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Miniera di Montevecchio...

Sardegna 5

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Miniera di Montevecchio inviata il 07 Dicembre 2023 ore 20:19 da Ignazio_Atzeni. 13 commenti, 208 visite. [retina]

, 1/30 f/22.0, ISO 200, mano libera.

Montevecchio è una località della Sardegna sud-occidentale, al confine tra i territori di Guspini ed Arbus. Tra la metà dell'Ottocento e la metà del Novecento è stato uno dei più importanti distretti minerari d'Europa e culla dell'industria mineraria italiana. Il toponimo è abituale dei luoghi minerari del continente europeo: la miniera è identificata con il nome di “monte”; Montevecchio significa quindi miniera vecchia. Il giacimento era noto già nella prima metà del Settecento, infatti fu sfruttato da Carlo Mandel, al tempo console di Svezia a Cagliari, e da altri piccoli concessionari, per rimanere poi abbandonato per 50 anni. Nel 1848 l'azionista sardo Giovanni Antonio Sanna ottenne la concessione per la coltivazione dei giacimenti di galena argentifera e blenda, intersecati da quarzo bianco, e fondò la Società della miniera di piombo argentifero detta di Montevecchio; seguirono le coltivazioni nei cantieri di Pozzo Sant'Antonio (allora San Giovanni) e la stazione Sciria. Nel 1874 e 1876 le concessioni delle miniere di Sciria e Piccalina vennero date con regio decreto alla Società La Nouvelle Arborese, per ritornare dieci anni dopo sotto il controllo della Montevecchio. Nel 1933 la Società venne acquistata dalla Montecatini e dalla Monteponi, prendendo il nome di Montevecchio Società Anonima Miniere. Nel 1939 si fuse con le società di San Gavino e Porto Marghera, diventando la Montevecchio S.I.P.Z., Società Italiana del Piombo e dello Zinco. Nel 1961, quest'ultima si unì alla Monteponi determinando la nascita della Monteponi e Montevecchio S.p.A. Nel 1965 acquistò le concessioni Gennamari, Crabulassu e Ingurtosu. Nel 1966 la Montecatini si fuse alla Edison, formando la Montedison e da qui iniziò il declino del settore minero-metallurgico. Negli anni successivi vennero chiusi progressivamente i diversi cantieri fino ad arrivare a una chiusura totale e definitiva nel 1991.



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avatarsupporter
inviato il 07 Dicembre 2023 ore 20:30

Bella ripresa corredata da un'interessante didascalia.
Complimenti!
Elisabetta

avatarsenior
inviato il 07 Dicembre 2023 ore 21:14

Questa scena da un lato mi ricorda il miraggio di un vantaggio economico per i residenti, dall'altro nutro la speranza che anche questo sito possa essere riconvertito come un grande serbatoio di accumulo di energia elettrica, come è già avvenuto sull'isola.
Vedremo.
Sempre preziosa la tua documentazione della terra di Sardegna.
Un caro saluto Ignazio.

avatarsupporter
inviato il 07 Dicembre 2023 ore 21:42

Caro Renato , per quanto riguarda il vantaggio economico per i residenti , questo articolo che riporto rivela una realtà dura e drammatica per questa gente :
Uno degli aspetti più significativi della Miniera di Montevecchio è la presenza degli alloggi per i lavoratori e le lavoratrici: gli operai potevano usufruire di piccoli appartamenti per la famiglia, bilocali con i servizi igienici in comune e senza acqua corrente né elettricità, mentre gli altri avevano posti letto dentro stanzoni comuni. Le condizioni di vita erano modeste e sempre durissime: si lavorava sin da bambini, già a quindici anni i ragazzi potevano essere mandati in galleria, e tutti venivano invitati a spendere il salario dentro il villaggio, dove, secondo quanto si legge nelle testimonianze dei minatori, il pane era più duro e anche più caro rispetto ai paesi vicini. Nel 1903 la miniera fu teatro di uno sciopero che coinvolse oltre 1500 persone e portò all'arresto di 18 operai; appena un anno dopo le rivendicazioni dei minatori si spostarono a Bugerru, vicino a Iglesias, e vennero represse con il sangue: l'esercito fece fuoco sui manifestanti uccidendone tre, in quella giornata che è divenuta tristemente famosa come l'eccidio di Buggerru.Quanto successo alla laveria di Montevecchio 150 anni a oggi è l'emblema delle drammatiche condizioni di vita e di sfruttamento del lavoro che caratterizzarono le miniere sarde fra la seconda metà dell'Ottocento e il Novecento, con particolare riguardo all'occupazione femminile e minorile. Fra il 1866 e il 1875, sotto la direzione di Giorgio Asproni junior, la miniera di piombo argentifero di Montevecchio, un giacimento di circa milleduecento ettari concessi all'imprenditore sassarese Giovanni Antonio Sanna fra i territori di Guspini e Arbus, con i suoi millecento addetti era la più grande del regno. Vi lavoravano i minatori e gli operai specializzati che provenivano in gran parte dal Piemonte e dalla Lombardia, mentre alle maestranze sarde spettavano per lo più le mansioni di manovalanza e lavoro grossolano per gli uomini e quelle di cernita e lavaggio per i fanciulli e per le donne. La notte del 4 maggio 1871, alcune di loro, mentre riposavano in una sorta di baracca adibita a dormitorio, al termine dell'ennesima estenuante giornata lavorativa, vennero uccise da un fiume d'acqua e detriti scaturito dal crollo di una cisterna. Le vittime furono 11. La maggior parte di loro aveva meno di 15 anni. Si tratta di una delle più grandi tragedie del lavoro femminile isolano che tuttavia è ancora sconosciuta ai più.

Montevecchio è oggi un museo a cielo aperto, testimonianza di un'intensa attività mineraria che per oltre 150 anni è stata protagonista assoluta della vita e dell'economia di questo territorio. Ma custodisce anche la voce, l'anima e la memoria delle migliaia di bambini e bambine, donne e uomini che qui hanno vissuto e lavorato in condizioni durissime, inseguendo il sogno di una vita migliore.
Ora regna l' abbandono totale , nessuna iniziativa per ricordare il sacrificio di coloro che hanno lavorato in miniera . Visitare quest siti , conoscendo la loro storia , mette tristezza !!!


Grazie 1000 Renato , grazie 1000 Elisabetta per il gradito apprezzamento :-P
Un saluto

avatarsenior
inviato il 07 Dicembre 2023 ore 21:45

Ancora buona serata.
Evviva la Sardegna

avatarsupporter
inviato il 07 Dicembre 2023 ore 21:46

Buona serata anche a te Sorriso

avatarjunior
inviato il 08 Dicembre 2023 ore 7:32

Buongiorno Ignazio, questa mattina mi sono svegliato con un caffè, una tua splendida foto di reportage e un tuo racconto della tua splendida terra, che c'è di meglio? Un apprezzamento anche all' attrezzatura, che, come sai, adoro, in particolar modo il 20mm AFD F2,8. Sta in un taschino, pesa nulla e se lo chiudi un poco è ancora al top. Ciao, Davide.

avatarsupporter
inviato il 08 Dicembre 2023 ore 15:38

Ciao Davide , ti ringrazio tanto per il gentile e gradito apprezzamento :-P Ancora porto con me la mitica d90 ed il 20 mm 2.8 , è stata la mia prima reflex digitale e mi regala sempre grandi soddisfazioni Sorriso
Un saluto

avatarsupporter
inviato il 08 Dicembre 2023 ore 16:22

............... vedere con i tuoi occhi la Sardegna e meraviglioso .....evviva te e la Sardegna ....................

avatarsupporter
inviato il 08 Dicembre 2023 ore 18:50

Immagine molto bella ed interessante la didascalia, ottimo scatto documento.
Tanti complimenti Ignazio, ciao,
Mary

avatarsupporter
inviato il 09 Dicembre 2023 ore 21:41

Grazie 1000 Raimondo , grazie 1000 Mary :-P
Un saluto

avatarsupporter
inviato il 10 Dicembre 2023 ore 17:51

Complimenti Ignazio,
bellissima immagine-documento.
Ciao e buona serata,
Paolo

avatarsupporter
inviato il 10 Dicembre 2023 ore 20:58

Grazie 1000 Paolo :-P
Un saluto

avatarsupporter
inviato il 16 Febbraio 2024 ore 3:19

Bel posto e bellissimo scatto.


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