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Dal sito museoscienza.org : "Questa tuta è uno degli oggetti storici più interessanti della storia dell'astronautica, rarissima testimonianza del progetto sovietico destinato a portare l'uomo sulla Luna.
Come gli americani, negli anni Sessanta anche i sovietici sono impegnati attivamente nello sviluppo delle tecnologie e delle conoscenze indispensabili per riuscire a compiere questa incredibile missione. Ma il lanciatore destinato a vincere la gravità terrestre e raggiungere la Luna, il colossale N1, fallisce i collaudi. Il 20 luglio 1969 i sovietici vengono preceduti dagli americani che raggiungono per primi la Luna. Resteranno i soli in grado di farlo e lo faranno altre cinque volte.
Da questo momento il progetto sovietico viene abbandonato e, per quasi 50 anni, viene addirittura negata la sua stessa esistenza; molti materiali vengono nascosti o addirittura distrutti. Questa tuta, sopravvissuta, è il segno tangibile dell'esistenza di quel progetto. Avrebbe dovuto essere indossata dai primi “conquistatori” lunari nell'esplorazione della superficie del nostro satellite. Il suo aspetto ricorda non poco quello delle tute da palombaro e non è difficile immaginare che proprio dall'esperienza acquisita nell'esplorazione dei fondali marini, ambienti ostili quanto la Luna, siano partiti gli ingegneri sovietici per capire come realizzare la loro tuta lunare."
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Grazie. Temevo che il taglio del soggetto non piacesse, ma volevo concentrare lo sguardo sulla strana scelta di creare un involucro metallico, presumo nel quale immergersi dal retro.
Non è il primo reperto spaziale sovietico che vedo. Ogni volta provo un'emozione difficile da descrivere: una sensazione come di arcaico, primordiale, estremamente artigianale. Materiali più da film di fantascienza che reali. Equipaggiamenti che cercavano di proteggere gli astronauti in modo antico, un vago senso di inadeguatezza, la percezione dell'ambiente estremamente ostile che dovevano affrontare quegli esseri umani, non so se hai provato anche tu le stesse emozioni, un saluto Pierluigi
Hai descritto bene l'emozione che ho provato anche io. Unita al rispetto per gente che (pur non avendolo fatto in questo caso) avrebbe osato tanto, ovvero esporsi al rischio con la protezione di una cosa del tutto nuova e di dubbia affidabilità.