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Carnevale di Bosa 2020 inviata il 18 Gennaio 2020 ore 0:50 da Emmegiu. 39 commenti, 1698 visite. Cari amici questo è il manifesto del carnevale di Bosa 2020, lo pubblico perché è realizzato con le foto che avevo postato su Juza, per me bosano di nascita e appassionato del carnevale è un punto di orgoglio ed è stato anche un grande onore che abbiano scelto le mie foto per rappresentarlo nei manifesti che andranno in tutta l'isola e anche nel continente, sono ben lieto di contribuire a fare conoscere le nostre tradizioni e soprattutto questo incredibile carnevale così diverso da tutti gli altri, di seguito pubblico le riflessioni di una ragazza che ho trovato in rete perché mi sono piaciute molto, grazie per l'attenzione, buon carnevale a tutti e a tutte ----- “Karrasegare osinku: Il carnevale che non ti aspetti È il momento più atteso dell'anno. Difficile dire quando inizi, perché a Bosa, più che un evento, il carnevale è uno stato interiore che resta latente durante il resto dell'anno per poi esplodere con tutto il suo impeto durante il periodo canonico. Ufficialmente apre con la festa di S. Antonio e l'accensione del fuoco il 16 gennaio e prosegue con “giogia laldaggiolu”, il giovedì che precede il giovedì grasso. In questa giornata, gruppi in maschera muniti di strumenti musicali assolutamente non convenzionali, girano per la città improvvisando cori goliardici e chiedendo in cambio “sa palte 'e cantare”, letteralmente la parte per cantare, ovvero cibo e bevande con cui festeggiare in serata. Il costume non potrebbe essere più semplice: abiti da straccione, una vecchia giacca indossata al rovescio, il viso sporco di fuliggine e una bisaccia da riempire con le vettovaglie offerte dalla popolazione. Il giovedì grasso è il turno di una celebrazione più convenzionale, la classica sfilata con carri a tema per percorrono le principali vie cittadine. È una grande e colorata festa, con musica, balli in piazza e tante frittelle! E per chi il giovedì se la fosse persa, da qualche anno la sfilata viene poi ripetuta anche il lunedì. I realtà la prima sarebbe tradizionalmente destinata a scolaresche e associazioni mentre la seconda a mascherate libere, ma la voglia di far festa è tale che la maggior parte dei gruppi decide di prender parte ad entrambe. La serata a cavallo tra il sabato e la domenica di carnevale è la gioia dei festaioli nottambuli dal momento che si svolge la amatissima festa delle cantine. Cambia l'orario, cambia la location (il tutto si svolge in una zona ristretta del centro storico che va da piazza Carmine alla piazzetta di santa Giusta) e soprattutto cambia atmosfera. Il carnevale assume a pieno il suo carattere goliardico e la notte si popola di strani personaggi. Il nome deriva dal fatto che in questa notte speciale i proprietari delle cantine prevalentemente situate lungo l'itinerario (ma non solo) le aprono alla gente offrendo piccole festicciole che durano tutta la notte. La partecipazione è tale che negli ultimi anni la municipalità ha iniziato a promuovere un concorso per decretare la migliore cantina del karrasegare in corso. La via Carmine, solitamente austera e poco frequentata, si anima sotto l'effetto dell'allegria generale e della musica proveniente dalle cantine aperte e dai concertini estemporanei organizzati all'aperto. È una grande festa di follia e spensieratezza, La gente canta, balla, ride e ovviamente beve! Si, perché il vino è uno dei protagonisti indiscussi del carnevale bosano. Ma veniamo alla giornata più intesa e più attesa da tutti i bosani e dai molti amanti del suo karrasegare che ogni fanno km per poter prendere parte a questi evento. Il martedì grasso è la giornata dedicata alla tradizione. Protagoniste sono le due mascherate che identificano inequivocabilmente il carnevale bosano e che lo differenziano da tutti gli altri presenti nell'isola. La giornata si svolge come una grande e divertente funzione teatrale all'aria aperta, dove però non ci sono copioni e si da libero sfogo alla pura improvvisazione. Il palcoscenico di questa rappresentazione è il suggestivo Corso Vittorio Emanuele. Gli attori, tutti alla pari protagonisti, sono i cittadini scesi in piazza in maschera, uniti a osservatori volontari e agli inconsapevoli (o no?) passanti che vengono spudoratamente coinvolti. A partire dalle 10-11 della mattina il corso si tinge di nero per via della fiumana di “attittadores” che lo popolano. La maschera di rigore è quella di una vedova vestita a lutto che va in giro con il proprio figliolo (una bambolina o un qualsiasi oggetto che possa dare origine a esilaranti commenti) alla ricerca di un poco di latte (unu ticchirigheddu) per nutrirlo. La maschera è unisex per cui vi lascio immaginare quanto possa essere esilarante vedere virili omaccioni vestiti da sexy vedovelle, con tanto di tacco e calze velate. Al calar della sera le strade si tingono di bianco. Gli attittadores lasciano il posto a strane creature che, vestite con abiti da notte (il costume più classico è il tipico camicione della nonna con tanto di mutandoni e cuffia con bordo in pizzo) e fornite di variegate lanterne, vagano alla ricerca di Giolzi moro, rappresentazione del carnevale che sta terminando. Caso vuole che al disgraziato piaccia nascondersi sotto le gonne delle donne, ed è proprio lì che scherzosamente si concentrano le ricerche! Giolzi è raffigurato da un fantoccio di cartapesta e stracci che una volta trovato viene bruciato. I roghi derivati dai fantocci preparati dai numerosi gruppi in maschera, diventano il fulcro di gioiosi girotondi con i quali si accompagna il termine della festa. Ma la notte non finisce con lo spegnersi dell'ultimo rogo. È tradizione abbandonarsi ad una notte di balli, prima all'aperto nella centrale piazza Monumento e a seguire in discoteca fino all'alba! Tutto si svolge all'insegna della satira sociale e della comicità a sfondo sessuale. Fatti salienti della cronaca cittadina e nazionale, diventano fonti di ispirazione per esilaranti sketch o monologhi. Questa appena descritta è solo una piccola parte di una settimana folle e divertente, dove tutto è concesso e dove non c'è spazio per le distinzioni sociali o i rancori di ogni sorta. Il carnevale a Bosa ha mantenuto la sua essenza ancestrale, continuando ad essere il periodo nel quale i ruoli si ribaltano e il “popolo” diventa protagonista a scapito dei “signori”. Per quanto molte persone, compresa me, abbiano tentato di farlo, il carnevale bosano è qualcosa di molto difficile da descrivere. L'unico modo per comprenderlo veramente e amarlo è viverlo di persona. E vi assicuro che è una esperienza che merita di essere vissuta almeno una volta nella vita!” (da un articolo di Susanna)
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Se non fosse per la distanza che ci separa sarei già liMeraviglioso il Carnevale di Bosa... descrizione coinvolgente e suggestiva che ho letto tutto di un fiatoEvento che travolge appassionatamente e sicuramente da vivere Se poi le foto di presentazione alla manifestazione sono le tue capisco che la soddisfazione è doppiaComplimenti carissimo Giuseppe divertiti e passa delle belle giornate.Ciao Rosario
Un bellissimo ed unico carnevale, ne vale proprio la pena esserci. Chissà che io ed Agata potremmo farci un salto l'anno prossimo, quest'anno abbiamo un altro impegno molto importante. Ciao, Rosario
Ciao Emme, hai fatto un grande lavoro in didascalia, la trovo molto interessante e coinvolgente. Per il manifesto direi che è venuto una meraviglia, logicamente ti hanno scelto perché sei bravissimo e sono molto felice per te, anche perché hai postato immagini ritrattistiche meravigliose, ti meriti tanti complimenti. SUPER bravissimo
Lavoro di altissima qualità. Grazie anche della didascalia che ci fa conoscere una bella pagina di cultura popolare. Le tue foto sono un punto di contatto vivo e palpitante con la tua meravigliosa terra