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La Casa delle Bifore inviata il 14 Aprile 2021 ore 21:55 da Kenzo_jo. 0 commenti, 95 visite. Uno dei luoghi più affascinanti di Caseretavecchia. Analogica. Scattata il 10 aprile con una Yashica fx3 super 2000 con Tokina 28mm 2.8 su foma 100 tirata a 400 e sviluppata "lunga". Poi digitalizzata con Epson 500 a 3200 dpi.
La Casa delle Bifore
A Casertavecchia ci sono le fate. Attenzione però, non sono le fate della Disney con bacchetta magica alla mano e pozione. Sono dee, come quelle narrate nelle storie antiche, capaci di spanciarsi dalle risate per uno scherzo cattivello, come veri spiritelli. La leggenda narra che le fate giunsero di notte al Borgo, salirono sul monte Virgo, tra i Monti Tifatini, portando sulle spalle le antiche colonne che consegnarono a chi costruì il Duomo di Casertavecchia. Qui c'è un luogo unico al mondo, la casa delle Bifore, in cui le energie buone delle fate si sono riversate e dove gli spiritelli non sono poi così dispettosi perché hanno trovato casa. Tutto grazie all'amore di un'artista tedesca, Ursula Pannwitz e al suo sogno divenuto realtà.
«Da Ursula si resta stregati. Restare indifferenti di fronte a lei era impossibile. Colpiva la sua energia e la sua personalità. Qualche volta, verso sera, quando il cielo si tingeva di colori meravigliosi, alla sua bottega si trovava l'avviso Chiuso per Tramonti; ma noi non ci arrabbiavamo mai. Ci piaceva immaginarla seduta sulla sua terrazza a guardare il paesaggio». Così agli abitanti di Casertavecchia piace ricordare l'artista tedesca che nel 1974 scelse proprio il borgo medievale come luogo in cui vivere. Innamorata di Vincenzo Casertano, proprietario della libreria Patturelli a Caserta, lo seguì in Italia, ma scelse prima Napoli e poi Casertavecchia per trovare l'armonia e la felicità che le mancavano. Ursula giunse da lontano, dopo aver vissuto la guerra, il nazismo e un matrimonio senza amore.
Pochi anni fa è stato pubblicato un libro su questa storia da una giornalista.
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