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| inviato il 07 Aprile 2019 ore 10:52
interessanti percezioni complimenti ciao |
| inviato il 09 Aprile 2019 ore 19:32
Buona sera Adolfo; vedo vaghi disvelamenti nella volontà di individuazione dell'altro, di sé, della realtà. Mi pare che anche questa fotografia, come molte tue, ponga fra le altre questioni quella che più mi attrae: il rapporto fra l'uomo e la conoscenza. Attenendomi alla raffigurazione data da “Wiping”, la questione si incentra più in particolare sulla ricerca della conoscenza: quella di un “vero” appena intravisto e tuttavia mascherato dalla pioggia dei fenomeni temporali e, probabilmente, dai limiti conoscitivi di un osservatore chiuso nel suo abitacolo, sensoriale e non. Procedendo semioticamente, vedo una generica, perciò simbolica, figura umana che stabilmente abita un ambiente altrettanto generico e simbolico (diremmo: la Realtà). Nella tua efficace sintesi formale si vedono entrambi i protagonisti essere oggetto (così come la loro relazione) di un tentativo di chiarificazione. L'Uomo, in ciò, assume la doppia posizione di oggetto e soggetto. E' oggetto di un intento di osservazione esercitato dall'interno di un abitacolo esistenziale in cui, però, è ancora l'Uomo ad essere l'osservatore: sdoppiato, separato, resta tuttavia inaffrancabilmente compartecipe della stessa natura e condizione dell'osservato. [Al proposito troverei interessante approfondire se si tratta di un approccio fenomenologico oppure cartesiano] . Tornando all'immagine ed al suo titolo, viene dichiarata la volontà di tergere, svelare. Si tratta però dell'intento, non di un avvenuto disvelamento dell'uomo e della realtà in cui esiste. In tal senso la non ultimata chiarificazione visiva si può assumere come idealizzazione di un'inattinta e forse inattingibile Verità ultima, oggetto del desiderio di conoscenza. Su quella e da quella divagherò, lungo le due righe appresso, con un leggero scherzare che spero mi vorrai perdonare: non mi stupisce, Adolfo, che la Verità essenziale non si sia mostrata. Infatti lo strumento usato per la sua ricerca è un tergicristallo cogitans, cartesiano e positivista. Sarà sufficiente togliere per conoscere? L'essenziale… (Verrebbe da citare Antoine de Saint-Exupéry). Al netto delle mie inclinazioni personali, collaterali ed ininfluenti sul giudizio, devo dire che considero Wiping un'opera di portata ampia, dai molteplici ma non disordinabili significati. Si colloca all'interno di una produzione che coniuga forma e pensiero, ciò che secondo me, per quel che può valere la mia opinione, la situa nel territorio proprio dell'Arte. Come sai, seguo da tempo i tuoi lavori con particolare interesse: sono degli interlocutori visuali mai banali che nel sodalizio di pensieri ed emozioni fanno ritrovare il piacere di un denso dialogo sinestetico. E' sempre bello trovare la tua firma. Un saluto cordiale |
| inviato il 09 Aprile 2019 ore 19:48
@Donna: Cara Donatella, la tua presenza fra le mie piccole cose e i tuoi graditi complimenti mi onorano. Ti ringrazio e ti saluto cordialmente. @Altenmich: Voglio tergere lo sporco e la pioggia dal mio parabrezza per poter vedere bene l'Uomo che c'è oltre! Qual è la Verità? Dov'è? Forse è solo la/nella ricerca della ricerca: il/nel tendere la mano e lo sguardo verso un orizzonte irraggiungibile, che trova "materia" solo nel desiderio di correre a toccarlo... La tua lettura attentissima è, come sempre, gradevole e gratificante. Ti ringrazio di vero cuore e ti saluto con la massima cordialità. |
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