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FOTO ESPOSTA AL MUSEO DELLA PACE DI CAEN
“Libera interpretazione di un ricordo infantile”
6 Giugno 1944
Sono stato svegliato dal rumore degli aeroplani e ho cominciato a piangere aspettando di sentire gli scoppi spaventosi delle bombe. Non avevo la forza di camminare e faticosamente il mio papà mi ha fatto raggiungere la famiglia nello scantinato. Il tempo trascorreva nella sua dolorosa e interminabile attesa, sperando di poter uscire vivi dai rifugi. Ma quella notte non si udì il frastuono delle bombe: uscimmo dalla cantina per raggiungere le nostre camere e cercare invano di dormire un po'. Ma il nostro desiderio di riposare fu vanificato dalle urla dei soldati tedeschi e dal crepitio delle armi da fuoco. Ritornammo in cantina e sentii mio padre sussurrare a mia madre: les américains sont arrivés…sont arrivés! Mio padre e mia madre si abbracciarono e abbracciarono anche me e i miei fratelli. Ero confuso dal caos degli avvenimenti e non capivo bene che cosa stesse succedendo. L'alba arrivò illuminando timidamente il villaggio e facendo sobbalzare tutti con un frastuono di motori, guardai con timore fuori dalla finestra, dai numerosi aerei che ci sorvolavano cadevano una moltitudine di oggetti scuri, sopra i quali si aprivano bianchi paracadute. Gli oggetti scendendo prendevano la forma di uomini che più vicini a terra sembravano giganti. Qualcuno sparava ai tedeschi in fuga che rispondevano al fuoco correndo disordinatamente. Un gigante cadde nella nostra aia a pochi passi dalla finestra da dove sbirciavo pieno di paura. Si alzò, raccolse il paracadute in un involto, imbracciò la sua arma e alzando gli occhi da terra mi vide. Era un ragazzo, forse di una decina di anni più grande di me, mi sorrise e mi gridò: hey boy, you are free, don't be afraid, come on I have some chocolate for you. Non capivo le sue parole ma il suo sorriso mi tranquillizzava e il suono della sua lingua non mi metteva paura come accadeva con i tedeschi, gli andai incontro mentre la mia famiglia guardava il nostro liberatore con un sorriso e gli chiesi timidamente: es-tu américain?
Mio padre corse a prendere una macchina fotografica che teneva nascosta e fotografò il gigante americano che abbracciava un inerme bambino francese.
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Un'immagine storica; grande ammirazione per quei ragazzi americani che ci liberarono dal nazifascismo. Ora, purtroppo, l'America ha il volto bieco di Trump e dei suoi accoliti. Complimenti Paolo per averla proposta qui su Juza, ciao! Sergio
Grazie Sergio, hai perfettamente colto il senso della metamorfosi che si è materializzata con Trump e che desideravo trasmettere ed evidenziare. Un carissimo saluto Paolo
Sono momenti difficili della storia, quando l' evoluzione accelera, tutto il peggio viene fuori, è un po' come il grande calore, che forgia il metallo migliore. Però è dura Gran bel documento, caro Paolo, complimenti Un documento del passato, però
Mica è finita anzi.. non sono bastati 233.000 morti nel 2024 e 100 milioni di persone a migrare per soddisfare le voglie di bombaroli e gasati USA/ti buona notte a tutti - Marino.