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I tubi del raggio di KELL. ILLUMINAZIONE: laser verde a 520nm da sx, laser rosso a 650nm da dx, entrambi a fascio piatto. SET: Esploratore a dx in pp, tubo octal all'estrema destra per nascondere il diodo laser verde, 3 tubi octal in quinta attraversati dal raggio piatto, foglio di stagno ramato spiegazzato sullo sfondo, vecchio foglio da disegno A3 come base, lo stesso che uso da mesi per non perdere le vitine degli obiettivi che smonto. OBIETTIVO: Nippon Kogaku 43-86 f 3,5 prima versione a lenti ambra del 1973 ad f 22 con close-up 2X e polarizzatore lineare Hoya da 52mm. SETTAGGI MACCHINA: Nikon D200, modalità ken Rockwell, esposizione manuale, fuoco manuale, WB auto.
NOTE: 1) circa due ore di prove ed errori per posizionare i laser, la macchina e gli elementi di scena correttamente; difficoltosa soprattutto la gestione dei riflessi sul pavimento. 2) Il polarizzatore lineare è FONDAMENTALE per gestire i laser: curiosamente riesce ad attenuare il verde del 90%, mentre sul rosso arriva ad un ben più scarso 40%. 3) Il laser verde è decisamente più potente del rosso: è montato all'interno di un cilindro di metallo che funziona da dissipatore di calore e collegato tramite due fili ad un alimentatore lineare regolabile da 5 ampere: in questo set lavora a 4,5 volt e può arrivare fino a 6, ma a quel voltaggio guardarlo mi fa male agli occhi e non riesco a lavorare bene; l'ampiezza del fascio orizzontale può essere regolata. DISCLAIMER: " nessun fotodiodo del sensore ha subìto ferite o danneggiamenti o è morto nel corso delle riprese ". 4) Ho fatto la stessa inquadratura con iso 100 e 125 secondi d'esposizione, ma a 3200 è meglio, OVVIAMENTE :>
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