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| inviato il 02 Dicembre 2020 ore 13:55


 Attacco austriaco del 7 giugno 1915. Il 7 giugno, in preparazione all'attacco, l'artiglieria austriaca iniziò a bersagliare le postazioni degli italiani già dalle 4 del mattino del giorno. Nel silenzio di una notte di maltempo, due gruppi d'assalto di Standschützen salirono lentamente verso la sommità piatta del monte, il primo gruppo assalitore partito da Carbonin sotto la guida del sottotenente Wilhelm Bernhard era il più numeroso, arrivò nella conca occidentale verso le 5,30 e col favore delle tenebre neutralizzò rapidamente le prime sentinelle, e in breve tempo si scatenò un tremendo parapiglia, i rinforzi italiani non tardarono e dal vicino presidio italiano accorsero gli uomini della 268ª compagnia alpini. Intanto sopraggiunse anche il secondo reparto di assalitori che arrivava da Landro, dando un contributo decisivo all'attacco a favore degli austriaci. Gli scontri furono accaniti soprattutto attorno alla piramide Carducci. Gli austriaci riuscirono a penetrare nelle trincee italiane, ma subirono il contrattacco degli alpini con i plotoni dei sottotenenti Giuseppe De Pluri e Antonio De Toni che trovano entrambi la morte assieme ad altri 100 uomini. Con l'arrivo della luce del giorno le truppe italiane, stanche e decimate, sospinte dagli austriaci nella parte più meridionale del tavolato, furono aiutate dall'artiglieria posizionata a Longeres che riuscì così ad arrestare l'attacco nemico e soprattutto l'afflusso dei rinforzi; alle 14.00 il comando austriaco, preoccupato dal numero delle perdite dovute ai tiri dell'artiglieria italiana, ordinò di ristabilire la linea del fronte sul pianoro nord; in posizioni che durante la guerra non saranno mai conquistate dagli italiani. Dopo poche ore gli italiani ritornano in possesso del pianoro sud senza colpo ferire. Di rinforzo viene inviata una compagnia e una sezione mitragliatrici del 56? Fanteria. Dal giorno successivo gli austriaci iniziano a scavare profonde trincee con filo spinato, nonostante la guarnigione fosse esposta alla pioggia, al freddo e alla fame, dato che i rifornimenti non arrivavano in quanto le strade di collegamento del fondovalle erano battute dalle artiglierie italiane che disperdevano le file di portatori. Gli italiani inoltre, dopo la lezione del 7 giugno, in modo da impedire agli austriaci l'accesso a monte Piana per il Vallon dei Castrati, inviarono uomini a sbarrare la Val Rimbianco all'altezza della Caserma omonima (tra il Sasso Gemello e le Forcellette). La condotta austriaca, nonostante alcuni attacchi italiani sanguinosamente respinti, non mutò, la cura principale era dedicata alla difesa, ma non erano disdegnate puntate offensive e tiri di artiglieria. La notte del 15 giugno, una pattuglia austriaca, infatti, avvicinandosi all'alba a Forcella Giralba sparò contro una vedetta italiana, il fante Ricciuti, che benché ferito riuscì a trattenere gli austriaci fino all'arrivo dei rinforzi. I luoghi principali della narrazione
 Il primo attacco italiano, i preparativi. Il comando italiano fu eccessivamente prudente nelle prime settimane di guerra, e non colse l'occasione di sfruttare lo sfaldamento delle linee austriache poco fornite e mal difese. Così dopo un lungo periodo di inutile stasi si decise di attaccare solo dopo l'arrivo di un numero sufficiente di pezzi d'artiglieria. Questa superiorità numerica, fu vanificata da questo periodo di attesa, che permise ai difensori, di consolidare in modo decisivo le postazioni di difesa. L'attacco fu affidato alla brigata Marche, a una compagnia del battaglione Pieve di Cadore con il compito di attaccare le postazioni in cresta e a un battaglione della brigata Como, con il compito di aggirare le postazioni austriache passando da Carbonin. Ma le opere difensive austriache in cresta sul Piana, assunsero la maggior attenzione del comando italiano, furono i fanti agli ordini del maggiore Angelo Bosi a dover attaccare queste opere. L'attacco si sarebbe svolto lungo tre direttrici, la direttrice principale, divisa in 4 plotoni, diretta verso le opere e i trinceramenti, la colonna destra diretta su Landro e la colonna sinistra diretta verso Rautchkofel. Da parte austriaca la difesa del monte Piano era affidata ad un battaglione di Landesschützen e ad un battaglione dell'Alpenkorps; il giorno 19 salirà sul monte anche un battaglione di Kaiserjäger. L'attacco Alle 5 del 15 luglio iniziò un incessante fuoco d'artiglieria verso le postazioni austriache, di monte Piana e della piramide Carducci. Tre ore dopo un razzo lanciato da villa Loero su colle S. Angelo, diede il segnale per lo scatto della fanteria, appena gli uomini mettono piede fuori dalle trincee, ad attenderli ci fu la reazione dell'artiglieria austriaca, che provocò 13 morti italiani, e un centinaio di feriti leggeri. Verso le 13 una compagnia di Alpini lungo la direttrice principale, arriva alla piramide Carducci trovata sgombra e inizia a trincerarsi, non potendo più muoversi verso le opere austriache, dopo aver preso comunque Vallon dei Castrati. La mattina seguente, si decise che a mezzogiorno, la 9ª e la 11ª compagnia avrebbero attaccato per coprire i 400 metri di distanza che dividevano le due linee nemiche, ed espugnare le trincee austriache. Quando le due compagnie saltarono fuori dai ripari, furono accolte da un fitto concentramento di artiglieria che le costrinse a rallentare di molto l'avanzata e quando giunsero presso la Forcella dei Castrati, erano già notevolmente ridotte in slancio ed organico, cosicché non fu possibile espugnare le linee austriache. Per cinque giorni si susseguirono attacchi sulle tre direttrici, tanto sanguinosi quanto inutili, si riuscì a scacciare gli austriaci dal pianoro meridionale e a conquistare Forcella dei Castrati, ma non l'importante e strategico margine nord del monte, che rimase inespugnato nonostante ripetuti attacchi. Solamente l'ultimo giorno di attacco, il 20 luglio, le cifre italiane parlano di 104 morti, 578 feriti e 151 dispersi, nella maggior parte disintegrati dall'artiglieria nemica. Il 17 luglio persero la vita anche il Maggiore Bosi e il capitano Gregori. Dopo l'attacco italiano, le truppe austriache si trovarono con delle postazioni distrutte e inutilizzabili, la ricostruzione era possibile solo nelle ore notturne, e la cronica mancanza di rifornimenti peggiorava la situazione. E sfruttando questo momento di debolezza del nemico, il generale Luca Montuori, il 2 agosto con la sua divisione tentò l'assalto al bastione difensivo dello sbarramento di Sesto, con azioni dimostrative sul monte Paterno, monte Piana e val Boite. L'azione principale riuscì ad impadronirsi della vetta del monte Rosso, ma poi fu costretto a ripiegare, mentre l'azione sui monti più alti, dal Paterno verso il Bacher, non ebbe alcun esito. La terza operazione fu eseguita dalla brigata Umbria su monte Piana, con lo stesso concetto operativo, con tre direttrici come l'attacco precedente, ma dando maggior peso alla direttrice di Val Popena. Qui infatti venne destinato tutto il 54 reggimento Fanteria mentre sulla cresta furono destinati due battaglioni del 53 Fanteria. Il 3 agosto, vengono conquistate due ridotte nemiche, e il giorno dopo l'azione italiana è sospesa a causa di un forte pioggia che rende il campo impraticabile e la visuale insufficiente. Nei giorni successivi però gli austriaci contrattaccano per riprendere le ridotte perdute, ma vengono respinti dai fanti della 9ª, 11ª e 12ª compagnia. |
| inviato il 02 Dicembre 2020 ore 14:05
Scatto, passaggio, e storia davvero avvincenti. Bravo Loris e complimento anche per la narrazione. Ciao Alessandro |
| inviato il 02 Dicembre 2020 ore 14:09
Splendido percorso Loris tra narrazione e belle immagini, gran lavoro. Ciao |
| inviato il 02 Dicembre 2020 ore 14:47
Loris, mi fai ripassare la storia d'Italia! Complimenti per le foto, specie quella in b/n che a me piace moltissimo. E grazie per la narrazione. Buona giornata Francesco |
| inviato il 02 Dicembre 2020 ore 15:22
E" stato un piacere leggere la tua narrazione , per non dimenticare .....approvo in tutto il tuo pensiero. / ciao Ray Palm- |
user81750 | inviato il 02 Dicembre 2020 ore 15:26
Uno dei solchi dell'inutile strage... |
| inviato il 02 Dicembre 2020 ore 15:40
Comnplimenti Loris, immagine davvero molto bella e storia... interessantissima. Aspetto di vedere la prossima immagine e di leggere la seconda parte della storia. Un affettuosissimo saluto, Paolo |
| inviato il 02 Dicembre 2020 ore 15:42
Ciao Loris, un racconto fotografico meraviglioso, concordo con Francesco, quella in b/n è spettacolare. Un caro saluto |
| inviato il 02 Dicembre 2020 ore 15:48
ottimo scatto |
| inviato il 02 Dicembre 2020 ore 16:35
Foto stupenda di un luogo bellissimo ma che, come hai ricordato nella tua esplicativa didascalia, porta con se ricordi terribili. Sono appassionato della prima guerra sulle dolomiti e ho avuto il piacere di visitarlo anni fa e devo dire che ti colpisce molto, ti fa riflettere e meditare. Ciao. Mario. |
| inviato il 02 Dicembre 2020 ore 21:54
Bellissima anche questa foto proposta, arricchita ed impreziosita da un cenno storico ricco di particolari. Un caro saluto e complimenti. |
| inviato il 03 Dicembre 2020 ore 0:23
Una proposta fotografica stupenda a testimonianza di un passato terribile che tu hai raccontato molto bene. Ciao Mario |
| inviato il 03 Dicembre 2020 ore 1:11
Bellissima foto e didascalia to continued |
| inviato il 03 Dicembre 2020 ore 7:29
Bellissimi colori e grande definizione, complimenti ciao Corrado |
| inviato il 03 Dicembre 2020 ore 7:51
Un'altra magnifica immagine ma, permettimi Loris, un racconto eccezionale. Stai scrivendo un libro d'immagini e fatti a raccontare la storia con tanta umanità difficile da trovare sui libri preposti. Sei bravissimo e ti do pieno merito per l'accuratezza dei racconti ed il tempo che di certo hai speso con tanta passione. Complimenti. Paolo |
| inviato il 03 Dicembre 2020 ore 7:57
Splendida immagine e didascalia, spero di poterci tornare prima o poi... |
| inviato il 03 Dicembre 2020 ore 7:58
Belle viste ed esaurienti spiegazioni, sempre ottimo il Sammy |
| inviato il 03 Dicembre 2020 ore 8:13
Bellissima foto/documento e narrazione molto interessante, dettagliata e coinvolgente. Complimenti Loris Ciao, Livio |
| inviato il 03 Dicembre 2020 ore 8:25
Bellissimo paesaggio d'alta montagna Loris, didascalia molto coinvolgente. Complimenti. Un saluto fiore. |
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