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Dolce e decisa a un tempo, la raffigurazione dell'Angelo, per mano di un giovanissimo Raffaello, rappresenta un frammento che doveva far parte di una più ampia pala d'altare, raffigurante l'Incoronazione di San Nicola da Tolentino.
Un etereo cherubino, che vive di luce propria, assorto in una contemplazione fiabesca, quasi impassibile. A tradire i suoi sentimenti sono le gote appena arrossate, che incorniciate dai capelli color dell'oro e dal manto rosso, restituiscono un gioco di contrasti cromatici armoniosamente bilanciati, oltre ad un'esattezza nelle partiture architettoniche e ad una raffinatezza dell'insieme che rivela, fin dai suoi esordi, il tocco del genio.
Nel 1821 il dipinto si trovava sul mercato antiquario fiorentino descritto come “Ritratto di giovane” ed era già attribuito a Raffaello. Paolo Tosio grazie all'interessamento di Teodoro Lechi riuscì ad acquistarlo con il certificato di autenticità dell'Accademia fiorentina. Con il Cristo benedicente, l'altra opera di Raffaello già nelle collezioni del conte Tosio, il “Ritratto di giovane” divenne una delle opere più celebrate fra gli intenditori bresciani, e non solo.
Ma perché il piccolo quadro veniva descritto come “Ritratto di giovane”?
Noi oggi lo identifichiamo come un Angelo, anche se frammentario. Il bel volto leggermente reclinato, il profilo regolare, i capelli a boccoli descritti a punta di pennello appartengono, come si vede, a un angelo del quale si scorgono l'attacco delle ali, elemento identificante, parte delle vesti, la bianca tunica bordata di nero e filettata in oro, un morbido fisciù, il grande drappo rosso appoggiato sulla spalla. Probabilmente, per poter vendere il dipinto come opera “autonoma”, tutte le parti che denunciavano il suo stato di frammento erano state ricoperte con uno strato di spessa vernice scura.
Così fu acquistata da Tosio e, alla metà del secolo, entrò nelle collezioni civiche con tutte le altre opere da lui donate alla città, fino a quando nel 1912 Oskar Fischel, profondo conoscitore di Raffaello, con un'intuizione geniale individuò nel “Ritratto di giovane” il volto del primo angelo a sinistra della grande pala con L'incoronazione di San Nicola da Tolentinodipinta per la chiesa di Sant'Agostino a Città di Castello. Immediatamente, il dipinto fu sottoposto a restauro e la rimozione della vernice nera dal fondo rivelò la presenza dell'ala e di altri elementi pertinenti alla composizione originaria.
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Si, l'ho trovato proprio bello il dipinto all'incirca 35 cm x 45 cm, estasiatico. Beh! Raffaello è unico nel suo genere. La foto dipende dal sogetto ripreso e in questo caso non poteva non eseere una bella foto. Grazie per il complimento a te Federico e a te Paolo e un saluto affettuoso.