JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).
Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.
Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:
Il gran consiglio ha convocato tutte le tribu' Iliensi sotto la montagna sacra, Imgur era arrivato con i guerrieri del lontano villaggio di Ot-res, in tanti si erano radunati ai piedi del pinnacolo ma fra gli accampamenti non risuonavano canti, tutti erano muti e i visi seri e corrucciati mentre l'aria, che spirava dalla grande montagna bianca, tagliava il viso come la lama di un coltello, il motivo della convocazione era molto grave la sciagura si stava per abbattere sui popoli iliensi, le pianure si stavano riempiendo di eserciti e il mare continuava a vomitarne ancora, sembrava che tutti i popoli malvagi si fossero dati appuntamento nell'antica terra degli Shardana, si dirigevano verso le montagne oscurando la terra al loro passaggio seminando morte e sciagura sui popoli delle coste delle pianure e delle colline, iniziava così la lotta e la resistenza del popolo sardo contro gli invasori venuti dal mare. Sono passati tanti anni da quando gli invincibili guerrieri Shardana difendevano questa terra, purtroppo una grande catastrofe li aveva decimati e vinti, piogge torrenziali e un'ondata gigantesca si era abbattuta sull'antico popolo sterminandolo, malattie e pestilenze avevano completato l'opera. Dopo di loro solo i popoli delle montagne resistettero, saranno molti secoli di terrore e lotte, ma le montagne hanno sempre fermato le orde degli invasori e mai siamo stati vinti del tutto. E non abbiamo mai dimenticato chi eravamo perché noi non dimenticheremo mai e non perdoneremo mai. ----------------------- Riporto sotto un'interessante articolo di Giorgio Valdès --- Perda Liana è una tipica formazione rocciosa situata a 1293 m slm, è una delle principali curiosità morfologiche della Sardegna. Secondo quanto si legge sul sito istituzionale “Sardegna Ambiente”, è chiamata taccu o tònneri nel dialetto locale, e costituisce in Ogliastra il più importante testimone d'erosione dell'antica copertura calcarea del Giurese e del suo substrato. Ha un profilo composito: in alto, un maestoso torrione cilindrico calcareo-dolomitico, le cui pareti sub-verticali appaiono suddivise in regolari blocchi prismatici per la disposizione ortogonale delle linee di frattura (h 50 m, diametro 100 m); alla base, una formazione tronco-conica conglomeratico-arenacea, termine inferiore della serie mesozoica, si sovrappone al basamento, costituito dallo zoccolo compatto degli scisti paleozoici (1100-1190 m slm). Perda Liana è inserita in un contesto paesistico dei più straordinari e selvaggi ed è un punto di riferimento visibile a grande distanza. In merito a questo monumento naturale sono interessanti le considerazioni espresse da Salvatore Dedola su “Sentiero Italia-Sardegna”, da cui è stato tratto questo brano: “La trascrizione cartografica Perda 'e Liana è un ipercorrettismo di Perda Iliana, cui attribuiamo inequivocabilmente il significato di 'Rupe degli Iliensi', e l'Angius sarebbe d'accordo, giusto quanto scrisse a proposito della rupe. Stava proprio qua, infatti, l'epicentro dell'immenso spazio occupato dalla più numerosa delle tre grandi tribù nuragiche.“Vuolsi per antica tradizione che sotto questa rupe i popoli iliesi, celebri nella storia romana per la eterna guerra sostenuta contro i dominatori dell'isola, Cartaginesi e Romani, e per la mantenuta libertà, tenessero quivi le loro assemblee su le cose comuni. Questi iliesi furono discendenza de' pelasghi d'Ilio, che dopo la rovina di Troja, posero in Sardegna le loro sedi… ”. L'alta rupe è visibile dall'Arcu Corru 'e Boi attraverso uno strettissimo corridoio panoramico che corre lungo la grande vallata di Villanova Strisàili. L'originale forma cilindrica (quasi una tozza colonna), si contrappone formalmente all' “arco lunare” di Corru 'e Boi, creando il classico binomio Dio fecondante-Dea fecondata (ossia: la colonna-fallo che rappresenta l'elemento maschile, la falce lunare che rappresenta la Dea Madre). I nostri padri, che disseminarono di migliaia di menhirs l'intera Sardegna, avevano in Perda Iliana l'unico vero Grande Totem naturale, in dialogo permanente con la falce lunata di Correboi, reciprocamente divisi-uniti da vallate ricchissime d'acque perenni. Sulla piccola spianata di Perda Iliana stava un nuraghe, come attesta autorevolmente Alberto La Marmora. La sua funzione come abitazione o come torre difensiva era perfettamente inutile e fuori posto, visto che la rupe è accessibile soltanto da alpinisti attrezzati o con lunghe scale posticce. Molto più che a Gorropu, questo nuraghe non era altro che un segno mistico, un prolungamento verso il cielo della sacra virga rappresentata dalla rupe colonnare d'Iliana. ------------------ infine alcuni cenni sugli Iliensi -------- Gli Iliensi erano un'antica popolazione nuragica che abitava, in epoca nuragica (II millennio a.C.), nella Sardegna centro-meridionale, poi rifugiatasi nell'entroterra durante la dominazione cartaginese e romana in una zona compresa tra i monti del Limbara, il Goceano e i Monti di Alà e l'Ogliastra. -Età del bronzo- In periodo nuragico il loro territorio si estendeva dalla piana del Campidano (chiamata in antichità Piana Iolea) fino al fiume Tirso a nord dove iniziava il territorio dei Balari e dove è stata ritrovata l'iscrizione in caratteri latini "ILI-IUR-IN-NVRAC-SESSAR; Eduardo Blasco Ferrer mette in relazione il loro etnonimo con la radice Iberica *ili-, "insediamento". Erano probabilmente suddivisi in circa 40 tribù, ognuna retta da un re o capo tribù. Questi risiedevano nei nuraghi più complessi, detti "polilobati", come Su Nuraxi di Barumini. Secondo l'archeologo Giovanni Ugas gli Iliensi erano la più importante popolazione della Sardegna nuragica e sono forse da ricollegare con il popolo del mare degli Shardana, ampiamente citato nelle antiche fonti egizie. -Età del ferro- Nell'età del ferro (900 a.C. circa), a seguito di sconvolgimenti sociali, in Sardegna venne introdotto un nuovo tipo di organizzazione politica, non più "monarchica" (capi tribù), ma che ruotava intorno al parlamento del villaggio, nel quale un'assemblea composta dagli anziani e dalle persone più influenti, si riuniva per discutere sulle questioni più importanti e sulla giustizia. -Dominazione punico-romana- Come testimoniato dalle fonti antiche, sin dal VI secolo a.C. questa popolazione si oppose fieramente alla dominazione cartaginese. Dopo la fine della prima guerra punica, nel 238 a.C. i romani occuparono le principali fortezze puniche della Sardegna, ma le popolazioni dell'interno si opposero duramente anche ai nuovi invasori. Nel 227 a.C., Sardegna e Corsica divennero la seconda provincia romana (la prima era la Sicilia). Lo scoppio della seconda guerra punica e le vittorie di Annibale provocarono nuovi fermenti di ribellione in Sardegna dove, dopo la disfatta romana nella battaglia di Canne, il proprietario terriero e militare sardo-punico Ampsicora, aiutato dai Cartaginesi e dagli Iliensi, organizzò una nuova rivolta. Nel 215 a.C. i ribelli furono sconfitti e massacrati nella battaglia di Decimomannu da Tito Manlio Torquato e così Cartagine perse definitivamente l'isola. Nel periodo romano gli Iliensi e i Balari continuarono a resistere e così nel 177 a.C. il console Tiberio Sempronio Gracco mise in atto una dura repressione che portò all'uccisione e alla riduzione in schiavitù di circa 80.000 sardi. Gli Iliensi, comunque, non si piegarono mai e con l'età imperiale e l'inizio di una fase di maggior penetrazione romana nell'isola, si rifugiarono nei monti della Barbagia (Barbaria) e in quelli dell'Ogliastra. -Alto medioevo- L'entroterra e le sue popolazioni rimasero delle spine nel fianco anche per i Vandali che, dopo aver conquistato Cartagine, nel 456 occuparono le città costiere dell'isola, senza però riuscire ad espugnare quell'area. Ed ebbero difficoltà anche i bizantini, imponendo facilmente il loro dominio sull'isola, tranne che nei territori di Iliensi e Balari, le cui incursioni cessarono solo nel 594, quando uno dei loro più importanti capi, il cattolico Ospitone, fu convinto da papa Gregorio I (San Gregorio Magno) a fare la pace con i bizantini e far predicare il Cristianesimo tra la sua gente.
Hai domande e curiosità su questa immagine? Vuoi chiedere qualcosa all'autore, dargli suggerimenti per migliorare, oppure complimentarti per una foto che ti ha colpito particolarmente?
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.
Bellissima foto di grande impatto, per quanto riguarda la didascalia praticamente una tesi di laurea in storia della Sardegna, molto interessantec'è voluto un pò ma ce l'ho fattabellissimo e interessante lavoro, complimenti te saludi ciao gino
Bellissima immagine. E bellissima ed interessantissima didascalia che ho letto con vero piacere tutta d'un fiato. Non conoscevo pressoché nulla di questo luogo, se non il nome, la posizione sulla mappa e qualcosa sui paesi vicini. Ho sempre avuto il grande desiderio di visitarlo personalmente il prima possibile, ma ora, dopo aver appreso di quanta storia e simbolismo è intriso, lo desidero ancora di più. Spero di poter realizzare presto questo mio piccolo "pellegrinaggio" cosi da poter sentire di persona le emozioni che questa foto e queste parole mi hanno trasmesso. Grazie per la splendida proposta. Un carissimo saluto!
Ho guardato la bella immagine proposta dai toni forti ,dal richiamo antico e letto con interesse questo racconto di storia tra storia e leggenda. Coinvolgente la tua ricerca. Ciao Alessandro
Me ne parlò, una decina d'anni or sono, un professore dell'Università di Cagliari che incontravo per motivi di lavoro; non era la sua materia (tutt'altro) ma era certamente - Sardo - e ben legato alla sua terra. La tua didascalia supera ampiamente le informazioni avute allora, è splendida, ben composta ed articolata nei suoi passaggi e, se mi permetti, ancora più apprezzabile della pur ottima fotografia. Bravo Giuseppe, i complimenti ti sono dovuti, buona giornata. Paolo
Bellissimo e ben contrastato bn, che riprende questa maestoso torrione, mi piace anche la luce e apprezzo la definizione dell'immagine, complimenti Giuseppe, ci fai conoscere realtà molto belle e significative viste con il tuo occhio attento! Un saluto Agata
Ciao Giuseppe, innanzitutto ti faccio tanti complimenti per la grande didascalia che hai scritto l'ho trovata bella ed interessante. Per l'immagine, mette bellezza alla visione per la bellissima composizione e la particolarità montana ripresa abbinata ad un particolare innevamento, il tutto impreziosito da un'elegante viraggio del colore. Tanto di cappello, CIAO, buona nottata