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| inviato il 06 Gennaio 2017 ore 19:39
Bel bianco e nero ma soprattutto fantastico questo groviglio di attrezzi e accrocchi vari dove solo il mestierante ci può capire . Ciao Umberto |
| inviato il 07 Gennaio 2017 ore 11:12
Grazie Umberto, per la visita e per il commento. Ciao Gabbia65 |
| inviato il 07 Gennaio 2017 ore 17:18
bella in tutto, complimenti Gabbia65 |
| inviato il 07 Gennaio 2017 ore 17:19
Grazie di cuore, Eugenio, mi fa piacere il tuo commento. Ciao Gabbia65 |
| inviato il 06 Marzo 2017 ore 9:59
molo bella ciao |
| inviato il 06 Marzo 2017 ore 19:18
Grazie Raffaele 10, sono lusingato dalla tua visita e commento. Ciao Gabbia65 |
| inviato il 16 Marzo 2017 ore 15:34
Ma quante storie in una sola immagine? mi piace moltissimo questa moltitudine, ma ora ti tocca raccontare! aspetto! ciao |
| inviato il 16 Marzo 2017 ore 16:55
Splendida Darcy Il mestiere del molecante consta nel produrre le moleche, che sono i granchi che si sono appena sfilati dalla corazza. Crescendo, dato che la corazza non cresce, debbono uscirne (Houdini è un principiante, rispetto a loro) e poi si riforma la corazza nuova. Durante la muta, che avviene più volte nel corso della loro vita, sono indifesi e facile preda degli altri granchi e non solo. Il molecante, quindi, usa le casse per tenere in acqua i granchi e tutti i giorni li prende in mano, uno ad uno, per tastarne la durezza del carapace. Le casse servono per dividerli in modo da tenere assieme quelli con la stessa consistenza ed evitare, appunto, che si mangino fra loro. Quando hanno perso il carapace vengono venduti ai ristoranti, che in genere li friggono o fanno il risotto che dicono sia una leccornia. Io non li ho ancora assaggiati (ma lo farò di sicuro). Sono molto costosi proprio per il ciclo produttivo che richiede una manodopera enorme e tempi per la "maturazione" piuttosto lunghi. Il luogo che ho fotografato mi piaceva perché mi ricordava un paesaggio indo-cinese, invece era Chioggia. Spero di essere stato capace di soddisfare la tua bellissima curiosità. Ciao Gabbia65 |
| inviato il 16 Marzo 2017 ore 17:20
Grazie caro Gabbia.. non conoscevo questo tipo di produzione sai? probabilmente qui da noi non è presente.. poveri granchietti cmq..stanno li coccolati senza conoscere il loro triste futuro... (disse la mangiatrice seriale di cozze) con la tua bellissima fotografia mi hai fatto conoscere un mondo a parte... è l'aspetto più' vero e profondo di una buona fotografia..grazie amico mio! |
| inviato il 16 Marzo 2017 ore 17:46
Grazie a te, Darcy. Mi hai "strappato" un sorriso. Ciao Gabbia65 |
| inviato il 14 Aprile 2017 ore 20:57
Ma voi due avete una complicità sulle specialità gastronomiche. Hai ragione Gabbia, sembra Bangkok. Il viraggio stupendo. |
| inviato il 14 Aprile 2017 ore 21:23
Ma no..Non dar retta a gabbia..Siamo a dieta noi..Innocui (seeeeee) Buona serata a voi! |
| inviato il 14 Aprile 2017 ore 21:46
Uno scatto che attira l'attenzione, perché, come è già stato detto, al primo colpo d'occhio, ricorda la Thailandia, inoltre, incuriosisce molto anche il titolo e mi ha fatto piacere leggere la tua spiegazione su quest'attività, penso sconosciuta ai più, perchè prettamente di quei luoghi, per cui dico ... grazie Gabbia. Un caro saluto e Buona Pasqua, ciao Rodema. |
| inviato il 14 Aprile 2017 ore 22:17
Grazie a te, Rodema. Sono molto contento che tu abbia apprezzato lo scatto ed il suo contenuto tradizionale. Ciao Gabbia65 |
| inviato il 14 Aprile 2017 ore 22:22
Felice,tanto anche io, mi sei mancato! PS in due cambiamo l'ecosistema mi sa! Ma una mangiata di cozze non sarà grave dai! |
| inviato il 15 Aprile 2017 ore 6:30
Macché cara Darcy. Cosa vuoi che sia per due cozze d'allenamento .... se non ci fossimo noi i "cozzati" sarebbero tutti disoccupati. Lo facciamo perché sentiamo su di noi responsabilità enormi, mica per ingordigia  Ciao e buone feste. Gabbia65 |
| inviato il 15 Aprile 2017 ore 8:27
Esatto, ci sacrifichiamo! Grazie, Serena Pasqua anche a te. A presto |
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