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In una sera di meta luglio, quando la giornata è stata ventosa ma non ci sono stati temporali, ti viene di uscire per provare a fotografare la cometa C/2020 F3, oramai nota come Neowise. Non avendo molto tempo a disposizione, cerci un posto in collina isolato ma raggiungibile in auto. Dopo aver girato per una buona ora tra le prime colline del pavese, tenendo ben d'occhio i punti cardinali, per non rischiare di trovarsi dalla parte opposta del cielo, trovi un bello spiazzo, proprio vicino ad una lingua d'asfalto, una zona non di passaggio ma comoda. Cerchi la cometa con il binocolo, puntarla subito con un 500mm inquadrando dal mirino della macchina fotografica, non è una impresa proprio semplice. Trovi un bel punto dove piazzare il tuo cavalletto, monti tutto e inizi il setup, in una zona totalmente al buio non è cosa da pochi minuti. Dopo aver sistemato tutto ti scateni e scatti letteralmente come un pazzo, sapendo che poi di tutti gli scatti solo pochissimi saranno buoni per poter essere sviluppati. Dopo circa un'ora, quando la cometa si è abbassata troppo sull'orizzonte e i bagliori della pianura oramai non ti consentono di fare altro, spegni tutto, smonti e ti prepari per tornare a casa. Un momento. Ti volti e ti accorgi che alle tue spalle sta salendo la via lattea, bella pulita, senza una nuvola e con i colori visibili anche ad occhio nudo. A questo punto, già che hai fatto 30....non vuoi fermarti? aspettare che salga ancora un po' e poi fare ancora qualche scatto. Per fortuna ho con me batterie a sufficienza. Cerchi una nuova inquadratura che non sia banale ma che escluda le luci della pianura, stessa trafila di prima, per fortuna però un 24-70 è più maneggevole di un 500 f4. Trovi l'inquadratura, cerchi il setup correto, perchè qui la messa a fuoco è più critica, hai un primo piano e uno sfondo che devono risultare ben visibili, fare la messa a fuoco manuale al buio non è semplice. Si lo so anche io l'iperfocale....ecc ecc, ma la teoria è una cosa la pratica sul campo è altro. Per fortuna sono un minimo attrezzato, la lucetta con elastico da fissare in testa, oltre a svolgere egregiamente la sua funzione primaria, quella di attirare insetti, come effetto collaterale ti permette anche di vedere qualcosa. Scatti come un pazzo..... Mentre sei lì nel mezzo di una esposizione di 20 secondi, perchè devi rispettare la regola del 600.....passa l'unica auto da tre ore a questa parte...... Sul momento la cosa ti fa anche un po' incazzare, ma poi.....subito pensi all'effetto che può aver prodotto quella scia di luce rossa sulla tua pellicola (scatto in digitale ma parlare di pellicola è più romantico). L'idea iniziale era quella solita, effettuare diversi scatti che poi verranno sovrapposti per questioni di riduzione del rumore, quantità di luce ecc ecc, invece ti ritrovi li, dopo più di più tre ore ad avere uno scatto unico. Un solo scatto prodotto del caso. Un solo scatto perchè provare a mettere assieme più scatti con quella differenza di luce, secondo me, è lavoro per grafici, non per fotografi.
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