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| inviato il 08 Luglio 2024 ore 14:24
Ma li ipnotizzi per fare 62 scatti con la 80D...? Bel lavoro. Ciao. |
| inviato il 08 Luglio 2024 ore 15:33
Ciao, magari bastasse, andrei subito a lezione di mesmerismo. In molti casi, anche quando sono inattivi prima che il sole li scaldi, riescono comunque a rovinare varie sequenze di scatti muovendo la testa o una zampa. Mettendo da parte i ragni, la cui indole varia da famiglia a famiglia, o da specie a specie, io gli insetti li divido in categorie non ancora riconosciute dalla tassonomia ufficiale: I "geroonimoooo", come certe grosse formiche che trascorrono la notte in cima gli steli e si lanciano di sotto appena ti avvicini. I "b.astard.i dentro", come tutti quegli emitteri che una volta sistemata l'inquadratura si spostano sull'altro lato dello stelo per occultarsi. Non lo fanno prima, aspettano che tu abbia piazzato il treppiede e il resto. Gli "insonni", come quelli a cui basta poco per svegliarsi. Se attraverso l'obiettivo vedi che cominciano a far vibrare le antenne, è il segnale che hanno appena girato la chiave, acceso il motore, e stanno per mettersi in viaggio. I "fissati con l'igiene", come quelli che mentre stai completando la sequenza per lo stacking, si mettono a fare toeletta rosicchiandosi le zampe. Gli "isterici", come certe farfalle che ti lasciano avvicinare illudendoti, per poi partire a velocità supersonica, volando in maniera sconnessa ed esagitata nemmeno le avessi prese a calci nel sedere. I "falsamente immobili", come quelli che sono tranquilli, non scappano nemmeno a cannoneggiarli (la mattina), ma hanno sempre da girare per un attimo la testa o qualcos'altro perché magari gli è venuto un crampo o che ne so. Infine "le statue viventi". Quelli sì che sono bravi, ma hanno una particolarità: si fanno vedere solo quando tira il vento. I Mylabris variabilis appartengono alla penultima categoria. Ecco la prima sequenza scartata (la seconda è quella buona da cui ho ricavato la foto pubblicata) messa in gif:
 Si nota sia lo spostamento della zampa davanti alla testa che della testa stessa. |
| inviato il 09 Luglio 2024 ore 10:01
Mi sembra una suddivisione molto utile sul campo In effetti dalla sequenza si vedono bene i movimenti. Vedo che hai scattato ad 1/4/? Non è a rischio anche col treppiede? Dici che anche usando 3200 ISO arrivavi a 1/32, non certo un tempo di sicurezza. |
| inviato il 09 Luglio 2024 ore 11:41
Data per scontata l'indispensabile stabilità del treppiede, l'importante è fare una pausa sufficientemente lunga tra uno scatto remoto e l'altro (di solito bastano uno o due secondi) per annullare ogni vibrazione. Se c'è vento o se l'insetto produce micromovimenti, è la tecnica stessa della slitta che diventa inutile e preferisco procedere con un bracketing rapido velocizzando molto i tempi e quindi alzando gli ISO. Col bracketing comunque di rado uso RR sopra 1-1,5x. Io d'abitudine imposto ISO400, sia perché mi dà un po' più margine di manovra con gli altri valori, sia perché nel risultato finale non ho notato chissà che differenza con ISO100. Se necessario però ormai col DeNoise AI non ho paura di spingermi più su. ^_^ |
| inviato il 09 Luglio 2024 ore 13:17
Proprio per i Denoise odierni trovavo 400 ISO molto prudente. Io vedo che fino a 2000/2500 con la G80 grossi problemi non ce ne sono. Comunque 62 scatti con pause di 1"/2'' tra gli scatti significano che il soggetto deve restare immobile per almeno 1' e mezzo. Vero che coleotteri tipo la Crisolina americana o la Cetoniella in sbornia di polline si muovono proprio poco |
| inviato il 09 Luglio 2024 ore 14:37
Aggiungi anche alcune pause per controllare da display come sta andando la sequenza o interruzioni forzate da brevi raffiche di vento che vanno e vengono. Il tempo a disposizione dipende dalll'insetto ma anche dalle condizioni ambientali. In questo periodo ci sono 20 gradi già all'alba e il sonno di tanti è molto più leggero rispetto ad esempio alle fresche mattine di primavera. Se il soggetto merita, faccio più tentativi, altrimenti se il tizio non collabora ormai ho l'esperienza per comprendere quando è meglio lasciar perdere subito e cercare qualcos'altro. |
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