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Amico fidato inviata il 17 Aprile 2023 ore 7:45 da Viola81. 20 commenti, 592 visite. Fotografia scansionata. Sul retro "Ricordo di un Amico fidato"- Terzo Reggimento Alpini, Battaglione "Fenestrelle". Uno dei motti era "Fortitude et vigilantia". Gli alpini del "Fenestrelle" unitamente a quelli dell'"Exilles" si alternavano per turni di guardia di 3 mesi alla batteria dello Chaberton sino all'istituzione della G.A.F.. Tutte le foto presenti in questa galleria sono di Viola81 e non possono essere utilizzate senza il consenso dell'autore.
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Tornano in mente le parole di Buzzati: "Finalmente Drogo capì e un lento brivido gli camminò nella schiena. Era l'acqua, era, una lontana cascata scrosciante giù per gli apicchi delle rupi vicine. Il vento che faceva oscillare il lunghissimo getto, il misterioso gioco degli echi, il diverso suono delle pietre percosse ne facevano una voce umana, la quale parlava parlava: parole della nostra vita, che si era sempre a un filo dal capire e invece mai. Non era dunque il soldato che canterellava, non un uomo sensibile al freddo, alle punizioni e all'amore, ma la montagna ostile. Che triste sbaglio, pensò Drogo, forse tutto è così, crediamo che attorno ci siano creature simili a noi e invece non c'è che gelo, pietre che parlano una lingua straniera…"
Sai, anch'io davanti ad alcune fotografie ho pensato al "Deserto dei Tartari" per il senso di attesa e di solitudine che ho percepito. Guarda, non so esattamente in quale presidio sia stata scattata questa fotografia, ma durante le ricerche, ho letto che la batteria dello Chaberton, a differenza di altre fortificazioni di alta quota, fu costantemente presidiata, tranne nel periodo 1915-18 e in quello immediatamente successivo. D'inverno era sorvegliata da un plotone di trenta alpini al comando di un tenente, tratto a rotazione mensile dai battaglioni Fenestrelle ed Exilles del 3° Reggimento: nella bella stagione il presidio era costituito in massima parte dagli artiglieri al servizio dei pezzi. Il fratello di mio nonno, purtroppo, morì prima del 1940, ancora molto giovane e non vide la disfatta. A differenza del libro di Buzzati, in cui i nemici sembrano non arrivare mai, qui alla fine arrivarono davvero e distrussero la fortificazione.
Cito da un sito internet:
“ Nella breve Guerra delle Alpi del giugno 1940, nonostante fosse ormai inadeguato per concezione tecnica, lo Chaberton venne chiamato a sostenere il suo compito. I Francesi, che da anni avevano ritenuto la fortificazione italiana alla stregua di una reale minaccia, avevano preparato con cura la risposta da rivelare al momento opportuno. Appena iniziate le ostilità, mascherarono abilmente nel vallone di Cervierès due batterie di potenti mortai da 280 mm, i soli in grado di colpire, grazie alla loro traiettoria fortemente parabolica, un obiettivo posto ad altitudine così elevata. Nel pomeriggio del 21 giugno, mentre si scatenava l'offensiva italiana sul Monginevro, fu sufficiente una breve schiarita nella nebbia per consentire al tiro di queste artiglierie di ridurre all'impotenza quello che era stato il vanto del Genio militare italiano. La difesa degli artiglieri italiani fu esemplare e coraggiosa, ma non diede risultati apprezzabili, in quanto non si riuscì a localizzare la provenienza delle granate avversarie. A sera il dramma dello Chaberton apparve in tutta la sua evidenza: in una sola giornata di fuoco avversario erano deceduti nove uomini, fra ustionati e feriti se ne contavano altri cinquanta, sei cannoni erano completamente fuori uso, la teleferica distrutta e tutti i collegamenti interrotti. L'armistizio del 24 giugno pose fine al bombardamento francese. Abbandonata completamente dopo l'8 settembre 1943, la batteria fu nuovamente occupata da reparti della Folgore della R.S.I. nell'autunno del 1944, in coincidenza con l'avanzata delle truppe alleate nella Valle della Durance. Le severe clausole del Trattato di Pace del 1947 assegnarono i ruderi della fortificazione e una cospicua parte del monte Chaberton alla sovranità francese come riparazione di un'assurda guerra: la storia del più famoso forte si concluse nell'estate di dieci anni dopo, quando, per l'ultima volta salirono sulla vetta gli operai di una ditta di Cesana con il compito di smantellare totalmente le casematte e i relitti arrugginiti delle bocche da fuoco. Rimasero solo più i ruderi delle otto torri, sempre più degradati, a testimoniare l'esistenza di quello che era stato, nei primi anni del nostro secolo, il forte più alto d'Europa ..." „
@ Marisa Grazie Marisa, sì, erano ragazzi fieri e motivati, ma a guardare alcuni disegni erotici molto espliciti tra le pagine dei libretti dei canti alpini, a mio modesto parere, pensavano più alle "ragazze" che alla Patria!
@Claudio
Grazie Claudio! Sì! Cmq sto selezionando quelle più significative dal mio punto di vista. Ho trovato anche dei negativi, che vorrei recuperare, ma sono in pessime condizioni purtroppo!
Anche questo è un bellissimo documento, Viola, ma permettimi: chapeau a Michele per la citazione da "Il deserto dei Tartari" di Dino Buzzati, uno degli scrittori contemporanei che mi ha più affascinato e influenzato!
Alberto, ti ringrazio , ma il merito va soprattutto al fotografo e a Buzzati (anche per me, uno degli autori preferiti), nonché alla potenza di Internet: basta ricordare qualche parola di un certo brano, e la citazione completa è servita. Ah, non dimentichiamoci Viola che, seriamente, ha saputo riconoscere il valore, anche fotografico, di questi scatti. Buona giornata a tutti Michele
Mi colpisce e la trovo bellissima, forse un'istantanea presa sul momento; il 'peso' degli anni ne accresce il valore e la rende degna di un libro di storia, immagine che trascende l'istante e nella nostra mente odierna racconta una storia, personale, universale
Mi associo agli amici nei complimenti tutti, e comunque, rimane un documento personale/universale, così come sottolineato dall'amico Fabio, di straordinario interesse e valore. Salutoni
Sì, come forse avrete letto, le ho trovate personalmente durante dei lavori di ristrutturazione nella cantina della casa dei miei nonni. Purtroppo molte sono state rovinate dall'umidità e dai topi... E pensare che in famiglia non interessavano a nessuno... Per me invece sono davvero ricordi e documenti preziosi da conservare e valorizzare Vi ringrazio molto! Buon pomeriggio!