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| inviato il 25 Febbraio 2013 ore 17:10
Povera |
| inviato il 25 Febbraio 2013 ore 18:54
Perché? Credo sia una radiocollare... |
| inviato il 26 Febbraio 2013 ore 8:33
A me fa pena vedere questi maestosi folletti del bosco, fatti per vivere in completa libertà (come tutti del resto) in un recinto, con radiocollare, pinzettati sulle orecchie e chissa cosa altro ha dovuto vivere e subire per interessi solo umani |
| inviato il 26 Febbraio 2013 ore 15:40
“ A me fa pena vedere questi maestosi folletti del bosco, fatti per vivere in completa libertà (come tutti del resto) in un recinto, con radiocollare, pinzettati sulle orecchie e chissa cosa altro ha dovuto vivere e subire per interessi solo umani „ Mi spiace ma non la penso così, il radiocollare è uno strumento tipicamente impegnato nei progetti di conservazione e gestione della fauna (utile per il riconoscimento degli individui, studio degli spostamenti e della selezione di habitat, dimensioni dell'home-range, ecc...). Se correttamente eseguito, il protocollo di cattura e dotazione di radiocollare ha un impatto davvero minimo sull'animale! Saluti, Mattia |
| inviato il 27 Febbraio 2013 ore 12:15
Non devi dispiacerti se non la pensi come me, è una questione di vedute. Per me la cattura, la prigionia, la vicinanza dell'uomo, lo sforacchiamento delle orecchie con annessi attaccati, il fastidio di questa corpo estraneo attaccato al collo giorno e notte non la classifico "impatto davvero minimo sull'animale". In più aggiungo che secondo me tutti questi studi portano benefici solo agli stipendi e alla passione di chi li fa, e quando non ci si limita a osservare, i danni sopra esposti sono solo l'antipasto. Purtroppo si va a metter mano a una realtà di cui forse si conosce il 10%, ma probabilmente molto meno. Ciao |
| inviato il 27 Febbraio 2013 ore 15:55
“ In più aggiungo che secondo me tutti questi studi portano benefici solo agli stipendi e alla passione di chi li fa, e quando non ci si limita a osservare, i danni sopra esposti sono solo l'antipasto. Purtroppo si va a metter mano a una realtà di cui forse si conosce il 10%, ma probabilmente molto meno. Ciao „ Non pensi che far ricerca possa sopperire a queste mancanze di conoscenze che tu dici? E che una corretta gestione della fauna possa dare un vantaggio sia all'uomo che alle specie animali stesse (soprattutto, direi)? Ti ricordo solo quanto è stato fatto con lo stambecco: quasi estinto dall'arco alpino nei primi dell'800, e grazie a progetti di reintroduzione (dove si utilizzano marche auricolari e, in parte, anche radiocollari), ora gode di un buono stato di salute (non ottimo, ma sicuramente migliore di quello che aveva prima). La buona conservazione, a mio parere, non deve limitarsi esclusivamente ad un discorso protezionistico (proteggo ciò che c'è), che ovviamente è fondamentale, ma anche ad una buona gestione attiva (gestisco ciò che ho), rimediando possibilmente anche agli errori commessi in passato. Per il discorso di far lucro con questi progetti, in Italia sinceramente la vedo difficile: esistono altri campi dove girano molti più soldi Saluti, Mattia |
| inviato il 28 Febbraio 2013 ore 11:00
Se devo essere sincero no, almeno finché si fa scienza e ricerca con questi metodi. Un esempio più evidente di dove conduce questo modo di far scienza ce l'hai con la medicina: le tecnologie sono sempre più evolute, le sperimentazioni sempre maggiori, gli impegni economici sono enormi e noi siamo sempre più deboli, ammalati, dipendenti e con malattie che la medicina non riesce nemmeno a tener sotto controllo. E come si fa a classificare "una corretta gestione" quando hai ancora da capire i principi primi di come funziona? Tante volte quello che sembra giusto alla nostra morale/leggi/mentalità/etc nella realtà è mortale e basta guardarsi indietro per vedere esempi che hanno fatto danni enormi. Purtroppo finché tutti non capiremo che la vera evoluzione è in netto conflitto con gli interessi di coloro ai quali affidiamo tutto, il sistema non cambierà. Intanto un po' alla volta ci stiamo avvicinando al baratro. Chiudo qui il "salotto" prima che lo chiuda qualcun altro per OT e ti auguro buona giornata Ciao Marco |
| inviato il 28 Febbraio 2013 ore 12:08
Ok chiudo anch'io perché l'argomento è ampio e ci vorrebbe un topic apposito ;) Concordo col fatto che molto spesso l'uomo fa più danno che altro, ma esistono anche casi in cui si riesce ad instaurare un buon rapporto uomo/natura, anche tramite interventi di corretta gestione! Rimango dell'idea che, soprattutto nel campo delle scienze naturali, per conoscere una specie è indispensabile avere un contatto con essa, ovviamente non arrecandole danni e approcciandosi con il massimo rispetto, ma questo credo sia ovvio per qualsiasi tecnico faunistico! Ciao e buona continuazione, Mattia |
| inviato il 06 Marzo 2013 ore 23:39
interessante la discussione tra Mattia e Marcon ma visto che l'avete chiusa, non entro nel merito e me la cavo con un classico" la verità sta nel mezzo" così io sono a posto Per quanto riguarda la foto in se per se non è male, dovresti aumentare leggermente la luminosità sul cerbiattino. ciao Rossano |
| inviato il 07 Marzo 2013 ore 17:09
grazie del commento, terrò presente il tuo consiglio, sono alle prime armi e la foto non è stata "ricercata", il cerbiatto si trovava vicino alla strada mentre andavo a sciare, così, un po' impreparata e frettolosa ho colto l'occasione. grazie ciao Elena. |
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