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E' bellissima. Molto triste, trasmette tantissima angoscia e il titolo sembra una provocazione perché io lo ricollego alla catena. E da lì immagino tutti i ritratti "forzati" che ho visto e che ho scattato io stesso. Come a voler incatenare la libertà stessa, forzandola. Complimenti, è un pugno.
grazie mi fa molto piacere che sia stato compreso il sentimento. in realtà potevo anche chiamarlo self portrait, l'ho scattata pensando sia proprio al cavallo che a quello che passavo in quel periodo. Ho cercato di riprendere la sfinimento e l'esaurimento della voglia di vivere di chi è incatenato fisicamente o mentalmente a qualcosa, che sia un uomo o un cavallo. In realtà il cavallo non stava così male in quel luogo ma i cavalli stanno meglio sicuramente all'aperto. Non mi convincevano i mezzi toni di come l'ho sviluppata e l'ho rifatta più scura, mi interesserebbe molto sapere da chi ha letto il senso della foto se l'altra versione è una patacca o rende meglio - sempre in questo album. grazie
In realtà la versione meno cupa è più incisiva secondo me, proprio perché meno evidente, ma più "assorbente". Nella nuova versione tu guardi la foto e dici "ok, bella, cupa, il cavallo incatenato. Tristezza." E' talmente evidente il messaggio che non ci si sofferma troppo. Quella meno contrastata invece ha un "vettore cromatico" meno spinto. Intendo dire che ha meno indicazioni legate a colore-emozione (nero=tristezza/angoscia) per cui si tende a studiarla qualche secondo in più, ad addentrarsi. Ed è allora che arriva il pugno, come dico nel commento sopra. Chiaramente è la mia impressione, in un campo in cui molte cose sono interpretabili.
apprezzo tantissimo. hai ragione. ho ceduto a "pompare" la foto. E' quello che pensavo all'inizio ma ho temuto di non essere compreso. forse una via di mezzo. grazie mille