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, 4 sec f/10.0, ISO 100, treppiede. Verona, Italia.
#Notturno#NightPhotos#LungheEsposizioni#Notte#BiancoeNero#BlackAndWhite Commenti e critiche sempre graditi, grazie Peter ###Ponte di Castelvecchio - Verona
Il ponte di Castel Vecchio, conosciuto anche come ponte Scaligero, è un ponte di Verona sul fiume Adige facente parte
della fortezza di Castelvecchio, ritenuto l'opera più audace e mirabile del Medioevo veronese.
Storia:
Il ponte venne realizzato tra il 1354 ed il 1356 sotto la signoria di Cangrande II della Scala in modo da assicurare
alla costruenda rocca di Castelvecchio una via di fuga verso il Tirolo nel caso vi fosse stata una sommossa da parte
di una delle fazioni nemiche interne alla città. La robustezza del ponte gli consentì di passare indenne cinque secoli
di storia fino a quando, nel 1802, i francesi, in seguito al trattato di Lunéville, mozzarono la torre sul lato campagna
ed eliminarono le merlature,come già precedentemente fatto per le torri del castello per piazzarvi delle batterie di
cannoni,usati nelle tristementi note pasque veronesi, ricostruite dagli austriaci nel 1820 su ordine dell'imperatore
Francesco I d'Austria. Il ponte venne fatto saltare il 24 aprile 1945 dai tedeschi in ritirata, insieme a tutti gli
altri ponti di Verona, compreso il romano ponte Pietra.
Nell'immediato dopoguerra si decise di ricostruirlo insieme ad altri importanti monumenti della città perduti nel corso
della seconda guerra mondiale. Sostenuta dall'opinione pubblica e considerato che che buona parte del ponte si era
conservata nonostante le violente esplosioni, la Soprintendenza di Verona, nella persona di Piero Gazzola, decise di
ripristinare la situazione precedente all'esplosione piuttosto che realizzare un ponte ex novo. Per il progetto di
ricostruzione, Piero Gazzola si avvalse della collaborazione dell'ingegnere Alberto Minghetti per la parte tecnica e
dell'architetto Libero Cecchini per la parte artistica.
I primi lavori iniziarono alla fine del 1945 e videro lo sgombero dell'alveo del fiume Adige dalle macerie, mentre nella
seconda fase, iniziata nel 1949, i conci di pietra rinvenuti integri vennero ricollocati nella loro posizione originale,
grazie alla documentazione fotografica e al rilievo realizzati poco prima della distruzione del ponte scaligero. Inoltre,
grazie allo studio dei cromatismi della pietra, si poté risalire alla cava da cui vennero estratti i blocchi in età
medievale, situata nel territorio di San Giorgio di Valpolicella, da cui vennero così cavate le nuove pietre che avrebbero
sostituito le originali danneggiate. Il laterizio originale, costituito da terre diverse e di dimensioni diseguali,
proveniva invece da diverse fornaci, si decise quindi di procurarsi quello nuovo dai cantieri di edifici in demolizione
e da diverse fornaci veronesi e mantovane.
Il lavori di ricostruzione finirono solamente il 20 luglio 1951. In fase di cantiere Libero Cecchini seguì la
realizzazione delle ghiere esterne delle tre grandi arcate con marmi veronesi provenienti dalla Valpolicella
(rosso verona, nembo rosato, biancone) e delle strutture merlate soprastanti in laterizio.
Struttura:
Il ponte, appartenente al complesso di Castelvecchio, risulta essere un'opera ardita per il periodo in cui venne
costruita, con l'arcata destra avente una luce di addirittura 48,69 metri, mentre le due arcate minori hanno luci
di 29,15 e 24 metri. Le diverse ampiezze degli archi e le diverse moli dei piloni vennero studiati in rapporto alle
diverse forze dell'acqua in questa ansa del fiume, determinando tale nuova e gotica figura.
Il basamento dei piloni e le ghiere degli archi, quindi la parte inferiore della struttura, sono in pietra, mentre la
parte rimanente del ponte è in cotto, materiale che caratterizza tutti i monumenti medievali veronesi. I due piloni
a base pentagonale, rostrati verso monte per facilitare lo scorrimento delle acque dell'Adige, sono estremamente massicci,
ed il maggiore era arricchito da quindici capitelli corinzi e da frammenti di bassorilievi romani. Il percorso lungo
il ponte, lungo oltre centoventi metri e largo oltre sei, è difeso da mura merlate a coda di rondine, con camminamenti
e feritoie, oltre che dall'imponente mastio verso città e da una torre, parzialmente eliminata dai francesi
nell'Ottocento, verso campagna.
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@Franco Buffalmano - grazie franco ...non ho capito la battuta...ma va bene lo stesso capire tutto non sempreporta bene e porta mia serenita ciao peter @Fausto Pesce - grazie fausto...ciao a presto e buon proseguimento, peter
@Giulio.vr - grazie giulio vedi che avevo tanta di ficolta con un cestino di spazatura sul pilone destro... in colorata versione non mi piace cosi come in b/n e sepia... in colorata si vede tanto che è stata lavorazione di rimuozione... ma bhe meglio non sapevo fare... ciao peter