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L'edificio risale al 1870, e dai primi proprietari, i fratelli Pareschi, passò di mano in mano, fino ad una certa Amelia Guerra; fu lei a trasformare la residenza privata in un ospedale, inizialmente destinato ai malati di tubercolosi. Solo nel 1940, ormai diventato di proprietà della croce rossa italiana, diventò un ospedale psichiatrico infantile, fino al 1970 quando venne abbandonato in circostanze misteriose. Le leggende che ruotano attorno a questo edificio sono molte: un incendio casuale o forse doloso ha messo fine alla sua attività di ospedale oltre che alla vita dei suoi giovani ospiti; una grave epidemia che il personale non è riuscito a contenere e che ha sterminato tutti, pazienti e dipendenti. Oppure, l'ipotesi più inquietante che ha come protagonista un giovane ospite, Filippo. Il manicomio era allora gestito da suore che si diceva avessero poco a cuore i bimbi malati, quando Filippo, mentalmente e fisicamente stremato dai metodi educativi rigidi ed obsoleti, avrebbe ucciso gli altri bambini ospiti della struttura e si sarebbe lanciato da una finestra dell'ultimo piano. Purtroppo ad oggi l'edificio è in pessime condizioni: il tetto è quasi completamente crollato, ed è agibile in sicurezza solo ai piani terra e primo. Anche la giostra su cui avevo sentito tanti racconti, è stata rimossa; proprio quella giostra che mi aveva spinto ad avventurarmi in questo luogo misterioso, quella giostra che, si dice, se la si fa girare non si fermerà più e le anime dei bambini ci giocheranno in eterno. A quanto pare non sono stato l'unico attratto da questo luogo e dai suoi misteri, dato che Robert Jakobsson, un regista scandinavo, ha chiesto ed ottenuto in prestito la giostrina “maledetta” per utilizzarla come parte della scenografia in uno spettacolo tutt'ora in fase di allestimento, promettendo però di riportarla ad Aguscello a spettacolo terminato.
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