune settimane, poi entra in ibernazione nella lettiera alla base della pianta. L'alimentazione riprende a metà aprile e la prima muta, sempre a livello della lettiera, si verifica a metà maggio. La fase larvale termina a metà giugno. L'impupamento avviene nella lettiera e le immagini emergono dopo 20-25 giorni. La pianta alimentare dei bruchi è Onobrychys montana. Gli adulti si alimentano su Medicago sativa, Sedum ochroleucum spp. montanum e Onobrychys montana. Le larve sono accudite dale formiche dei generi Tapinoma, Lasis e Myrmica. Come molti altri Lepidotteri, P. humedusae è legata agli ambienti ecotonali: i campi abbandonati di erba medica sono soggetti all'invasione da parte di specie vegetali di alto fusto, e sono quindi destinati a lasciare il posto al bosco. Questo comporterebbe la scomparsa della specie, in quanto non sono mai stati osservati individui frequentare i boschi circostanti. Inoltre appare improbabile che la specie sia in grado di colonizzare spontaneamente nuovi biotopi. Oltre a questi fattori di carattere naturale, le raccolte indiscriminate da parte dei collezionisti non possono essere trascurate: Balletto (1993) riporta la presenza di numerose persone al giorno nel biotopo, personalmente sono stato due volte per un breve periodo, non più di tre ore complessive, ma non ho incontrato nessuno. Il ponte Romano era impraticabile per lavori in corso quindi ho limitato la mia esplorazione ad un sola lato, incontrando un solo esemplare. Sulla base di quanto riportato sopra, è auspicabile una maggiore protezione. Maschio: colore bruno scuro con nervature più scure. Area basale e discale delle ali anteriori con una visibile peluria androconiale. Femmina:. Simile al maschio ma generalmente più piccola e priva di peluria androconiale. Tratto discocellulare scuro nelle alianteriori. Rovescio: colore bruno chiaro. Ali anteriori con tratti discocellulari e punti della serie postdiscale neri contornati di bianco. Posteriori con disegni neri più minuti. Distribuzione: l'unico sito noto è una piccola area di una dozzina di ettari a Pondel, in Valle di Cogne - Val d'Aosta. Habitat: specie xerotermofila. Si rinviene nei prati del piano montano da 800 fino a circa 1000 metri s.l.m. Generazioni annuali: una con sfarfallamento degli adulti in luglio-agosto. Piante nutrici: Onobrychis montana.



Piace a 2 persone: Izanagi, Stefano Coghene


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