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Pieris brassicae...

Pieris brassicae

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Pieris brassicae inviata il 15 Maggio 2024 ore 18:40 da MarcoCoppola. 29 commenti, 225 visite. [retina]

, 1/40 f/16.0, ISO 100, treppiede.

La Pieris brassicae è un Lepidottero appartenente alla famiglia Pieridae, è stato descritto per la prima volta nel 1758 dal naturalista svedese Linné. Questa specie compie tre generazioni all'anno che si susseguono dalla primavera all'autunno; se il se il clima è mite può verificarsi anche una quarta generazione. Il suo ciclo vitale inizia durante le fresche giornate primaverili quando le farfalle, dopo aver trascorso tutto l'inverno nella crisalide, nascono e iniziano una nuova vita alla ricerca dei loro simili per accoppiarsi, devono farlo in fretta perché possono vivere solo 2 settimane. Il giorno dopo l'accoppiamento le femmine depongono fino a 300 uova in gruppi da 50 a 100 sulla pagina inferiore delle foglie sulle piante di cui i bruchi si nutrono, varie specie appartenenti alla famiglia Brassicaceae, soprattutto cavoli e broccoli. Il nome scientifico di questa specie deriva proprio da quello del cavolo, Brassica oleracea. Questa è una fase molto faticosa per le femmine, che muoiono poco tempo dopo; ad alcuni può sembrare una vita breve ma va ricordato che l'unico scopo delle farfalle è accoppiarsi per dare vita alla generazione successiva. Le uova hanno una forma ovale e misurano circa 1,5 mm; sono ricoperte da una sostanza appiccicosa che consente loro di rimanere attaccate alle foglie, si riconoscono facilmente grazie alla loro colorazione gialla ma poche ore prima della schiusa diventano quasi trasparenti lasciando intravedere il colore del bruco. Dopo circa 15 giorni avviene la schiusa, i piccoli bruchi rompono la parte superiore dell'uovo ed escono all'esterno. Misurano 4 mm, hanno una colorazione giallo chiaro con la testa nera e sono ricoperti da corti ciuffi di peli, appena nati mangiano i resti del loro uovo che contengono vitamine e sostanze nutritive. Ai lati della testa hanno 6 piccoli occhi che permettono di percepire i colori della vegetazione, il cambiamento del tempo e l'alternarsi del giorno e della notte. L'apparato boccale è di tipo masticatore, composto da due forti mandibole che possono triturare anche le foglie più spesse; ai lati delle mandibole ci sono due piccole antenne che sono degli importanti recettori olfattivi. Possiedono 3 paia di piccole zampe vicino al torace e 5 paia di false zampe lungo l'addome, esse sono formate da tante piccole unghie che permettono ai bruchi di arrampicarsi meglio sulle piante. Ai lati del corpo si possono osservare gli spiracoli tracheali, degli organi dalla forma ovale collegati alle trachee, indispensabili per la respirazione. I bruchi trascorrono tutta la loro vita sulle piante nutrici mangiando abbondantemente, crescono in circa un mese ed effettuano 6 mute, durante le quali cambiano lo strato superficiale della pelle, chiamato cuticola. Il giorno prima di ogni muta, smettono di mangiare e rimangono fermi sulla pianta, è una fase molto faticosa per loro, che devono ricominciare subito a mangiare per recuperare le forze. A differenza di altre specie, dopo la nascita non si allontanano ma rimangono sempre in gruppo fino alla quarta muta. Pochi giorni dopo la nascita avviene la prima muta, le dimensioni iniziano lentamente ad aumentare, al colore giallo si aggiungono tonalità verdi e sul dorso compaiono delle piccole macchie nere. Con la seconda muta le macchie nere diventano più grandi e lungo il dorso si sviluppa una lunga e sottile striscia gialla. Nelle successive due mute non ci sono cambiamenti della colorazione ma solo un aumento delle dimensioni. Infine con la quinta muta la testa cambia colore passando dal nero al bianco, con tonalità azzurre. Ai lati e al centro della testa, in corrispondenza degli occhi, ci sono due macchie nere dalla forma allungata, che spesso vengono confuse dagli inesperti per due soli grandi occhi. I bruchi si muovono continuamente e mangiano molto fino a raggiungere i 4 cm di lunghezza. Nei giorni precedenti alla metamorfosi smettono di mangiare ed espellono un liquido semitrasparente di colore verde. Poi vanno alla ricerca di un posatoio adatto dove compiere la metamorfosi, di solito un rametto, uno stelo d'erba o anche le stesse piante nutrici. Dopo averlo trovato, per mantenersi aggrappati tessono lentamente sotto il loro corpo uno strato appiccicoso composto da filamenti di seta, poi, girando la testa a destra e a sinistra, tessono anche una resistente cintura protettiva che mantiene il dorso vicino al posatoio. I bruchi dei lepidotteri possiedono due ghiandole che producono la seta sotto forma di sostanza liquida, queste ghiandole hanno una forma allungata e terminano nel labbro inferiore dove si trova la filiera, che trasforma il liquido in in filamenti intrecciati. I filamenti di seta sono importantissimi perché consentono alle crisalidi di resistere alla pioggia e al vento forte dei mesi invernali; sono necessarie molte ore per la preparazione, dopo le quali finalmente i bruchi smettono di muoversi e iniziano la metamorfosi. Dopo circa 2 giorni arriva il momento della loro ultima muta, in circa 10 minuti con delle forti contrazioni si liberano della pelle, chiamata cuticola, facendo uscire al suo posto la crisalide. Anche in questa fase i filamenti di seta svolgono il loro importantissimo compito, se non sono abbastanza resistenti durante le contrazioni potrebbero rompersi, ferendo o uccidendo la crisalide. Quando la cuticola si è staccata le crisalidi smettono di muoversi e in circa 20 minuti si avvicinano al posatoio in quella che sarà la loro posizione fino alla nascita delle farfalle, sono ancora molto delicate ed è necessario circa un giorno affinché si induriscano. Le crisalidi misurano circa 2,5 cm e hanno una colorazione verde chiaro con tonalità gialle e macchie nere; anche se le farfalle non sono ancora sviluppate, osservando bene sono già visibili la forma degli occhi, delle antenne e della spirotromba. Come per tutti i lepidotteri il tempo della metamorfosi varia a seconda delle temperature, i bruchi che diventano adulti in estate compiono la metamorfosi in circa due settimane, gli esemplari che diventano adulti in autunno restano tutto l'inverno nella crisalide, pronti ad iniziare un nuovo ciclo in primavera. Nelle ore precedenti alla schiusa, la crisalidi diventano trasparenti facendo intravedere i colori delle farfalle. Appena nate, le farfalle hanno le ali raggrinzite piegate ai lati del corpo, impiegheranno circa 20 minuti per distenderle e iniziare a volare. Il loro corpo è ricoperto da corti peli bianchi, sulla testa ci sono due antenne che le consentono di orientarsi, e due grandi occhi composti formati da centinaia di piccole celle chiamate ommatidi, che catturano porzioni di immagini creando poi una visione unica. L'apparato boccale è formato dalla spirotromba che le consente di succhiare il nettare dei fiori, essendo molto lunga, è arrotolata sotto la testa e viene srotolata solo quando è il momento di nutrirsi. Possiedono 3 paia di zampe, ognuna delle quali ha all'estremità due piccoli uncini per aggrapparsi meglio alle piante. La pagina superiore delle ali è bianca, con una macchia marrone sulla punta delle ali anteriori; la pagina inferiore ha tonalità gialle, verdi e azzurre, con un contorno giallo scuro nelle ali posteriori. Le ali dei lepidotteri sono formate da piccolissime scaglie appiattite, che sono attaccate una vicino all'altra in appositi incavi nel tegumento. Ogni scaglia contiene i pigmenti che formano tante tonalità di colori. Altra interessante particolarità sono le vene, che dividono l'ala in tante zone, chiamate cellule. Queste venature hanno l'importantissimo compito di far scorrere l'emolinfa e grazie ad essa, le farfalle appena nate possono distendere le ali. Per questi motivi le ali sono molto delicate e non vanno mai toccate per non danneggiarle e causare la morte dell'esemplare, purtroppo possono rovinarsi anche durante il volo, oppure a causa del vento e della pioggia. Come per altri lepidotteri il dimorfismo sessuale è molto evidente. Le femmine hanno un'apertura alare che raggiunge i 6 cm, l'addome è gonfio per poter contenere le uova in attesa di essere fecondate. I maschi sono più piccoli con un'apertura alare che non supera i 5 cm, l'addome è più sottile e allungato. A differenza di altre specie, le diverse dimensioni dell'addome sono poco evidenti e non è facile osservarle da vicino in natura. Per distinguerli con certezza è importante osservare le ali, le femmine hanno due macchie marroni sulle ali anteriori e una sul bordo delle ali posteriori. La vita di questa specie, come quella di tutti i lepidotteri, è molto difficile e piena di pericoli. Gli uccelli insettivori riescono a catturare facilmente sia i bruchi che le farfalle per mangiarli o per nutrire i piccoli nel nido. Le mantidi, i ragni e alcune specie di cavallette appartenenti alla famiglia Tettigoniidae, si nascondono tra la vegetazione e tendono agguati ai bruchi. Possono attaccare anche le farfalle, di notte o all'alba, quando riposano tra la vegetazione in attesa delle ore soleggiate. I predatori più pericolosi per i bruchi sono alcune specie di imenotteri, in particolare l'Apanteles glomeratus. Le femmine, grazie al loro ovopositore, depongono alcune uova nei bruchi quando sono ancora giovani; da queste uova nascono delle piccolissime larve che iniziano a divorarli lentamente, lasciando gli organi vitali per ultimi in modo da non farli morire subito. Quando i bruchi stanno per compiere l'ultima muta e trasformarsi in crisalide le larve, ormai adulte, escono all'esterno bucando la pelle e compiono la metamorfosi vicino al corpo del bruco. La natura è capace di regolare alla perfezione l'equilibrio dell'ecosistema e i predatori naturali non sono una minaccia per la specie; anche questa volta il nemico peggiore è l'uomo, che sta avvelenando sempre di più l'ambiente con l'inquinamento e i pesticidi, causando la scomparsa di numerosi insetti in vaste zone. Come faccio sempre per concludere le didascalie, voglio raccontarvi il mio impegno per preservare questi animali e il loro habitat. Sono cresciuto a contatto con la natura e ho deciso di impegnarmi ancora di più per preservarla, essendo solo non ho potuto fare molto ma ho creato nel mio giardino un'oasi che ospita quasi tutti gli animali presenti dalle mie parti. Ci sono tante specie di piante e gli animali possono vivere al sicuro, hanno cibo, acqua e tanti posti in cui nascondersi e preparare la tana. Ogni anno allevo e curo da 1000 a 2000 animali, soprattutto varie specie di insetti. Allevare i lepidotteri richiede molta esperienza, per prima cosa è necessario conoscere l'ecosistema del posto e le tutte le specie che lo abitano, le loro abitudini e le piante di cui si nutrono, chiamate piante nutrici. Durante le mie quotidiane esplorazioni, dalla primavera fino all'autunno, osservo tutte le piante in cerca di uova e bruchi. Serve molto spazio per allevarli, io utilizzo i fauna box e ho modificato anche altri contenitori della giusta dimensione. Se trovare i bruchi può sembrare difficile, osservare le uova lo è ancora di più. Misurano 1 o 2 mm e devo stare molto attento, ogni specie preferisce deporle in modo diverso e in punti diversi delle piante, ad esempio sotto le foglie o sugli steli. Alcune specie le depongono a gruppi, anche centinaia su una sola foglia, altre invece una alla volta e altre ancora le lasciano cadere direttamente nel terreno, dove si mimetizzano grazie alla loro colorazione marrone. Dopo averle trovate le posiziono in piccoli contenitori che ho appositamente costruito, i fauna box hanno i fori per l'aria troppo grandi e i bruchi appena nati possono scappare. I bruchi più grandi invece sono al sicuro nei fauna box, con cibo fresco ogni giorno e qualche rametto come posatoio per la metamorfosi. Anche nel mio allevamento purtroppo qualcuno muore per cause naturali, ma con le giuste cure questo succede molto raramente. È importante allevare gli animali sempre all'esterno anche in inverno, se tenuti in casa le temperature più alte velocizzano il loro naturale ciclo di vita, nascono troppo presto e non possono resistere alle basse temperature, inoltre le farfalle hanno difficoltà a trovare il nettare perché tante piante non sono ancora fiorite. Proprio durante queste esplorazioni ho cominciato a sentire la necessità di documentare le scene di vita degli animali che incontravo, semplicemente per avere un loro ricordo da riguardare in momenti futuri, è nata così la mia passione per la fotografia. Da subito ho compreso che se volvevo osservare tutte le particolarità della natura, non dovevo esplorarla solo di giorno, ma soprattutto di notte. Nei mesi estivi è molto difficile osservare gli animali nelle ore diurne perché soffrono per il caldo e sono molto agitati, alcune specie restano nascoste tra la vegetazione in attesa dell'oscurità. Inoltre ci sono tante specie attive solo di notte, che di giorno riposano tra la vegetazione, sugli alberi o nel terreno. Ho a disposizione circa 7 mesi all'anno, dalla primavera all'autunno, con l'arrivo dell'inverno molte specie concludono il loro ciclo vitale ed altre vanno in letargo. In questi mesi, appena arriva il buio iniziano le mie avventure, percorro ogni notte dai 20 ai 30 km, con il vento o con la pioggia; ogni momento se ben sfruttato, con la dedizione e l'esperienza riserva incontri ravvicinati unici e indimenticabili. É un impegno continuo, poche notti al mese non sarebbero assolutamente sufficienti per osservare e fotografare le infinite bellezze della natura. Ora non faccio questo solo per avere un ricordo personale, sento che con le mie fotografie posso contribuire a far conoscere gli abitanti di questo mondo nascosto che purtroppo tanti ignorano o si impegnano a distruggere. La Pieris brassicae è stata una delle prime specie di lepidottero che ho iniziato ad allevare ormai molti anni fa. Nonostante l'abbondanza delle piante nutrici nelle campagne e nel mio orto, trovavo pochissimi bruchi e ancora meno erano le farfalle che vedevo volare. La causa della loro scomparsa erano i tanti pesticidi che gli agricoltori ignoranti spargevano nei loro terreni. Questa specie è molto odiata e viene spesso chiamata cavolaia, i bruchi nutrendosi di varie coltivazioni sono molto odiati e vengono uccisi in tanti modi. Oggi la situazione non è cambiata, gli ignoranti continuano a diffondere le sostanze dannose ma con il mio aiuto queste farfalle riescono a sopravvivere e a rioccupare il loro habitat. Piano piano sono aumentati di numero, adesso ogni anno almeno 600 bruchi crescono e compiono la metamorfosi al sicuro nel mio allevamento, e libero le farfalle in natura pronte ad accoppiarsi. Anche il cambiamento climatico causa problemi sempre più gravi alla natura di anno in anno, gli inverni sono miti e si passa dai continui temporali al caldo afoso per mesi. Le piante fioriscono prima, gli animali sono confusi e molte specie cercano di adattarsi cominciando in anticipo o in ritardo i loro cicli vitali annuali. Persone non esperte possono credere che i bruchi di questa farfalla causino enormi danni alle coltivazioni, in realtà l'unica traccia della loro presenza che si può trovare è qualche foglia morsicata. Ogni giorno, anche in inverno, controllo sempre con molta attenzione le foglie dei cavoli e dei broccoli alla ricerca di bruchi e uova; un ulteriore controllo lo faccio ogni volta che effettuo la raccolta. Quest'anno ho iniziato a trovare i primi bruchi ad aprile ma come ho detto prima il loro ciclo vitale si adatta al cambiamento climatico, lo scorso anno ho allevato 400 bruchi in pieno inverno. In un piovoso pomeriggio di inizio maggio sono nate 10 farfalle, non potevo uscire per fotografarle e liberarle, a causa del vento forte non sarebbero riuscite a volare. Ho preparato l'attrezzatura in casa usando come sfondo un telo nero e sono andato nell'orto a cercare un posatoio, i fiori di crisantemo campestre mi piacciono molto anche se alcuni erano rovinati dalle frequenti piogge. È stato difficile invogliare le farfalle a posarsi sul fiore, nonostante la pochissima luce molte hanno iniziato a volare e ho dovuto delicatamente riprenderle. Dopo circa un'ora sono riuscito a convincere un esemplare femmina a restare fermo per qualche decina di minuti. In questa foto la farfalla si sta pulendo gli occhi con le zampe anteriori, un particolare comportamento che ho già osservato altre volte con varie specie di lepidotteri. Alle 18 ho finito di fotografare, aveva smesso di piovere ma il vento era sempre troppo forte, ho posizionato il contenitore con le farfalle in un posto buio e ho preparato acqua e zucchero per nutrirle. In pochi minuti si sono avvicinate al piccolo recipiente infilando la loro spirotromba nella sostanza zuccherina, hanno gradito molto anche qualche pezzetto di frutta. Quando nascono le farfalle diurne e non è possibile liberarle subito, è importante posizionarle in un posto buio, altrimenti vedendo la luce inizieranno a volare nel contenitore stancandosi inutilmente e danneggiando le ali. Il mattino dopo al crepuscolo le nuvole erano sparite e il vento era leggero, prima dell'alba gli uccelli iniziavano a cinguettare alzandosi in volo dai nidi; per liberarle ho aspettato fino alle 10 in modo che il sole illuminasse bene il terreno e le piante. Nonostante il contenitore aperto, all'inizio le farfalle preferivano restare aggrappate ai posatoi ma dopo qualche minuto sono salite una alla volta prima sulla mia mano e poi hanno iniziato a volare. Durante la mia quotidiana passeggiata pomeridiana le ho incontrate di nuovo mentre volavano nel prato fermandosi sui fiori per raccogliere il nettare... Quest'anno sono in ritardo con le esplorazioni notturne, il meteo sta migliorando e spero di iniziare presto, anche se le temperature notturne rimangono troppo basse e molte specie non hanno ancora iniziato il loro ciclo vitale.



Vedi in alta risoluzione 32.7 MP  





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avatarsupporter
inviato il 15 Maggio 2024 ore 18:52

immagini e documentazioni al top
ciao, G-:-P

avatarsupporter
inviato il 15 Maggio 2024 ore 19:09

Ma quante cose ci insegni, caro Marco, pure che le farfalle si puliscono gli occhi con le zampe! Ti ammiro molto per il tuo impegno nel proteggere e conservare gli insetti e il loro habitat, oltre che per le grandi conoscenze che possiedi grazie all' esperienza diretta che hai maturato negli anni e ai tuoi approfonditi studi.
Complimenti anche per lo scatto perfetto!

avatarsupporter
inviato il 15 Maggio 2024 ore 19:14

Una miniera d'informazioni e una splendida farfalla perfettamente ritratta su un bellissimo fiore, bravissimo, complimenti

avatarsupporter
inviato il 15 Maggio 2024 ore 20:05

Bellissimo scatto macro ed un'interessantissima descrizione!!
ciao

avatarsupporter
inviato il 15 Maggio 2024 ore 20:40

Bellissima immagine, soggetto e spiegazione molto esauriente!
Complimenti, ciao, Alessandro

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2024 ore 21:05

Molto bella Marco, anche la posa mentre si pulisce gli occhi è molto interessante , bello il giallo posatoio.
Dovresti mettere qualche foto dei tuoi allevamenti, sarebbe interessante.
Complimenti per tutto. Ciao

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2024 ore 21:44

Vi ringrazio molto Giordano, Nadia, Marco, Bepi, Alessandro e Andrea per i bellissimi commenti.
Andrea all'inizio mi limitavo a fotografare solo gli animali ma ora un po' alla volta sto cercando di documentare anche quello che c'è dietro, ad esempio ora ho circa 700 crisalidi di Lasiocampa quercus e nei prossimi giorni devo capire come posizionarle per fotografarne almeno un centinaio insieme.
Tra poco riprenderò le esplorazioni notturne e non potrò dedicare molto tempo alla visione delle foto, cercherò di fare entrambe le cose e di pubblicare quando posso, poi piano piano sto anche cercando di organizzare le gallerie del sito suddivise per specie.
L'anno scorso purtroppo ho dovuto sospendere le pubblicazioni ad agosto perché dopo 5 mesi la stanchezza iniziava a farsi sentire e ho dato la priorità alle esplorazioni, ma questa estate voglio organizzarmi meglio.
Ciao

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2024 ore 22:02

Nadia, il particolare comportamento dei lepidotteri di pulirsi la testa con le zampe è molto frequente e serve ad affinare i sensi.
Ho notato che le falene tendono strofinarsi molto di più gli occhi rispetto alle farfalle diurne, perché la notte hanno bisogno di vedere meglio. Ciò spiega anche perché l'esemplare in foto di Pieris brassicae si pulisce gli occhi proprio mentre era in una stanza al buio.
Altra particolarità, alzando ancora di più le zampe puliscono anche i vari segmenti delle antenne togliendo le impurità e le sostanze che assimilando durante il volo, migliorando così il senso dell'olfatto e dell'orientamento.

avatarsenior
inviato il 15 Maggio 2024 ore 23:37

Splendida composizione!
Complimenti
Gionskj

avatarsenior
inviato il 16 Maggio 2024 ore 7:52

Splendido lavoro
Tanti complimenti

avatarsenior
inviato il 16 Maggio 2024 ore 8:33

Complimenti per lo scatto e per le conoscenze che hai maturato.
Ciao
ermanno

avatarsupporter
inviato il 16 Maggio 2024 ore 10:50

Marco, grazie per le ulteriori informazioni, sei proprio un grande esperto!;-)

avatarsenior
inviato il 16 Maggio 2024 ore 13:47

Splendido Scatto Macro dai Bellissimi Colori. Complimenti x Le Informazioni che Ci Racconti su i Tuoi Soggetti;-)
é un Piacere Leggerti
Ciao Max:-P

avatarsenior
inviato il 16 Maggio 2024 ore 16:23

Grazie ancora a tutti per i bellissimi commenti, sono molto contento che vi sia piaciuta anche la didascalia.
Ciao

avatarsenior
inviato il 16 Maggio 2024 ore 19:36

Molto bella. Buona serata

avatarsupporter
inviato il 16 Maggio 2024 ore 21:34

Bellissimo scatto di una splendida farfalla ben ripresa con ottimi dettagli e colori su uno stupendo posatoio,
sempre interessante ed esaustiva la didascalia, bravissimo!
Tanti complimenti Marco, ciao,
Mary

avatarsupporter
inviato il 16 Maggio 2024 ore 22:13

splendida macro ! Sorriso

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2024 ore 0:59

Grazie Daniele, Mary e Massimo per aver apprezzato Sorriso
Ciao

avatarsupporter
inviato il 18 Maggio 2024 ore 10:33

bravo Marco bella macro
ciao Gianfranco

avatarsupporter
inviato il 19 Maggio 2024 ore 17:56

Bellissima e dettagliata macro ... ottima la scelta dello sfondo scuro che enfatizza il soggetto... come sempre straordinarie le didascalie ... complimenti.




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