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ciao ornella spirito libero e grande donna inviata il 22 Novembre 2025 ore 13:57 da Annamaria Pertosa. 12 commenti, 109 visite. Milano, Italia.
Si è spenta a 91 anni una grande voce, quella di Ornella Vanoni, un'artista a tutto tondo, spiritosa, controversa, eternamente depressa.
L'ho conosciuta e intervistata anni fa al teatro Manzoni di Milano per un settimanale del gruppo Rusconi. Ricordo che sulle prime provai un certo disagio, un po' come quello di qualche anno prima quando intervistai a Roma Vittorio Gasmann.
All'improvviso mentre manovravo sui tasti del piccolo registratore, l'interprete di “Senza Fine” se ne uscì con una battuta che mi sorprese e mi fece ritrovare di colpo la mia abituale disinvoltura tipica del mestiere.
“Ho letto un tuo libro, e mi è piaciuto così tanto, che quando la signora dell'ufficio stampa mi ha fatto il tuo nome per un'intervista, ho dato subito il via libera”.
Figlia unica di genitori dell'alta borghesia milanese, mi disse di aver ereditato la depressione da suo padre: un uomo forte e protettivo durante gli anni di guerra, che si ritrovò debole e triste negli anni della maturità.
Mi disse di non aver vissuto una bella infanzia, figlia unica, sempre sola, senza compagni di giochi, tranne una cameriera che la viziava e un po' colmava quel senso di solitudine che le lasciava l'assenza dei suoi genitori
“Mi ribellai verso i vent'anni, quando cominciai a vivere a modo mio”, mi disse. “Incontro Giorgio Strehler, il mio primo grande amore, ne divento la compagna, entro nel mondo del Piccolo e lui mi affibbia l'etichetta di 'ragazza della Mala'. Un'avventura umana e artistica nata all'insegna di grandi mutamenti culturali di una Milano avanguardista. Lei, figlia della ricca borghesia milanese, diventa, a vent'anni, la ragazza della Mala'.
La ragazza fa scandalo per l'amore con il regista triestino, e a scandalo si aggiunge scandalo quando comincia a cantare le “canzoni della Mala”, capolavori come “Le mantellate”, “Ma mi”, grandi successi e innegabili capolavori.
Nel suo “Vincente o perdente”, libro scritto a quattro mani con Pacifico, scrive: “ Poi con Giorgio finisce per i suoi vizi, perché le cose finiscono, o le facciamo finire noi. A un certo punto ho chiuso, ed è stato meglio così. Anche se con Giorgio ci siamo sentiti fino a quando non è morto”.
Il dopo Strehler, si chiama Gino Paoli, la relazione con lui e la Scuola Genovese. Tutto nasce quando alla Ricordi, lo vede che strimpella al pianoforte e gli chiede di scrivere una canzone per lei. Il ragazzo la prende in parola e nasce “Senza Fine”. È un successo che si arresta solo oggi con la sua morte.
Ma Ornella non ha scritto sull'acqua, come si suol dire degli artisti: le sue canzoni, le sue interpretazioni sofisticate, eleganti e anche sensuali, rimarranno, perché hanno il lungo respiro dell'unicità, un respiro senza confini.
Ripercorrere in poche righe l'iter artistico di Ornella Vanoni sarebbe troppo lungo e anche inutile, chiunque lo desideri può documentarsi, la sottoscritta preferisce condividere con voi un suo ricordo personale, quello di una donna che l'ha stupita in quell'intervista. Mi ha letteralmente affascinata, in un certo senso anche ammutolita, perché ad un certo punto, ho smesso con le domande e ho lasciato che fosse lei a condurre il gioco, a parlare di lei, dei suoi dubbi, delle sue felicità e infelicità.
Mi ha detto: “Tutti hanno sempre pensato alla Vanoni come a una mangiatrice d'uomini, una maga Circe, in realtà di uomini ne ho avuti solo tre: Giorgio Strehler, Gino Paoli e Lucio Ardenzi, il padre di mio figlio Cristiano”.
Il segreto del suo grande successo sta forse nell'essersi sempre rinnovata, di essere riuscita ad andare di pari passo con i tempi, con le sue evoluzioni e con le mode passeggere, volubili e in continua metamorfosi.
Ornella, la grande interprete di canzoni che non conoscono oblio né silenzi, non ha subito la sorte di passare nel dimenticatoio, è sempre stata cercata fino alla sua ultima apparizione televisiva in “Che tempo che fa”, del 2 novembre 2025. E scherzando con Fazio, proprio nel giorno dei Morti, disse che se si deve fare un regalo a chi possiede già tutto, “le bare possono essere un regalo utile”.
Ironica, istrionica, imprevedibile sempre e comunque. Chiamava la morte, di cui non aveva paura: “La Musona”. E la Musona l'ha raggiunta nella sua casa milanese con un arresto cardiocircolatorio la sera del 21 novembre.
Riposa in pace, Ornella e porta lassù la melodia inconfondibile della tua grande voce, la tua ironia, la tua eleganza sofisticata e inimitabile.
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Ho appena commentato, prima di pranzo, la foto con il Pippo Nazionale. Ora questa, bellissimo il tuo racconto che ci hai regalato di quest'Artista. Ammiro a tutto tondo il tuo modo di scrivere, andrò a cercare i tuoi libri colmando questa mia (ulteriore) lacuna. Un onore averti fra le mie amicizie del portale, Massimo
Ci sono pezzi come "L'appuntamento" e "Ti lascio una canzone" scritta da Gino Paoli che ogni volta che riascolto mi fanno commuovere. Indimenticabile signora e quel che ho più ammirato recentemente, affatto ×.
Complimenti Annamaria, per questo tuo bellissimo ritratto per l'ottimo racconto che accompagna questo tuo omaggio ad una delle più grandi interpreti della musica leggera italiana. Un caro saluto ed un buon fine settimana, Paolo