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Nebulosa Omega (m17)...

Nebulose

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Nebulosa Omega (m17) inviata il 24 Luglio 2024 ore 9:50 da Giancarlo Melis. 11 commenti, 579 visite. [retina]

Visibile anche al binocolo, la nebulosa "Omega", catalogata da Charles Messier come M17, è una delle nebulose ad emissione più luminose osservabili. Situata nella costellazione del Sagittario, verso est-sud-est, alle mie latitudini raggiunge la sua massima elevazione di 34° circa alla fine di giugno, per poi ricalare nelle settimane successive, fino a diventare nuovamente inosservabile. La sua luminosità l'ha resa uno dei soggetti più fotografati in passato, tanto da avere spesso un posto nei classici libri di astronomia. Da bambino è sempre stato uno di quei soggetti nei quali mi perdevo, osservando le immagini stampate sui vecchi libri; M17 dista da noi circa 6.000 anni luce. L'immagine che vedete ora, è in realtà ciò che fu nel periodo in cui aveva inizio l'età del bronzo, fiorivano le prime civiltà urbane in Mesopotamia e in Egitto, e iniziava a diffondersi la scrittura con i primi geroglifici e le rappresentazioni cuneiformi. La nebulosa Omega, chiamata anche nebulosa Cigno, nebulosa Aragosta e nebulosa Ferro di cavallo, è una zona HII, ovvero una zona ricca di nubi interstellari di gas ionizzato, in questo caso parliamo di idrogeno i cui atomi, a causa delle radiazioni ultraviolette delle vicine stelle massicce, perdono l'unico elettrone, diventando protoni con elettrone libero (vengono appunto ionizzati). La lunghezza d'onda emessa in HII è tipicamente rossastra. Contrariamente a quanto si possa pensare, l'elevata luminosità di questa nebulosa non la rende facilmente fotografabile, poiché la differenza di intensità fra il nucleo e le flebili nebulosità esterne mette alla prova la gamma dinamica del sensore di ripresa, pertanto è molto facile bruciare il nucleo o perdere i dettagli dei filamenti esterni. L'immagine che ho caricato è stata ripresa con l'ormai collaudata strumentazione: astrografo Celestron RASA 8 (400mm f/2), la camera di ripresa ASI 183 MC-Pro e il filtro a doppia banda stretta IDAS NBZ. La camera di ripresa ha una dinamica modesta, perciò con lunghe esposizioni le stelle vengono saturate, per risolvere il problema io effettuo una ripresa breve dedicata alle stelle e una ripresa lunga dedicata alle nebulosità. Questa immagine è il risultato dell'integrazione di 30 scatti da 10 secondi ciascuno per le stelle e 160 scatti da 2 minuti ciascuno per la nebulosa, per un totale di quasi 5 ore e mezza di esposizione in banda stretta (a f/2).


Vedi in alta risoluzione 18.2 MP  



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avatarsupporter
inviato il 24 Luglio 2024 ore 10:15

Sei sempre una garanzia Giancarlo. Davvero complimenti;-)

avatarsenior
inviato il 24 Luglio 2024 ore 10:46

Ti ringrazio Antonio, molto gentile. :)

avatarjunior
inviato il 24 Luglio 2024 ore 23:09

Magnifica immagine.. potrebbe essere l'unico riferimento per chiunque voglia provare a fotografare la nebulosa M17, complimenti

avatarsenior
inviato il 25 Luglio 2024 ore 9:10

Splendido lavoro Giancarlo, ricchissima di colore e dettaglio....complimenti
Gp

avatarsupporter
inviato il 25 Luglio 2024 ore 17:51

sempre ottimi lavoriSorriso

avatarsenior
inviato il 26 Luglio 2024 ore 9:39

Mi fa piacere che apprezziate. Vi ringrazio.
@Paschalis Esagerato :)

avatarsenior
inviato il 28 Luglio 2024 ore 11:43

Splendido lavoro, davvero incredibile. Tra l'altro vedere questi lavori fatti con una camera come la mia (io ho la controparte QHY) lo trovo molto di ispirazione per spingermi a migliorarmi in continuazione e tirare fuori il meglio dalla strumentazione.
Complimenti davvero :D

avatarsenior
inviato il 28 Luglio 2024 ore 12:06

Ti ringrazio Gianluca.
La 183 è un gioiellino, va capita, va saputa sfruttare.
La dimensione dei suoi pixel (2,4µm) la rende perfetta per campionamenti attorno ai 400mm sotto un buon cielo.
Essendo un sensore di vecchia concezione, non retroilluminato, soffre di un tremendo amp glow laterale, ma con un master dark di pochi frame fatto ad ogni stagione il problema lo si abbatte totalmente.
Ha una ridotta full well capacity, e questo porta a saturare le stelle molto più rapidamente di quanto non avvenga su altre camere, ma anche qui, basta una manciata di esposizioni brevi dedicate alle stelle, e in fase di elaborazione si fonde il tutto con le lunghe esposizioni dedicate al resto.
Insomma, come ogni strumento bisogna prendere le misure e cercare di sfruttarne al meglio le buone caratteristiche.

avatarsenior
inviato il 28 Luglio 2024 ore 16:51

Ammetto che in 3 anni di utilizzo non ho mai pensato a una doppia esposizione per contrastare la saturazione delle stelle. Non si smette mai di imparare
Grazie mille per la risposta Sorriso

avatarsenior
inviato il 28 Luglio 2024 ore 16:59

Ma sai che è una cosa che anche a me è venuta in mente di recente?
Io riprendo con l'ausilio dell'ASI Air Plus, quindi quando pianifico la ripresa, ormai, gli do in pasto la seguente sequenza:

1) 30 x10sec
2) N x Msec (a seconda del soggetto)

Poi su PixInsight do tutto al FastBatchPreprocessing o al WeightedBatchPreprocessing e ottengo i due masterlight sui quali lavorare.

avatarsenior
inviato il 30 Luglio 2024 ore 12:23

Sicuramente ne farò tesoro, io riprendo con Ekos, quindi anche a me basta programmare come si deve le riprese. Fino ad ora forse mi sono reso meno conto del limite in quanto con la mia EQ5 ho grossi problemi a livello di guida e oltre i 90-120s difficilmente riesco ad andare con i 480mm del telescopio, la guida in Dec la devo disabilitare e in RA risulta limitata.

Grazie comunque dei consigli!


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