JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).
Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.
Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:
La Chrysodeixis chalcites è un lepidottero appartenente alla famiglia Noctuidae, compie 4 generazioni all'anno che si susseguono dalla primavera all'autunno. Le farfalle hanno abitudini crepuscolari e notturne quindi possono essere chiamate falene, il loro ciclo vitale inizia in primavera quando, dopo aver trascorso tutto l'inverno nella crisalide, nascono e iniziano una nuova vita alla ricerca dei loro simili per accoppiarsi, devono farlo in fretta perché possono vivere solo 15 giorni. Gli accoppiamenti avvengono di notte e dopo 24 ore le femmine depongono fino a 600 uova, dalla forma ovale di colore giallo chiaro, in piccoli gruppi sulle foglie o sugli steli delle numerose piante di cui i bruchi si nutrono: nel mio giardino li ho osservati mangiare foglie di basilico, menta, peperoni, pomodori, fagiolini. possono mangiare anche le foglie delle piante appartenenti alla famiglia Rosaceae. Dopo circa 10 giorni avviene la schiusa, i piccoli bruchi misurano 3 mm e hanno una colorazione verde chiaro con la testa marrone. Ai lati della testa hanno 5 piccoli occhi che permettono di percepire i colori della vegetazione, il cambiamento del tempo e l'alternarsi del giorno e della notte. Possiedono 3 paia di piccole zampe vicino al torace, ognuna delle quali termina con un piccolo uncino; ma differenza di altre specie di lepidotteri, che hanno 5 paia di false zampe e si muovono camminando, questi bruchi ne hanno solo 3 e si muovono piegando l'addome, ad uno occhio non esperto possono essere confusi per bruchi della famiglia Geometridae. Le false zampe sono formate da tante piccole unghie che consentono ai bruchi di arrampicarsi meglio sulle piante. Ai lati del corpo ci sono dei minuscoli spiracoli tracheali dalla forma ovale, indispensabili per la respirazione. Hanno abitudini sia diurne che notturne, trascorrono tutta la loro vita sulle piante nutrici mangiando abbondantemente, crescono in circa un mese ed effettuano 6 mute, durante le quali si liberano dello strato superficiale della pelle, chiamato cuticola. Anche la colorazione cambia, fino a diventare verde scuro con una striscia bianca e delle macchie nere ai lati del corpo. Con la quinta muta crescono fino a raggiungere i 4 cm, poi smettono di mangiare e vanno alla ricerca di un posto sicuro per compiere la metamorfosi, di solito sotto le foglie della stessa pianta nutrice. Tessono intorno a loro un resistente involucro protettivo di seta semitrasparente, dalla forma ovale lungo circa 3 cm. I bruchi dei lepidotteri possiedono un paio di ghiandole che producono la seta sotto forma di sostanza liquida, queste ghiandole hanno una forma allungata e terminano nel labbro inferiore dove si trova la filiera, che trasforma il liquido in in filamenti intrecciati. Dopo 2 giorni all'interno di quest'involucro, compiono l'ultima muta e si trasformano in crisalide, dalla colorazione marrone scuro. Come per tutti i lepidotteri, il tempo della metamorfosi varia a seconda delle temperature, nei mesi estivi le farfalle nascono dopo circa 2 settimane mentre in autunno trascorreranno tutto l'inverno nella crisalide e nasceranno la primavera successiva. Le falene possono vivere dai 15 ai 20 giorni, il loro corpo è ricoperto da folti peli marroni, sulla testa ci sono due antenne filiformi che le consentono di orientarsi, e due occhi composti formati da centinaia di piccole celle chiamate ommatidi, che catturano porzioni di immagini creando poi una visione unica. Possiedono 3 paia di zampe, ognuna delle quali ha all'estremità due piccoli uncini per aggrapparsi meglio alle piante. Sulle ali anteriori ci sono delle bellissime tonalità gialle, con due macchie bianche su ogni ala che sembrano dei grandi occhi, con lo scopo confondere i predatori, gli uccelli insettivori, i pipistrelli, le mantidi e i ragni. Il dimorfismo sessuale è difficile da osservare, i maschi hanno l'addome più allungato, le femmine sono leggermente più grandi dei maschi, con un'apertura alare che può raggiungere i 4 cm. Le ali dei lepidotteri sono formate da piccolissime scaglie appiattite, che sono attaccate una vicino all'altra in appositi incavi nel tegumento. Ogni scaglia contiene i pigmenti che formano tante tonalità di colori, nelle falene non sempre sono visibili perché hanno il corpo completamente ricoperto di peli. Altra interessante particolarità sono le vene, che dividono l'ala in tante zone, chiamate cellule. Queste venature hanno l'importantissimo compito di far scorrere l'emolinfa, che svolge le funzioni del nostro sangue e grazie ad essa le farfalle possono distendere le ali. Per questi motivi le ali sono molto delicate e non vanno mai toccate per non danneggiarle e causare la morte dell'esemplare, purtroppo possono rovinarsi anche durante il volo, oppure a causa del vento e della pioggia. Questa specie è considerata dannosa dagli agricoltori e spesso uccisa con insetticidi e trattamenti chimici, io sono sempre stato profondamente contrario a questi mezzi, che non solo uccidono gli insetti, ma sconvolgono anche il loro habitat. In estate e in autunno trovo sempre i bruchi di questa specie sulle piante del mio orto e non ho mai notato danni alle colture se non qualche foglia morsicata, da amante della natura penso che anche loro devono vivere e nutrirsi, quindi come faccio sempre con tutti i lepidotteri li raccolgo per allevarli e preservare le specie. Sono cresciuto a contatto con la natura e ho deciso di impegnarmi ancora di più per preservarla, essendo solo non ho potuto fare molto ma ho creato nel mio giardino un'oasi che ospita quasi tutti gli animali presenti nella mia zona. Ci sono tante specie di piante e gli animali possono vivere al sicuro, hanno cibo, acqua e tanti posti in cui nascondersi e preparare la tana. Ogni anno allevo e curo da 1000 a 2000 animali, soprattutto numerose specie di insetti. Allevare i lepidotteri richiede molta esperienza, per prima cosa è necessario conoscere l'ecosistema del posto e le tutte le specie che lo abitano, le loro abitudini e le piante di cui si nutrono, chiamate piante nutrici. Ogni giorno esploro tutte le piante nutrici in cerca di bruchi e uova. Dalla primavera fino all'autunno questa operazione richiede molte ore perché tutte le specie continuano il loro ciclo vitale e ci sono tantissime piante diverse da osservare, in inverno invece pochissime specie riescono a sopravvivere quindi la ricerca è dedicata solo a poche piante. Serve molto spazio in cui allevare i bruchi, io utilizzo i fauna box e ho modificato anche altri contenitori della giusta dimensione. Se trovare i bruchi può sembrare difficile, osservare le uova lo è ancora di più. Misurano 1 o 2 mm e devo stare molto attento, ogni specie preferisce deporle in modo diverso e in punti diversi delle piante, ad esempio sotto le foglie o sugli steli. Alcune specie le depongono a gruppi, anche centinaia su una sola foglia, altre invece una alla volta e altre ancora le lasciano cadere direttamente nel terreno, dove si mimetizzano grazie alla loro colorazione marrone. Dopo averle trovate, le posiziono in piccoli contenitori che ho appositamente costruito, questo perché i fauna box hanno i fori per l'aria troppo grandi e i bruchi appena nati possono scappare. I bruchi più grandi invece sono al sicuro nei fauna box, con cibo fresco ogni giorno e qualche rametto come posatoio per la metamorfosi. Anche nel mio allevamento purtroppo qualcuno muore per cause naturali, ma con le giuste cure questo succede molto raramente. Era un'umida notte di fine agosto, riuscivo già a percepire nell'aria la fine dell'estate, nei giorni precedenti aveva piovuto, il terreno era ancora bagnato e c'era un leggero vento che muoveva continuamente la vegetazione. Finalmente il clima umido donava sollievo alla natura dopo 3 mesi di siccità continua, l'erba e le piante ricominciavano a crescere e in lontananza sentivo di nuovo il gracidare dei rospi. Alcune specie di lepidotteri stavano per concludere il loro ciclo vitale estivo mentre altre si preparavano ad affrontare l'autunno. Mentre stavo osservando i contenitori del mio allevamento ho visto questa falena appena nata, aveva le ali ancora raggrinzite e non riusciva ad aggrapparsi al posatoio. Mi sono fermato ad aspettare che distendesse le ali, poi sono riuscito delicatamente a posarla un una foglia di Mirabilis jalapa per fotografarla. lei è stata molto collaborativa, sono rimasto ad osservarla per circa mezz'ora riuscendo a fotografare solo durante i pochi attimi con assenza di vento. Poi mi sono allontanato per continuare l'esplorazione, era da poco passata la mezzanotte e mancavano ancora molte ore al sorgere del sole. Ogni momento se ben sfruttato, con la dedizione e l'esperienza riserva incontri ravvicinati unici e indimenticabili, avevo a disposizione meno di un mese per fotografare l'ultima generazione di alcune specie di lepidotteri, prima dell'autunno e delle temperature più basse.
Hai domande e curiosità su questa immagine? Vuoi chiedere qualcosa all'autore, dargli suggerimenti per migliorare, oppure complimentarti per una foto che ti ha colpito particolarmente?
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.
Ciao Marco, grazie a te ho la possibilità di conoscere per nome questa farfalla che ho in foto in archivio e che il suo bruco nel mio orto non ha mai creato problemi. Bellissima questa tua immagine e didascalia. Bravissimo, ciao.